Sara Galimberti è una runner professionista, corre da quando aveva 11 anni. Un vero amore quello per l’atletica, mai abbandonato nemmeno ora che è mamma da qualche mese della piccola Vittoria. Continua ad allenarsi quotidianamente e si è portata a casa il primo posto alla recente 10 km della Generali Milano Marathon, lo sorso 16 maggio.
Sara Galimberti ha iniziato ad allenarsi alle scuole medie, spinta dal professore di educazione di fisica. Durante i primi anni di università non aveva ancora chiaro un progetto sportivo, e in quel periodo ha partecipato ed è arrivata in finale al concorso di Miss Italia, per potersi mantenere agli studi. Ma quando ottenne il terzo posto a un campionato italiano 1500m, trovò un nuovo entusiasmo, e lo racconta così: “Mi è nata una nuova motivazione, ho cominciato ad allenarmi tutti i giorni, ho cambiato allenatore e con Luciano Gigliotti, allenatore di maratoneti olimpici come Bordin e Baldini, ho respirato la fatica e il sacrificio: la vera atletica”.
La corsa è uno sport democratico che può fare chiunque, fondamentalmente bastano due scarpette, ma quando si inizia, poi non si riesce a smettere facilmente, come racconta Galimberti: “Faccio fatica a spiegare cosa provo dopo la corsa: un misto di soddisfazione e felicità, una sensazione unica che mi fa venire voglia, nonostante la fatica provata, di correre ancora nei giorni dopo”. Ora Sara ha fatto della corsa il suo lavoro, scegliendo uno sponsor per potersi mantenere, Adidas, preferendolo alla possibilità di diventare atleta militare: “Non ho preso in considerazione i gruppi militari, perché per me è un po’ limitante, è un po’ come avere una comfort zone. Avere degli sponsor, cui render conto, mi dà qualche stimolo in più”.
Nel 2019 tuttavia c’è stato un momento di stallo, che Sara racconta così: “Sentivo di aver bisogno di altro, non avevo più gli stimoli di prima, non percepivo più il fuoco che porta ad accettare i sacrifici”. A Gennaio 2020 si è sposata e ad ottobre è nata Vittoria. La gravidanza è arrivata nel momento giusto, un momento in cui la motivazione per lo sport era in calo. Subito ha deciso di stare ferma, anche se di fatto non era pericoloso correre nei primi mesi: “Per me e il mio fisico allenato, non sarebbe stato un problema, ho deciso di smettere perché il mio corpo mi chiedeva una pausa. Facevo camminate, esercizi in palestra, ma la corsa l’ho abbandonata per 10 mesi. Intorno all’ottavo mese, quasi alla fine della gravidanza, ho cominciato a invidiare quelli che correvano. Ho capito che non era finito l’amore tra me e la corsa, e quando ho partorito ho pensato: vorrei uscire dall’ospedale e correre”.
Il parto e la maternità hanno segnato una vera e propria svolta nella mentalità di Sara, poco romantica in verità, per lei è contato soprattutto un approccio pratico e razionale: “Sento di sopportare meglio gli allenamenti, gli imprevisti”. Grazie a una collaborazione e condivisione con gli altri membri della famiglia, dal marito ai genitori e suoceri, è riuscita a tornare ad allenarsi. “Essere circondati da persone che capiscono l’importanza che ha l’allenamento per un’atleta, è fondamentale, perché correre è il mio lavoro e mi permette di star meglio anche con Vittoria. I momenti difficili con una neonata sono tantissimi: l’addormentamento, la frustrazione della mancanza di sonno… è molto difficile, pensavo di essere una cattiva mamma. Questo staccarmi da lei e correre, mi aiuta tantissimo, non riuscirei a stare in casa solo con lei senza fare dello sport. Preferisco fare gli allenamenti e dedicarle del tempo di qualità”. Sara adesso è pronta a nuove sfide anche in pista, più determinata di prima: da settembre il progetto è di tornare a qualche gara più impegnativa sui 10 km.
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