Una statua per Tina Merlin, la proposta del ministro D’Incà

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“Vorrei che questa terra ospitasse un monumento in onore di una delle più importanti giornaliste italiane, Tina Merlin: in questi anni è stato aperto un grande dibattito proprio su questo, sulla necessità di ricordare le figure femminili che hanno dato lustro all’Italia, che rappresentano esempi in tutti i campi in cui si sono cimentate. Un monumento che sia manifesto della battaglia per la parità di genere, dedicato proprio ad una delle più grandi femministe e intellettuali del Paese”. La proposta viene dal ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D’Incà, anche lui originario di Belluno, nel corso della commemorazione a 30 anni dalla morte della giornalista.

whatsapp-image-2021-11-05-at-12-53-20“Tina Merlin era una donna coraggiosa, impegnata in prima linea nelle battaglie sociali e nella ricerca della verità. Una donna capace di lottare per la giustizia, mossa da uno spirito di libertà e uguaglianza nati dalla sua esperienza partigiana. Una giornalista che ha sempre raccontato i fatti, anche a costo di pagare prezzi alti e lo ha fatto in un’Italia e in un tempo molto lontani da quelli attuali. Allora le donne che riuscivano a diventare
giornaliste, in contesti lavorativi spesso fatti di soli uomini, erano pochissime. Lei ce l’ha fatta provenendo da una famiglia umilissima, facendo sacrifici enormi per studiare, emanciparsi e difendere i suoi ideali” ha ricordato il ministro, aggiungendo: “È stata la donna simbolo del Vajont, la prima a denunciare la fragilità di quel territorio, la portavoce dei cittadini che si battevano contro le speculazioni dettate dal potere economico. Lo ha fatto con i suoi scritti, con fermezza, lanciando appelli che al tempo rimasero inascoltati. Una delle pochissime voci libere e consapevoli a non essere travolte dal fango di quei giorni. Ma Tina Merlin è stata, appunto, anche la protagonista di battaglie civili, come quelle a favore dei diritti dei lavoratori. Usava la scrittura, all’Unità e nei suoi libri, per denunciare, documentare, raccontare. Dava valore al giornalismo come strumento di verità, emancipazione e di giustizia. E questo è stato uno degli insegnamenti più radicali che ci ha lasciato Tina: lavorare con
responsabilità e con uno spirito di giustizia, sempre”.

Quante sono le statue di donne in Italia?

statuaNegli ultimi mesi si è tornati a parlare dell’argomento dopo due inaugurazioni. Il 15 settembre, quando a Milano è stata inaugurata la statua dedicata a Cristina Trivulzio di Belgioioso, nella centralissima piazzetta omonima e pochi giorni dopo, la nuova statua della Spigolatrice, a Sapri, rappresentata in fattezze non proprio tradizionali e storiche.

L‘associazione Mi Riconosci, che dal 2015 raggruppa professionisti dei beni culturali, ha voluto fare un’indagine chiedendo al proprio pubblico di segnalare statue e monumenti femminili in tutta Italia, e integrando poi questi dati con altre informazioni di cui era già in possesso, per elaborare una sorta di censimento. Il risultato è stato quello di individuare 148 monumenti e statue dedicate a donne realmente vissute oppure a figure anonime collettive (la moglie, la partigiana, la mondina… ) che si trovano in spazi pubblici come piazze, giardini e strade. Sono state escluse dalla conta le figure allegoriche come la Patria o la Vittoria, la Madonna e le statue che si trovano in cortili privati e pubblici (anche di scuole e ospedali) e cimiteri.

Un dato sorprende: nelle maggiori città italiane i monumenti dedicati a donne sono pressoché assenti: sommando Roma, Napoli, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Palermo, Cagliari e Venezia, si arriva a un totale di 20 di cui solo 8 sono vere e proprie statue o monumenti figurati. Dei 148 monumenti e statue censiti, solo il 36% poi è collocato in una piazza, mentre il restante 64% si trova agli incroci o ai lati di strade, o in parchi. Nel dettaglio: 14% sono busti, il 4% fontane, il 2% gruppi che vedono anche la presenza di uomini o bambini.

Dai dati si deduce che molto poche sono le donne ricordate per meriti che non siano strettamente legati al sacrificio o alla cura, fa notare l’associazione Mi Riconosci. I monumenti dedicati a donne realmente vissute in Italia sono pochissimi: Grazia Deledda, Maria Montessori, suor Maria De Mattias. Su 148 opere censite, infatti, ben 60 sono figure anonime collettive: di queste il 12,5% rappresenta partigiane, mentre il 70% professioni particolarmente faticose sul piano fisico, come mondine o lavandaie. Nessun monumento ricorda, ad esempio, le levatrici, le impiegate o le scienziate.

La sproporzione riguarda anche l’autore/autrici delle statue: 120 opere su 148 hanno un’attribuzione certa, di queste solo il 5% è stato realizzato da donne, il 5% vede la collaborazione tra autori e autrici, mentre il restante 90% è a firma solo maschile.

Allora partiamo dalla proposta del ministro D’Incà per inaugurare una svolta paritaria anche nei monumenti delle nostre città.

***Intanto se ci inviate la foto del monumento femminile della vostra città lo inseriremo in una photo gallery che sarà pubblicata qui sul sito con il vostro nome. L’indirizzo a cui inviarle è: alleyoop@ilsole24ore.com***

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