Covid: gli anticorpi psicologici li avevamo già, e stanno funzionando

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Siamo forti, molto più forti di come ci dipingono. Siamo pronti al cambiamento: sappiamo adattarci, sappiamo apprendere, sappiamo modificare noi stessi e il mondo attorno a noi. Non sanno farlo solo “alcuni di noi”: tutti abbiamo queste capacità, perché appartengono alla nostra specie. Attraversiamo le tempeste e ne usciamo provati, feriti, spaventati, ma ne usciamo anche più forti e più consapevoli, e soprattutto: ne usciamo.

Nei primi sei mesi del covid c’è stata grande preoccupazione per la reazione psicologica che questo trauma globale avrebbe causato nelle persone. Interrotti nelle nostre certezze quotidiane, impossibilitati a dare un termine a questa crisi: come avrebbe reagito la nostra delicatissima psiche? Ha reagito come sa: usando il proprio avanzatissimo sistema immunitario. I dati raccolti in uno studio dagli psicologi Lara Aknin, Jamil Zaki, ed Elizabeth Dunn e raccontati in un recente articolo sull’Atlantic ci dicono infatti che il disagio psichico è cresciuto molto meno del previsto, che le persone hanno “reagito”.

Lo stesso è stato rilevato nel caso di altri eventi negativi: la maggior parte delle persone che li attraversano, nonostante il forte stress, si è sempre rialzata senza mostrare un sostanziale declino nella propria salute mentale. La sofferenza dunque, dicono gli studiosi, svanisce più velocemente di quanto ci aspettiamo. Il nostro sistema immunitario psicologico conosce un ampio insieme di stratagemmi per farci sentire meglio e consolarci, per rialzare lo sguardo e tracciare nuove prospettive.

“Quando le fonti di gioia più familiari sono evaporate, nella primavera del 2020, le persone sono diventate creative”.

Al punto che la percentuale di quanti hanno dichiarato di soffrire di solitudine negli Stati Uniti in aprile 2020 è stata solo del 2,8% più alta che nel 2018. Come mai? O forse la domanda da porsi: è come mai ci sottovalutiamo tanto? Come mai ci trattiamo con tanta cautela, a volte come se fossimo dei bambini incapaci di capire e di decidere (nemmeno i bambini sono incapaci di capire e di decidere), che devono essere protetti da loro stessi e dal mondo? Conosciamo quel meccanismo potente che si chiama “profezia che si autoverifica”: aspettati qualcosa e metterai in atto dei comportamenti che la faranno avvenire. Se sentiamo parlare di noi e del mondo sempre in un certo modo, se siamo immersi in una cultura che ci vede fragili e poco capaci di autodeterminazione, se la nostra incredibile capacità di assorbire i colpi e di apprendere, e di rialzarci più adulti, non viene “vista” né tenuta in considerazione quando si progettano regole e cambiamenti, quante risorse stiamo buttando via?

Come concludono gli autori dell’articolo (e sono scienziati):

Gli esseri umani non sono vittime passive del cambiamento, ma attivi creatori del proprio benessere.
Saperlo dovrebbe darci la forza di fare i cambiamenti dirompenti di cui ha così bisogno oggi la nostra società.

Possiamo insomma imparare, decidere e cambiare con coraggio tutto ciò che vogliamo, soprattutto attraverso le crisi.

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  • Luigi Sghinolfi |

    In assoluto il post più interessante e stimolante degl’ultimi mesi.
    Ringrazio l’autore per aver raccolto la ricerca e scritto l’articolo…

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