Donne bonsai e donne streghe: due romanzi per affrontare il male

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Muoversi in geografie emozionali, come quella dell’amore che arriva a fare male.
Lo racconta la protagonista di “Quel luogo a me proibito”, romanzo di Elisa Ruotolo (Feltrinelli), storia di una donna che a 42 anni scopre il desiderio, quello che non le era mai stato possibile riconoscere, quello che pensava non esistesse. Apprende che i nodi, i legami sono quelli che le hanno procurato le ferite più grandi. Ma lei non ne aveva mai preso coscienza, perché aveva sempre vissuto in un guscio protettivo che le impediva di vivere. Cresciuta in un mondo di divieti, le è stato insegnato a mettersi da parte di fronte alla vita.

Ci troviamo in un Meridione arcaico, dove la misura dello stare al mondo è il far soccombere ogni anelito di bramosia, vivere all’ombra delle proprie paure, soffocare i desideri, rimanere nel perimetro di una obbedienza rispettosa, in un asfissiante logorio psicologico verso uno sfinimento morale e fisico. È in questa gabbia emotiva che si muove l’innominata protagonista del libro, oppressa da un ambiente familiare in cui le condotte pubbliche e private sono plasmate sul terrore del giudizio sociale, dove il tempo è scandito dai rintocchi del dovere quotidiano. L’educazione che imbriglia il corpo, la paura del desiderio e la vergogna dell’inadeguatezza frenano la protagonista, che si scioglie nelle sue fantasie o nei libri. Tanto che a quarantadue anni è ancora inesperta di sé e degli uomini: vergine.

Nell’incontro inaspettato con Andrea, un uomo più grande e libero, scopre il corpo, la carne come ferro rovente. Per lui il cambiamento è linfa vitale, la rende cosciente di quanto il nido familiare sia un nodo che le ha impedito di imparare a desiderare. La sua piccolezza è simile a quella di un bonsai trattenuto, a cui è impedito di crescere, evolvere: un albero “incapace di dare ombra e frutto”. Invece di diventare una donna realizzata, è rimasta bambina. “Il bonsai potrebbe essere una pianta felice – rivela la scrittrice e poetessa casertana – ma per lei è una pianta di sofferenza. Quando le si presenta l’amore, purtroppo i rami non sono così ampi e lunghi da accogliere la verità del corpo”. Andrea le rimprovera di leggere più i libri che non la realtà, di essere chiusa in un mondo tutto suo e di non riuscire a vederlo.

E anche se l’amore, nonostante la dolcezza del principio, può arrivare a straziare, la scrittura di Ruotolo insegna che a certe mutilazioni e abbandoni si può ancora sopravvivere, che si può accantonare la paura e lasciarsi andare alla vita con fiducia, oltrepassare i cancelli che conducono ai luoghi proibiti dell’anima, perché, come scriveva Cristina Campo, citata nell’ultima parte del libro, “non si può nascere, ma si può morire innocenti”. La protagonista ha la possibilità di guardare le cose con purezza, sentirsi innocente, dopo avere abbracciato “erbivoro e carnivoro”. Le pagine di Elisa Ruotolo sono crude e sensuali, nutrite di forza poetica, dell’intensità delle intuizioni più vere.

La peste dell’indifferenza domina il romanzo “La notte si avvicina” di Loredana Lipperini (Bompiani), ambientato a Vallescura, un paese immaginario tra le montagne colpito da un terremoto, dove scoppia un’epidemia di peste. La scrittrice e giornalista racconta come il contagio si diffonda e il male attanagli la piccola comunità. Retta dalla dittatura di Saretta, la proprietaria del supermercato, Vallescura non si mostra ospitale con Maria, giunta in paese per riprendersi dopo il trauma della separazione dai due figli dovuta alla crudeltà delle madri dei loro compagni di scuola. Le risposte a questa epidemia distruttiva, sintomo del cuore guasto degli abitanti del luogo, si ritrovano indagando le storie di dolore e solitudine di tre donne, e delle strategie che mettono in campo per sopravvivere.

Chiara, Saretta e Maria sono streghe, capaci di sentire i segni nascosti. Ciascuna ha un ruolo in questo gioco del destino: Saretta conserva fino alla fossilizzazione del mondo, Maria è una leonessa divorata dalla sofferenza, a cui hanno strappato i cuccioli, Chiara si fa custode di ciò che è antico e di ciò che è giovane. La sua luce attenta ad ascoltare i presagi ricorda che si può essere streghe bianche e disinnescare la spirale del buio.

Sono personaggi femminili forti, che si cimentano con la maternità: nella forma della tenerezza, ma soprattutto del possesso e della ferocia. Come quella – confida Loredana Lipperini – che, “quando porta le donne a riunirsi in branco, intende spianare la strada ai figli per renderli competitivi, non felici. E la spia più forte è il chiudersi nei propri confini, il vero flagello”.

“La peste è dentro” è una frase che torna. Lipperini ha iniziato questo romanzo nel 2016 e lo ha concluso a inizio 2020. Non c’era ancora la pandemia reale, il fulcro narrativo è la malattia dello spirito. “Gli antichi cronisti – dice Lipperini – dicevano che la peste si affaccia quando lo spirito è in preda alla disaffezione. Io ho affrontato la disaffezione presente da decenni, e che forse ci ha ridotto in una condizione peggiore della peste reale. Se c’è uno stato d’animo che ci ha caratterizzato negli ultimi anni è non riuscire a lanciare lo sguardo oltre i confini della nostra casa, famiglia o noi stessi”.

Quando è scoppiata la pandemia da Covid19, il romanzo era già finito. Foriero di domande: se la peste fa parte della storia dell’umanità, perché le nostre reazioni sono quasi sempre le stesse? Ne usciremo davvero migliori? Ci sarà qualcuno in grado di prendersi cura degli altri? Se c’è una “guarigione” possibile, passa da qui.

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Titolo:  “Quel luogo a me proibito”
Autore: Elisa Ruotolo
Editore: Feltrinelli, 2021
Prezzo: 15 euro

Titolo: “La notte si avvicina”
Autore: Loredana Lipperini
Editore: Bompiani, 2020
Prezzo: 18 euro

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