Gli anni della pandemia sono stati un duro colpo per i ragazzi italiani soprattutto dal punto di vista lavorativo. Secondo i dati ISTAT di febbraio 2021, il tasso di occupazione tra i 15-25enni è diminuito di 14,7 punti percentuali in un anno, tre volte il valore medio nazionale. Nella fascia di età 25-34 anni il calo è stato del 6,4 per cento. Secondo il rapporto Eurostat nella fascia di età 20-34 anni l’Italia è il Paese con il più alto numero di NEET (Not in Education, Employment or Training) dell’UE, il 27,8 per cento contro una media europea del 16,4 per cento.
Se si sommano gli Under 35 che non lavorano e i Neet, abbiamo più di 3 milioni di ragazzi disoccupati che non riescono ad inserirsi con successo nel mondo del lavoro. E sono 1 giovane su 4.
Per perseguire l’inclusione generazionale in ogni missione del PNRR vengono fornite indicazioni specifiche in merito alle azioni da intraprendere, in particolare la missione 5 stanzierà 20 miliardi di Euro per favorire la formazione e l’accesso al lavoro. Grazie a queste manovre, si prevede che il Recovery Plan possa creare 90mila posti di lavoro destinati ai giovani entro il 2023 su circa 1 milione di posizioni complessive.
Uno degli interventi più mirato è quello di ridurre lo skill mismatch, fornendo le competenze digitali e tecniche ai ragazzi che possono essere il passepartout per poter lavorare. Ad esempio in questa direzione si rivolgono le manovre di potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), che propongono corsi post-diploma altamente specializzati e tecnologici, dove l’esperienza di studio è affiancata a esperienze di tirocinio in azienda.
Questi percorsi nascono nel 2010 su ispirazione del modello duale tedesco. Finora hanno raggiunto risultati molto positivi in termini di occupabilità (82%) ma sono ancora poco conosciuti dai ragazzi e hanno un bacino di riferimento molto ristretto. Rispetto al sistema universitario italiano, gli ITS rappresentano un innovativo strumento perché la didattica è applicata all’esperienza: laboratori, project work, realizzazione di prototipi su tematiche come l’intelligenza artificiale o l’IoT sono gli strumenti maggiormente usati che favoriscono l’occupabilità dei ragazzi.
Le professioni che cresceranno di più nei prossimi anni sono legate al mondo della Tecnologia, IT, e-commerce, analisi dati, robotica, IoT.
Formarsi adeguatamente sulle skill digitali e prepararsi a ricoprire queste professioni in crescita è una sfida molto importante da cogliere per superare una delle più profonde crisi del sistema economico che abbiamo mai vissuto.
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