Ci voleva il Covid per sdoganare finalmente lo smartworking. Sono più di 10 anni che alcune aziende italiane hanno cominciato a farne uso, inizialmente per i colleghi con ruoli nelle vendite, IT o team internazionali, e poi per tutta l’organizzazione. Il Comune di Milano è stato il primo in Italia a indire una giornata dedicata al Lavoro Agile nel 2014 e nel 2017 lo smartworking è diventato legge. Solo in questi ultimi mesi possiamo dire che si è esteso veramente tra pubblica amministrazione e aziende private creando modelli organizzativi e comportamenti manageriali che cambieranno in modo più ampio e definitivo anche una volta terminata l’emergenza.
Lo smartworking ha permesso, sopratutto ai lavori più digitalizzati, di poter lavorare con una flessibilità di luogo e tempo diventando anche in estate “southworking” per chi ha lavorato da località diverse dalla sede di lavoro. Questa rivoluzione ha trasformato città, uffici e in generale gli spazi oltre ai modelli organizzativi e manageriali.
E il futuro dello smart working? “Quando nelle scorse settimane abbiamo detto che era in atto una vera rivoluzione lavorativa e culturale, non ci sbagliavamo – afferma Carlo Caporale, amministratore delegato di Wyser – Come testimoniato dalla nostra survey oltre il 70% dei lavoratori vorrebbe che continuasse a essere parte integrante della nuova vita lavorativa, anche in misura minore. Un approccio flessibile da parte delle organizzazioni è sempre più richiesto dai candidati e manager che incontriamo, per cui non stupisce che l’interruzione del lavoro da casa potrebbe essere per molti un fattore determinante nella scelta di cambiare lavoro. Sarà difficile riuscire a tornare indietro”.
Tuttavia lo smartworking ha generato anche altri effetti, un pò meno positivi, dal punto di vista dell’economia delle città più industrializzate o della gestione familiare.
Londra si è svuotata, la maggior parte dei grattacieli è vuota e il governo continua a cercare di convincere le aziende a rientrare negli uffici per aiutare l’economia. I lavoratori che sono a casa non comprano il pranzo nei negozi o bar o ristoranti, non fanno la spesa vicino all’ufficio e non vanno a fare shopping. Tutto ciò significa che i centri delle città dove si trovano tanti uffici e negozi stanno letteralmente soffrendo mettendo a dura prova l’economia della city.
Vuota anche Milano e stesso invito è arrivato anche dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha recentemente spiegato le ragioni per cui questo nuovo paradigma necessita di essere governato per non creare effetti controproducenti per i lavoratori e le aziende stesse.
D’altra parte, però, il lavoro da casa è stato anche molto faticoso. Innanzitutto, perché nella maggior parte dei casi non si è trattato di smart working ma piuttosto di remote working in cui semplicemente è cambiato l’ambiente in cui si svolge il proprio lavoro – e non sempre l’ambiente domestico si è rivelato adatto o adeguato: perché gli orari di lavoro si sono dilatati e perché coordinarsi a distanza per così tanto tempo ha generato molto stress sopratutto per le mamme lavoratrici.
Anche i coworking hanno ripreso le attività e, rappresentando modelli innovativi di luoghi di lavoro, stanno ripensando gli spazi. “La fatica rilevata dalle persone che hanno lavorato a casa è anche di tipo emozionale – Questo è quanto osserva il coworking Copernico – Se è vero che la maggior parte dei lavori d’ufficio possono essere svolti anche fuori da un ufficio tradizionale, le interazioni permesse dall’ambiente di lavoro non sono invece riproducibili all’esterno. E ora che ci stiamo preparando per rientrare in ufficio è quindi importante gestire attentamente la fase transitoria, che porterà a una nuova normalità. Perché anche se la situazione, a livello sanitario, è ancora delicata, abbiamo tutti bisogno di riappropriarci dei nostri spazi e delle nostre abitudini, ma dovremo farlo gradualmente, garantendo la massima sicurezza. Bisogna tornare alla normalità senza paura, con attenzione, ma non si può rinunciare alla socialità”.
Accordare i bisogni aziendali con le esigenze delle persone è la nuova missione post Covid per una ripresa alla nuova normalità.