“Ho sentito dire che in quest’azienda i social network non sono bloccati, vorrei avere la certezza che l’azienda non controlli i dipendenti che li usano. Me lo conferma?” questa inusuale domanda rivoltami durante un colloquio di selezione mi ha lasciato basito. La persona di fronte a me si era dimostrata brillante e preparata durante la prima parte dell’intervista e ho sinceramente pensato che stesse trovando un modo scherzoso per comunicarmi la sua non volontà a proseguire il percorso. A mia domanda diretta, la risposta è stata ancor più stupefacente: “La posizione mi interessa assolutamente, ma non apprezzerei che questa libertà, peraltro corretta, venisse in realtà privata da un controllo ingiustificato da parte dell’azienda.”
In ogni colloquio un comportamento poco appropriato, una domanda che viene mal posta, una parola scorretta che può provocare irritazione all’interlocutore o un approccio maldestramente scherzoso potrebbero costare al candidato o alla candidata l’opportunità di lavoro. Appare difficile capire perché una persona in cerca di una posizione professionale potrebbe azzardare scelte comunicative all’apparenza ironiche o strategie fuori contesto, ma i casi in cui questo si è verificato sono più di uno. Tra i vari spunti trovati nel confronto con professionisti dell’ambito risorse umane e raccolti dalla rete ce ne sono alcuni che meritano davvero una riflessione.
Prima di addentrarci in questa analisi però, è bene fare un veloce passaggio su alcuni comportamenti che sarebbe meglio evitare anche solo per le regole di buona educazione:
– Presentarsi in ritardo: la prima immagine che viene fornita di sé è sicuramente una componente importante per avviare proficuamente un incontro. L’essere in ritardo permette di far cattiva impressione ancor prima di iniziare il colloquio. Sono parecchi i segnali negativi che vengono mandati all’intervistatore, tra gli altri l’incapacità di organizzare la propria agenda unita alla mancanza di rispetto per il tempo altrui. Per carità può capitare un reale disguido: in questo caso non dimenticate di avvisare dell’inconveniente appena sarà possibile.
– Non conoscere nulla dell’azienda per cui si sta tenendo il colloquio: presentarsi ad un incontro senza aver almeno provato a raccogliere qualche notizia sull’organizzazione denota poco interesse o superficialità. In un’era digitale in cui siamo costantemente connessi e possiamo facilmente accedere ad una molteplicità di informazioni, è difficile sostenere di non aver avuto il tempo o la possibilità almeno per una breve ricerca. Incredibilmente questo sembra capitare ancora molto spesso.
– Evitare la sindrome da cellulare acceso: continuare a guardare il cellulare durante un colloquio di lavoro non solo è un gesto maleducato, ma lancia anche un messaggio molto forte al selezionatore sul fatto che avere quel posto di lavoro non sia una priorità.
– Non prestare attenzione all’outfit: quando si sostiene un incontro di lavoro è importante avere uno standing in linea con il ruolo per il quale ci si candida. Il modo di vestirsi e di porsi può, e deve, cambiare in base alla posizione e al contesto per cui ci si propone, ma in ogni occasione è necessario avere un outfit curato.
Proprio tenendo a mente queste poche e semplici regole, appare quantomeno singolare incrociare comportamenti a dir poco assurdi. Pur lasciando al lettore la ricerca del perché alcuni episodi possano realmente accadere, ecco i quattro “scivoloni” che, tra quelli raccolti, sono apparsi più divertenti nella loro incredibilità.
- Un giovane candidato ha richiesto la presenza della madre che lo aveva accompagnato al colloquio. Non riteneva corretto farla aspettare in una saletta adiacente e reputava che il suo sostegno avrebbe potuto renderlo più performante durante l’incontro.
- La scelta di contattare il partner per verificare se lo stipendio proposto fosse adeguato alle esigenze familiari ha tagliato le gambe ad una potenziale manager.
- Presentarsi per una posizione impiegatizia ricercando il contatto fisico tra il cuore dell’intervistatore e la propria anima è sembrato all’azienda un gesto un po’ forte per dimostrare la propria passione.
- La scelta del luogo più adatto dal quale connettersi ad un colloquio online al giorno d’oggi può essere agevolata dall’utilizzo di sfondi virtuali. La toilette può comunque essere una opzione che garantisce intimità in una casa piena di gente ai tempi del coronavirus, ma “tirare l’acqua” prima di essersi disconnessi dal meeting può vanificare il lavoro svolto fino a quel punto.
Ogni colloquio nel suo modo di esser strutturato presenta poi un momento chiave, quell’istante in cui l’intervistatore lascia la parola a candidati e candidate chiedendo: “Ha delle domande?”. È fondamentale prestare la massima attenzione a questo passaggio e non cercare di riempire uno spazio con il primo pensiero che passa per la testa. Alcune domande, infatti, possono risultare assolutamente fuori luogo: sicuramente queste quattro hanno il 100% di probabilità di portare al fallimento l’incontro.
– Di cosa si occupa la vostra azienda? Ripensando a quanto descritto fra i comportamenti da evitare, non aver raccolto informazioni sull’azienda non è un buon segnale. Se tuttavia si volesse chiedere un approfondimento rispetto alle informazioni recuperate, o se si ritiene importante che sia una persona dell’azienda a presentare le peculiarità del business di riferimento, è opportuno trovare un modo più diplomatico per porre questa domanda.
– Ma qui si inizia presto e si lavora fino a tardi? La domanda appare vaga e difficile da interpretare. Che messaggio si vuol lanciare? Per domande sugli orari, è più efficace esser diretti e chiari. Lasciare spazio all’interpretazione può creare ambiguità scomode.
– In questa azienda è consentito avere relazioni con i colleghi/colleghe? Già in caso di un candidato che ha un compagno o una compagna che lavora in azienda sarebbe difficile capire il perché di questa domanda, figuriamoci se così non fosse!
– Controllate i computer, le e-mail e i messaggi dei vostri dipendenti? “Chissà cosa avrà da nascondere…” potrebbe facilmente essere il primo pensiero di chi vi sta intervistando. È davvero strategico porre questa domanda? Se anche fosse, qualcuno potrebbe aspettarsi una risposta sincera, visto che è illegale?
Ogni persona che affronta un colloquio di lavoro può incappare in uno di questi fatidici errori. La preparazione all’intervista, la comprensione del contesto e una corretta strategia per poter rispondere efficacemente alle domande e/o per riuscire a formularle possono fare davvero la differenza. Progettare il vostro incontro, per quanto vi è possibile, aiuterà a tenere a bada le emozioni e ad evitare eventuali “bucce di banana”.