Genitori di adolescenti, la formula magica non c’è ma una strada sì

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Quattro figli maschi, due dei quali adolescenti. Proprio quando stavo iniziando a gioire del fatto che il quarto fosse finalmente uscito dal periodo dei pannolini, ho iniziato ad accorgermi di qualcosa che sapevo esistere, ma che non pensavo arrivasse così presto: l’adolescenza dei primi due.

È comparsa così: d’improvviso. In pochi giorni il mio primogenito è passato dall’essere il mio piccolo compagno di giochi scherzosi, con momenti che mi riportavano felicemente all’infanzia, ad essere un giovane uomo di oltre un metro e ottanta. E subito dopo anche il secondo è passato dalle battute sugli “Avengers” a pormi domande su temi importanti come affetto e amore e a ridacchiare della sessualità. A complicare il tutto, questo particolare momento della loro crescita si accompagna al periodo pandemico con tutte le sue novità, incertezze, paure e incomprensioni. Sebbene i protagonisti restino loro, il mio desiderio, come quello di molti genitori, rimane quella di accompagnarli al meglio e sostenerli nel delicato percorso che li porterà ad essere, anche nel profondo e non solo nell’aspetto, giovani uomini o giovani donne.

Ma come fa un genitore ad esser pronto? Cosa serve per affrontare un cambiamento tanto improvviso quanto destabilizzante? Conserviamo un ricordo sbiadito delle fatiche vissute in prima persona da adolescenti mentre poco o nulla ricordiamo di quelle fatte passare ai nostri avversari di allora: gli attuali nonni!

Aprendo il web nella speranza che “Santo Google” o “sua scienza Wikipedia” potessero essermi d’aiuto, ho trovato tantissimi trattati sull’importanza della fase adolescenziale per ragazzi e ragazze, sulle skill che devono sviluppare per superarla e su quelle capacità che imparano a mettere in gioco durante questo periodo di crescita così importante. Anche la scuola pone attenzione alla delicatezza di questa fase e offre dei percorsi di accompagnamento e consapevolezza per i ragazzi! Sembra che anche i miei due siano davvero preparati sul tema (se fino a ieri li consideravo “adolescemi”, devo ammettere che da oggi hanno sicuramente ottenuto il grado di “adolescienziati”). Ho chiesto loro quali fossero le capacità più utili che si apprendono attraversando la giovinezza: il primo ha velocemente elencato la comprensione delle regole per stare in gruppo e la predisposizione a saper star bene con sé stessi, mentre il secondo ha puntato maggiormente sulla capacità di scegliere tra le diverse opportunità che incontra.  Mi sono sembrate risposte più luminose ed illuminate del buio cosmico che riempie la mia testa di fronte alle perplessità che nascono durante la loro crescita.

E per noi genitori? Esistono corsi per capire quali siano le capacità per cavarsela in questo nuovo percorso adolescenziale, in cui (ahinoi!) non possiamo neppure più dire di essere i protagonisti? Non ci troviamo di certo di fronte ad un obiettivo facile: per esser guida di figli e figlie adolescenti è importante saper essere punti di riferimento autorevoli, abili nel trasmettere fiducia, capaci di comprendere i desideri e le esigenze non rivelate, fermi e comprensivi nel sostenere ragazzi e ragazze a crescere in modo autonomo e consapevole.

Per certi versi, crescere come genitori può esser paragonato a crescere come leader anche in ambiti diversi! Si apprende pian piano a gestire conflitti mediante l’ascolto, si impara ad accogliere piccole e grandi crisi gestendo stress e pazientando per le esplosioni emotive, si accolgono silenzi e diversità, si sviluppa la capacità di negoziare e la creatività necessaria ad affrontare quotidianamente nuove sfide. Pensando al mio percorso da consulente in ambito risorse umane, alla mia esperienza presente e passata da allenatore alla guida di squadre di pallanuoto e rapportandolo alla grande difficoltà di questo periodo da genitore, mi viene spontaneo cercare rifugio e sostegno lavorando sul miglioramento di alcune capacità fondamentali: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress, orientamento all’interlocutore, comunicazione efficace e soluzione dei problemi. Sono queste le skill che vedo alla base della stabilità di questo periodo e che reputo chiave per riuscire davvero a star vicino ai nostri amati protagonisti dell’adolescenza.

E probabilmente da sole queste skill non basteranno, ma potrebbero essere la chiave per aiutare i genitori a sviluppare forse la skill più importante: una leadership personalizzata e adatta ad esigenze e desideri dei propri figli e delle proprie figlie; non un modello di guida trasversale ed utile ovunque, ma una modalità che sia differentemente corretta per ognuno di loro. Un modello che nasca dal desiderio di comprenderli realmente e di aver cura di loro, incentrato sull’ascolto attivo e sulla empatia che da questo può nascere, sostenuto poi dalla consapevolezza e dalla condivisione dei nostri pensieri con ognuno di loro. Un modello che sappia alternare comprensione e fermezza ogni qual volta sia necessario.

Proprio pensando a ciò che non sempre riesco a fare ripercorro alcuni step ritrovati studiando  che forse possono esser d’aiuto in questo percorso di “Leadership Personalizzata” per noi genitori di adolescenti:

Poniamoci in ascolto, prendiamoci il tempo per capire e non giudichiamo dalle apparenze

Impariamo a guardare dentro alle persone ed in particolare a quelle che ci sono vicine, a valorizzare ciò che seriamente conta, trasmettendo questo valore ai nostri figli e alle nostre figlie.

Riconosciamo il valore delle parole, ricerchiamo una comunicazione equilibrata senza cadere nell’aggressività Il litigio non va sempre gestito a caldo, aiutiamo ragazzi e ragazzi a comprendere e gestire le loro emozioni come noi dobbiamo imparare a fare con le nostre. Diamo l’esempio e cerchiamo di non cedere a manifestazioni di rabbia.

Diamo e pretendiamo rispetto. È importante rispettare gli altri, ma anche saper motivare le proprie scelte e farsi rispettare. È necessario insegnare anche questo!

Non sfuggiamo alla responsabilità delle regole. Non è facile sostenerlo da un punto di vista emotivo e il nostro adolescente di sicuro non ci renderà il compito facile, ma essere un punto di riferimento implica anche saper dire di no accettando il peso del non essere compresi.   

Pensiamo alle nostre scelte, ma guardiamo avanti. Impariamo ad apprendere da ciò che viviamo, comprendendo la possibilità di sbagliare e superando i sensi di colpa. Ricordiamo che sia le scelte corrette che gli errori possono essere occasioni di crescita

A questo elenco manca però il promemoria più importante, quello che dovremmo rileggere ogni mattina, o forse ogni ora: non esiste la ricetta del buon genitore. Ognuno di noi deve prendere consapevolezza dei propri limiti, accettando i propri errori e lavorando per sostenere la propria autostima e la propria motivazione: molto spesso verranno messe a dura prova!

  • gloria |

    non esiste la ricetta per essere un buon genitore,mi congratulo con il giornalista per aver messo in risalto i punti chiavi delle difficoltà ma anche le skills dei genitori che si trovano sia loro stessi ad armonizzare la loro coppia che ad accogliere la complessità, la vulnerabilità e la fugacità degli affetti dei loro adolescenti.Non amici ma figura di riferimento cui i propri figli debbono scontrarsi e incontrasi,aprirsi e chiudersi mantenendo un dialogo e il rispetto per le figure genitoriali che per se stessi pur in periodi di turbolenza.Anche la flessibilità delle regole e il suo rispetto non devono mancare.Bene l’ascolto ma un ascolto attivo che fa crescere ma che implica il confronto e la percezione del rispetto di diverse realtà

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