Violenza contro le donne, dalla regione Sardegna 3,5 milioni di euro per finanziare progetti

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E’ la seconda chance. Perché con un lavoro si possono rompere anche i legami con la vita passata, caratterizzata da episodi di violenza o da situazioni di disagio e difficoltà.  Proprio per sostenere le donne che hanno dovuto fare i conti con un passato tutt’altro che felice e aiutarle a ricominciare, la Regione Sardegna ha stanziato 3 milioni e mezzo di euro.

Con questi progetti – dice Alessandra Zedda, assessora regionale al Lavoro – si vuole dare la possibilità a chi ha avuto difficoltà di interpretare la vita nuovamente, passando per un lavoro, un tirocinio o l’attività di formazione”.

L’obiettivo è affrancarsi dal  crearsi  una nuova esistenza. “La Regione  sta attuando politiche attive per aumentare il grado di partecipazione nel mercato del lavoro delle donne – dice l’assessora -, in particolare di coloro in condizioni disagiate, per garantirne la permanenza anche all’arrivo dei figli o nel periodo di assistenza ai genitori anziani, nonché per promuovere l’empowerment delle donne occupate e la valorizzazione della loro esperienza professionale quali driver per la competitività dell’intero sistema socio-economico regionale”.

Il primo passo è stato già compiuto con l’approvazione della graduatoria dedicata e le prime 15 proposte potranno essere attuate. Già dalle prossime settimane inizieranno le erogazioni del primo anticipo, che corrisponde al 50 per cento del finanziamento. “Cercheremo di accorciare al massimo i tempi – prosegue l’assessora – anche anticipando le risorse”. L’approvazione dei progetti e l’erogazione delle risorse dovrà poi tenere conto dei progetti e dei bisogni reali delle persone oltre che di quello che viene definito un percorso individualizzato rispondente alle esigenze e formulato sulle potenzialità delle destinatarie. 

È una promessa mantenuta. L’impegno assunto fin dall’approvazione della prima graduatoria, mirato al reperimento delle risorse per permettere alle tante donne che vivono in condizioni di marginalità o vittime di violenza un protagonismo attivo che le renda capaci di reagire ai fenomeni di esclusione, ha reso possibile la realizzazione di esperienze efficaci di inclusione lavorativa e formativa – conclude – . Il mio impegno a favore delle donne  continuerà a esprimersi nelle sedi e nelle forme opportune, con la convinzione che un sistema sociale improntato su valori di democrazia e libertà non possa prescindere dalla sensibilità femminile e dal loro qualificato e determinante contributo“.