Agnes Keleti, sopravvissuta alla Shoah, ex ginnasta di origini israelo-ungheresi, cinque medaglie d’oro fra Helsinki 1952 e Melbourne 1956, ha appena compiuto cent’anni: è la più anziana medagliata olimpica ancora in vita. Chissà chi, fra le ragazze e i ragazzi che stanno arrivando a Tokyo e che sperano di poter finalmente gareggiare, saprà eguagliare il suo record. Intanto, l’Olimpiade in Oriente, al di là di tutti i divieti, le paure (tutto è un record, purtroppo), si annuncia da record. Ancora una volta, anche grazie all’introduzione voluta dal Comitato olimpico internazionale di eventi misti, la percentuale delle atlete sul totale aumenterà. Era del 45% a Rio 2016 (cioè 5mila atlete sul totale di 11mila partecipanti), sarà superiore a Tokyo grazie, ad esempio, ai doppi di ping-pong e alle staffette miste di nuoto.

La rincorsa delle donne alla parità olimpica inizia a Parigi 1900 perché ad Atene, nel 1896, prima Olimpiade dell’età moderna, erano presenti solo 241 atleti. D’altra parte, il barone Pierre de Coubertin non aveva lasciato margini: «Ai Giochi il ruolo della donna dovrebbe essere soprattutto di incoronare i vincitori. Una Olimpiade femmina sarebbe non pratica, non interessante, antiestetica e non corretta».

Ad Helsinki 1952 le donne erano il 10% del totale; il 25% a Seul 1988. E ora la parità è vicina. L’ha annunciata, in occasione della Festa della donna, anche il Cio, con alcune Nazioni che si presentano con più donne che uomini: Cina (298-133), Stati Uniti (329-284), Regno Unito (201-175), Canada (225-145) e Australia (252-219).

Tra gli atleti attesi dai tifosi di tutto il mondo ci sono un pugno di donne che riempiranno le copertine internazionali: nella ginnastica artistica c’è Simone Biles, 24 anni, già oro a Rio 2016 nel concorso generale individuale. Dovesse ripetersi a Tokyo eguaglierebbe Vera Caslavska, 1968. In piscina gli squali Ariane Titmus “Terminator”, australiana, e Katie Ledecky, americana, saranno uno spettacolo. Come pure la cinese Shi Tingmao, che dal 2015 alle avversarie nel trampolino da 3 metri ha lasciato le briciole.

Nell’atletica Allyson Felix, 35 anni, l’unica donna ad aver vinto sei ori olimpici in pista, farà la storia se si ripeterà in Giappone. Altro record potrebbe toccare alla giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce: potrebbe essere la prima a vincere i 100 metri in tre diverse edizioni dei Giochi. E un record Hend Zaza, 12 anni, l’ha già scritto sui libri di storia: è siriana, è la più giovane atleta a Tokyo e, nonostante la guerra civile, è riuscita a qualificarsi per il torneo di ping pong.

L’Italia Team arriva a Tokyo, con quasi 400 atleti (un altro record), trainato da ben sei squadre: volley maschile e femminile, pallanuoto maschile, il basket 3×3 femminile, il softball delle campionesse d’Europa e i cestisti del ct Meo Sacchetti, artefici di un vero miracolo contro la Serbia per conquistare il pass olimpico. L’Italia sarà anche rappresentata alla cerimonia di apertura dei giochi di domani da Paola Egonu, annunciata tra gli 8 portabandiera scelti dal Cio per portare il vessillo olimpico che rappresenta gli atleti di tutte le nazioni presenti a Tokyo.

L’Italia, come l’intero movimento a cinque cerchi, sfiora la parità: 198 uomini e 186 donne per un totale di 384 atleti. Farà ancora meglio l’Italia presente alla Paralimpiade in programma dal 24 agosto al 5 settembre: 61 atlete e 52 atleti. Ora non resta che iniziare a gareggiare pur tra i mille patemi, i primi tamponi positivi, gli sponsor che si ritirano, il plexiglass che divide gli atleti alla mensa del villaggio. Sarà una edizione storica sotto tutti i punti di vista. Lunga vita ai Giochi, viva i Giochi.

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