Manels, quali sono le conseguenze della mancanza di donne ai convegni?

Speaker at Business Conference and Presentation. Audience at the conference hall.

Panel squilibrati. Cosa succede quando in un dibattito ci sono solo uomini? L’assenza della partecipazione femminile all’interno di eventi, conferenze, convegni o dibattiti pubblici ha ufficialmente un nome, entrato a pieno sui social lo scorso anno: parliamo dei manels, neologismo rintracciabile nell’edizione 2017 dell’Oxford Dictionary, da all-men panels. E c’è anche tutta una letteratura che ne studia le cause e le conseguenze a livello sociale: dal linguaggio ai modelli presentati.

Fra le iniziative, volte a mettere al centro del dibattito una “tradizione maschile” degli speaker in modo da aumentare la conoscenza e coscienza del problema, lo scorso 29 settembre, nella location romana di Palazzo Merulana, l’associazione EWMD APS Roma (European Women’s Management and Development Network) ha presentato un #Equalpanel dedicato al ruolo delle donne nel dibattito pubblico. Protagonista, un’indagine in collaborazione con il centro di ricerca interdisciplinare Grammatica e Sessismo, guidata dalla prof.ssa Stefania Cavagnoli (docente di glottodidattica e linguistica applicata all’ Università di Roma Tor Vergata).

L’incontro dal titolo “Dibattiti Squilibrati, gli effetti della disparità di genere nei dibattiti pubblici”, ha coinvolto oltre alla prof.ssa Cavagnoli, anche Giovanna Barni (presidente CoopCulture Palazzo Merulana), Giorgio Zanchini (giornalista RAI) e Lorenzo Casini (capo di gabinetto al Ministero della Cultura). Abbiamo bisogno di una rappresentazione adeguata della realtà, questo il mantra di background dell’evento. A supporto i numeri, ma soprattutto la presa di coscienza di una necessità culturale paritaria che abbracci le politiche di genere al pari del sistema educativo.

EWMD Roma, network internazionale che si occupa di empowerment femminile, politiche di genere, valorizzazione e visibilità delle donne nel mondo del lavoro, si fa portatrice di un manifesto, un atto che ispira e costituisce le fondamenta dell’incontro, come spiega la presidente Fulvia Astolfi: “Da dove nasce l’idea? Questa serata nasce da lontano, un paio di anni fa noi come EWMD abbiamo lanciato un manifesto chiamato #Equalpanel che detta dieci principi fondamentali per la partecipazione, organizzazione e sponsorizzazione di eventi nel rispetto dalla parità di genere. Sono regole molto semplici che riguardano chi partecipa ma anche chi organizza e sponsorizza. Molte persone e molte società hanno aderito al manifesto tra cui Sorgenia”.

Lorenzo Casini, intervenuto attraverso una video-intervista, ha sottolineato: “In Italia siamo alla fase zero del fenomeno, la fase in cui molte persone non ne hanno consapevolezza. Non si rendono conto che il problema esiste, bisogna introdurre rimedi e in questo il manifesto #Equalpanel è condivisibile. Se non facciamo vedere il ruolo che le donne possono svolgere, non ci saranno donne che vorranno poi svolgere quel ruolo”. 

Gli fa eco la presidente di EWMD Roma: “Recentemente la politica si è mossa a favore di queste regole, vari comuni hanno presentato le mozioni affinché i loro eventi siano organizzati in base ai principi del manifesto. Nella Regione Lazio è stata approvata la mozione, si stanno muovendo molte università ed enti pubblici”. Come riportato nella pagina Facebook di EWMD: “Il Manifesto #Equalpanel è un progetto nato e fortemente voluto da un team di socie EWMD Italia. Un gruppo di donne che, forti della loro esperienza personale e professionale, hanno deciso di agire in modo chiaro e concreto per promuovere la parità di genere, a favore di una maggiore inclusione femminile nel mondo degli eventi pubblici”.

La ricerca, presentata dalla Prof.ssa Cavagnoli, ha previsto la somministrazione di 1000 questionari a donne di 18-40 anni residenti in Italia. La ricerca è stata condotta nel mese di agosto 2021 con una rappresentanza per classi di età (18-24; 25-34; 35-40) e suddivisione geografica: Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole.

Cosa pensa una donna quando vede un talk di soli uomini e cosa ne deduce? Quali sono i canali di informazione che preferisce e perché? “Queste ricerche hanno sempre l’obiettivo di migliorare la situazione, si fa una riflessione e allo stesso tempo si ragiona su una possibile implementazione di quello che non riteniamo adeguato alla realtà concreta.” afferma Stefania Cavagnoli durante il panel, che aggiunge poi: “Se io guardo un canale è chiaro che il modello che mi viene esplicitamente e implicitamente proposto, è poi quello che io incamero. Noi impariamo a parlare attraverso i modelli, è la nostra educazione. Acquisisco una normalità, e probabilmente molte donne della mia generazione (facendo riferimento ai dati raccolti) reputano normale la presenza di uomini ai vertici. Quando vedo un talk show tutto al maschile, io spengo, il mondo non è questo. E’ fatto di donne e uomini competenti, e se vogliamo, anche di persone che non si riconoscono nel maschile o nel femminile”.

Tra le conclusioni della ricerca: le giovani donne italiane sono convinte che una maggiore presenza delle donne nei dibattiti possa influenzare positivamente altre donne nella scelta della loro carriera. Un problema di identificazione quindi, una perpetua mancanza di modello che impoverisce il panorama occupazionale, diminuendo la prospettiva di competenze (specializzanti, tecniche o imprenditoriali) che una donna potrebbe acquisire. E ancora: 4 donne su 10 che stanno cercando la prima occupazione nel mercato del lavoro, quando in un dibattito / conferenza / comitato ci sono solo uomini, pensano che quella disciplina non sia adatta a loro in quanto donna. Come può un genere definire le proprie capacità? La sensibilità che una donna sviluppa osservando il mondo mediatico ne limita di conseguenza le possibilità.

L’integrazione dei generi presuppone una linea guida ben precisa, come spiega chiaramente il giornalista Rai Giorgio Zanchini in dialogo con Stefania Castagnoli: “La direzione della testata per la quale lavoro definisce il quadro il maniera sostanziale. Il tema di questo incontro è argomento del mio lavoro quotidiano, ogni giorno dobbiamo scegliere ospiti e conduttori. Da un anno e mezzo ho operato su diversi progetti tra cui No Women No Panel – Senza donne non se ne parla. La direttrice vuole e ci impone la presenza di donne all’interno delle trasmissioni”. La campagna citata è finalizzata a promuovere una presenza equilibrata dei generi in tutte le discussioni pubbliche, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia e con la Commissaria europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù Mariya Gabriel che ha ideato l’iniziativa.

L’importanza della parità all’interno del contesto pubblico implica approccio positivo alla diversità, intesa non come sinonimo di minoranze ma di punti di vista. E non solo, il linguaggio diventa un processo da acquisire, interpretare e diffondere. Come spiega Zanchini: “Quando abbiamo lavorato sulla diversità linguistica, quello che si notava rispetto ad altre reti come la BBC in merito alla presenza della diversità, dell’alterità rispetto all’ortodossia o all’affermazione del maschile, è che se tu non hai la diversità quel punto di vista, non viene portato nei panel e nell’ordine del potere. Questa cosa avviene col tempo, per esempio una volta eravamo completamente disinteressati al punto di vista del migrante, o del non italiano. Quando nelle redazioni arriva quel punto di vista, cambia tutto”.

A chiusura del panel è intervenuta l’architetta Paola d’Orsi esplorando il ruolo delle donne nel mondo dell’arte e gli obiettivi di EWMD. “La traiettoria che vogliamo intraprendere in questo campo con il chapter di EWMD Roma si focalizza sul lavoro delle donne nella cultura e per la cultura. Vorremmo provare a pubblicare un’inchiesta riportando numeri, interviste, storie di vita”.

Hanno chiuso l’incontro le performance di Gaia Vazzoler, musicologa (Donne in musica: spartiti senza voce) ed Eleonora Bordonaro con Diana Tejera – Li Fomni e noi (Microscopico viaggio musicale nel racconto femminile).

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  • Gloria |

    L’integrazione di genere rappresenta il superare i confini senza estremizzare la ricchezza che sia dall’uomo che dalla donna ne deriva.Dobbiamo far riemergere il l7vello culturale a 360 gradi e non solo di coloro che sono all’all’ultimo grido ma di wuelli che sono lasciati soli a percorrere la propria strada psrchè non appartengono al sistemaDobbiamo riappropriRci della diversità e dell’umanità

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