Adozioni, la pandemia può sospendere il diritto di un bambino ad avere una famiglia?

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La pandemia ha congelato le nostre vite per mesi. Solo da qualche settimana stiamo assistendo a una timida ripresa, ricominciamo a fare progetti, a frequentare le persone a noi care… Ci sono coppie però che, a causa del Covid-19, hanno subito una brusca interruzione dell’iter adottivo e ancora non sanno quale sarà il loro futuro; ci sono bambini soli che avrebbero potuto (e dovuto) avere una famiglia e una nuova vita già da un anno e mezzo. Bambini spesso con “bisogni speciali”, che necessitano di cure e di tanto amore, per i quali ogni mese in più passato in istituto è pesante come un macigno. “Famiglie in sospeso”, come Alessio Siotto e Laura Cumer si autodefiniscono, che erano pronte a partire per la Cina per concludere l’adozione internazionale prima del Covid-19 ma che ancora non sanno quando potranno abbracciare il loro bambino.

 Alessio, ci potete raccontare la vostra storia?
Circa 4 anni dopo il conferimento del mandato all’Ente per l’adozione internazionale, mia moglie e io ricevemmo la telefonata con la quale ci comunicarono che ci sarebbe stato proposto un abbinamento. Ricordo, era venerdì 6 dicembre 2019, stavamo facendo colazione al nostro bar di fiducia. Ci dissero che eravamo convocati alla sede di Milano dell’Ente per una proposta di abbinamento per il lunedì successivo.
Quel fine settimana ci sembrò eterno. Lunedì 9 dicembre ci recammo a Milano, ci venne raccontata la storia del bambino che ci veniva proposto in adozione, ci furono mostrati foto e video. Accettammo l’abbinamento e inviammo all’istituto dove (ancora oggi) si trova il bambino, delle nostre foto e un video.

Nel giro di pochi giorni arrivò dalla Cina la “Pergamena Verde”, un documento che la coppia adottante deve firmare per formalizzare l’accettazione della proposta di abbinamento. Firmammo e ci venne spiegato che da lì a qualche settimana sarebbe arrivata un’altra pergamena di colore rosso, che ci avrebbe consentito di partire alla volta del Mondo di Mezzo per finalizzare le pratiche adottive. Era fatta.
Durante i primi mesi del 2020 la pandemia da Covid-19 bloccò i viaggi in tutto il mondo. Fu come se un muro di mattoni ci crollasse addosso.

Nell’estate del 2020 la speranza: il drastico calo dei contagi in Italia fece in modo che pian piano le frontiere si aprissero. Paesi quali India, Vietnam e Haiti, per citarne alcuni, pian piano vedevano partire le coppie per dare una famiglia ai bambini ai quali erano state abbinate.

La stessa Repubblica Popolare Cinese iniziava ad aprire gli ingressi agli stranieri per motivi umanitari e di ricongiungimento familiare. Purtroppo tutto ciò non fu sufficiente. Le coppie abbinate a minori cinesi per l’adozione non partirono. Nell’autunno del 2020 e a inizio 2021, arrivarono le altre terribili ondate pandemiche e la Cina chiuse nuovamente i confini, che restano tali a tutt’oggi.

Quante coppie sono nella vostra stessa condizione?
Siamo 35 coppie.

Qualcuno vi ha supportato durante questo periodo?
Oltre ai nostri familiari e ai nostri amici più cari, abbiamo ricevuto supporto dalla psicologa dell’Ente al quale abbiamo dato mandato per l’adozione internazionale e dalle assistenti sociali dei servizi della Provincia Autonoma di Trento che si occupano di adozioni. Un supporto ci viene dato anche dalla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) che, quasi a cadenza mensile, dal dicembre del 2020, ci aggiorna su quanto si cerca di fare per risolvere questa spinosa situazione.

Che cosa è stato fatto finora per cercare di sbloccare la situazione?
Secondo il mio modesto parere da parte della CAI è stato fatto il possibile quanto a tentativi di dialogo col proprio omologo cinese, il CCCWA, dal quale però – a quanto appreso dalle riunioni mensili di aggiornamento – non è facile avere delle risposte e, quando qualche risposta si riceve, non è mai risolutiva. Del resto, se così non fosse, saremmo già partiti…

Quello che si percepisce è purtroppo il totale disinteresse della politica alla nostra situazione. Ad esempio, la Ministra della Famiglia, l’On Elena Bonetti, che tra l’altro è anche presidente della CAI, né sui suoi canali social né nelle sue numerose apparizioni in televisione, ha mai proferito parola o si è esposta in alcun modo riguardo alla situazione delle nostre “famiglie in sospeso”.

Lo stesso si può dire dell’On. Di Maio. Speravo che il Ministro degli Esteri si impegnasse per provare a mediare a livello diplomatico col suo omologo cinese allo scopo di sbloccare le partenze verso la Cina, magari proponendo un canale umanitario, ma anche in questo caso non si percepisce interesse allo sblocco delle adozioni internazionali. Capisco che l’appeal elettorale di sole 35 coppie sia irrisorio e che quindi non desti alcun interesse politico, ma mi illudevo che almeno il diritto di 35 bambini ad avere una famiglia fosse meritevole di attenzione, non dico di tutta la classe politica italiana, ma almeno dei due ministri più coinvolti…

Ci sono delle possibilità grazie calo dei contagi e la campagna vaccinale in atto che possiate partire?
In una delle riunioni con la CAI, ci è stato detto che la Repubblica Popolare Cinese, non apriva alle adozioni internazionali in quanto la cosa poteva destare un malcontento nell’opinione pubblica cinese. Questo perché, mentre – a dire delle stesse istituzioni cinesi – in Cina il Coronavirus è stato sconfitto, in Italia il numero di contagi (ai tempi di quella riunione) era ancora molto elevato. Pertanto, far arrivare i minori in un Paese con una situazione sanitaria come la nostra era considerato, dalle istituzioni cinesi, rischioso sia per la salute dei minori, sia (come già detto) per il possibile malcontento dell’opinione pubblica cinese.

Quando è stato chiesto al vicepresidente della CAI se fosse possibile chiedere una “corsia preferenziale” per vaccinare le coppie abbinate a minori esteri per l’adozione, ci fu risposto che laddove dalla Cina ci fossero state aperture riguardo alle partenze per i vaccinati, avrebbe avanzato tale proposta. È di poche settimane fa (per l’esattezza il 17 maggio) la notizia che il Generale Figliuolo ha disposto (su richiesta della CAI) che le coppie in attesa di partenza per le adozioni in Cina fossero vaccinate prioritariamente. Non sappiamo ancora se questo è avvenuto a seguito di un’interlocuzione tra le istituzioni cinesi e quelle italiane o per impulso della sola CAI. Per rispondere alla domanda, la vaccinazione in via “prioritaria”, unita al calo dei contagi, mi fa sicuramente sperare in una partenza entro la “finestra estiva”, ma non mi illudo troppo: anche la scorsa estate i contagi in Italia erano calati sensibilmente eppure non siamo partiti…

Avete avuto notizie del bambino durante questi lunghi mesi?
Nel corso di questi mesi le cose paiono essere cambiate in Cina. Tra dicembre 2019 e febbraio 2021, il nostro Ente riusciva a far arrivare all’istituto dove alloggia nostro figlio, nostre foto e video. Allo stesso modo, dall’istituto ci arrivavano informazioni sullo stato di salute, foto e video del bambino, circa ogni 2 mesi. Da quest’anno, di tutte le notizie relative ai minori abbinati alle famiglie italiane – da quello che ho capito nell’ultima  riunione con la CAI – si occupa esclusivamente il CCCWA, che ha promesso di inviare aggiornamenti ai futuri genitori almeno a cadenza trimestrale (queste le parole del vicepresidente CAI). Risultato? Non abbiamo notizie del nostro bambino dallo scorso inizio febbraio. Sta bene? È cresciuto? Come vive la situazione? Gli hanno spiegato perché mamma e papà non sono ancora andati a prenderlo? Abbiamo molta paura che si senta abbandonato una seconda volta. Questa volta da noi.

Le vere vittime di questa terribile e difficilmente spiegabile situazione sono i bambini, quei bambini ai quali un anno e mezzo fa è stato detto che nel giro di qualche mese avrebbero avuto una famiglia e che invece vivono ancora in istituto. Ogni giorno che un bambino passa in istituto anziché in famiglia è un giorno di troppo, e qui stanno passando gli anni…

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  • Valentina |

    Noi siamo da due anni in attesa di un abbinamento con un bimbo cinese, e la pandemia ha sospeso tutto. E’ rimasto ora solo mio padre, e non vede l’ora di fare il nonno, e ci chiede spesso com’è la situazione e quando andremo a prendere nostro figlo…Domande alle quali non posso rispondere senza il timore di farlo soffrire.. Di Maio e chiunque non abbia vissuto l’attesa ( di anni, e senza essere certi del risultato) dell’adozione, non possono capire.

  • Riccardo |

    Condividiamo pienamente quanto esposto, auspichiamo che il governo dimostri con i fatti, l’interesse e il sostegno a tutte le coppie che attendono il loro bambino da anni. Anche noi, nonni, attendiamo con ansia l’arrivo del nostro nipotino.

  • Alessio |

    Grazie per avermi preso in considerazione.

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