Per realizzare l’obiettivo di incrementare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, il Piano nazionale di ripresa e resilienza non può prescindere dalla parità di genere nei luoghi decisionali, a partire proprio dalle strutture di governance dello stesso Pnrr. E’ la direzione cui punta l’emendamento approvato dalle commissioni Affari Costituzionali e Ambiente della Camera al decreto legge sulla governance del Recovery e sulle semplificazioni: proposta a prima firma della presidente della commissione Ambiente, Alessia Rotta (Pd).
Rotta (Pd): “Occorre parità di genere anche tra i decisori”
“Il decreto legge – afferma Rotta – risponde alla necessità di far realizzare nei tempi stabiliti un Piano da 240 miliardi di euro. Va da sé che un’adeguata rappresentanza femminile sia fondamentale nelle strutture chiamate a definire le politiche che si occupano della costruzione del futuro del Paese”. La deputata Pd rileva ancora che “la parità di genere va praticata anche per il tema del ‘decisore’ che è il caso delle nuove strutture che vengono create”. In questo modo non solo si dà spazio alle competenze e alle professionalità femminili che ci sono ma fanno più fatica ad emergere ma si consente uno sguardo a 360 gradi sulle politiche da attuare, basti pensare al tema della definizione di modalità e tempi di lavoro.
Solo 18 ragazze su 100 studiano discipline Stem
Si deve inoltre tenere presente che il 57% delle risorse del Recovery sono destinate ai due settori green e digitale in cui si creeranno le nuove opportunità di lavoro sia dipendente che imprenditoriale e in cui bisogna rafforzare la presenza femminile: “Si parte con una ‘zoppia’”, rileva ancora la presidente della commissione Ambiente di Montecitorio. “Il 57% di risorse sono destinate a questi settori e solo 18 ragazze su 100 studiano discipline Stem. Questi due aspetti li dobbiamo legare perché altrimenti arriveremo ad escludere una grande platea delle ragazze di oggi e delle lavoratrici di domani”.
Sulla governance abbiamo già testimonial come Carrozza e Cristoforetti
“Cci sono già testimonial importanti a livello di governance, al Cnr con Maria Chiara Carrozza come all’Iss con Samantha Cristoforetti, bisogna però portarle a tuti i livelli; in tutti i luoghi decisionali deve esserci parità” ricorda Rotta. La misura introduce un nuovo articolo dopo quello del provvedimento che promuove le pari opportunità generazionali e di genere e l’inclusione lavorativa nei contratti pubblici finanziati dal Pnrr o dal fondo complementare.
Con la nuova norma si prevede che la composizione degli organismi pubblici istituiti dal decreto e delle relative strutture amministrative di supporto sia “definita nel rispetto del principio di parità di genere”. Sono esclusi gli organismi i cui componenti siano individuati esclusivamente tra i titolari di incarichi di Governo e di altre cariche istituzionali e viene mantenuto inalterato il numero dei componenti già previsto dal decreto.
Nel dossier del servizio Studi della Camera si riporta che questo principio può trovare ad esempio applicazione per la Segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio, l’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione e il Servizio centrale per il Pnrr. La deputata, infine, ricorda anche la nuova Commissione tecnica Via, la Soprintendenza speciale, il Comitato speciale istituito presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici e il Comitato nazionale di valutazione della ricerca (dove la parità di genere è già garantita su 10 dei 15 membri).
***
La newsletter di Alley Oop
Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.