#TrustYourself, lavoriamo contro gli stereotipi

card_lidia_carew1

Lidia è una ballerina professionista, attrice e fondatrice di una no-profit. Nata e cresciuta in Friuli, nel nord-est d’Italia, ha studiato a Milano e poi a New York. Ha lavorato con musicisti e registi di fama internazionale, e, una volta rientrata in Italia, a teatro e in televisione.

Nonostante il suo talento ed esperienza, l’insidioso interesse riguardo alla sua identità rimane: si sente davvero italiana? Domanda stridente. In effetti la nazionalità di uno dei genitori di Lidia Carew – che ha ballato per Alicia Keys e Spike Lee, e molti altri – italiana non è. Ma quel tipo di curiosità, evidente in certi articoli che la riguardano e aneddoti personali raccontati dalla Carew, quei commenti su quanto sia riuscita ad integrarsi in Italia, sui suoi capelli, non esprimono interesse per una potenziale identità legata – anche – ad un altro paese. Si riferiscono piuttosto al presupposto che una persona dalla pelle nera non possa essere, a tutti gli effetti, italiana.

Le parole sono importanti. Anche quando prive di malizia, rivelano le nostre strutture mentali. In molti casi queste strutture si basano su stereotipi così internalizzati che rimuoverli richiede uno sforzo consapevole, deciso e continuo. È uno sforzo che è importante fare.

Non solo perché l’ignoranza (e di questo si tratta) è imbarazzante. Ma anche perché fa un disservizio all’Italia, alla sua capacità di coltivare talento, in qualsiasi settore e attività: dalla danza all’imprenditoria, alla medicina, all’arte, alla politica. Fa un disservizio alle generazioni future di italiani, e alla loro capacità di contribuire alla crescita del proprio paese. E fa un disservizio al posto che l’Italia di oggi e di domani può occupare nel mondo, alla sua autorevolezza a livello internazionale.

Il problema, naturalmente, non è solo nostro. Altri paesi sono afflitti da stereotipi e pregiudizi, che purtroppo si manifestano anche in modo violento. Ma si può migliorare – e, come dice Carew, già lo stiamo facendo: istruendoci, leggendo, ascoltando chi è stato danneggiato o ostacolato da preconcetti di qualsiasi tipo, che si riferiscano all’etnia, al genere, all’orientamento sessuale o alla disabilità. È un esercizio mentale, quello dell’educazione contro gli stereotipi, da mantenere vivo nel tempo, e che vale per tutti.

Ascoltare le parole di Lidia Carew è un ottimo allenamento – come il nome della sua no-profit, Lidia Dice…, ci invita a fare. Le si può ascoltare guardando le registrazioni dei suoi vari interventi pubblici, partendo dal monologo per TedxBocconiU, nel 2015. E le si potrà ascoltare nuovamente il 15 giugno, all’evento organizzato da Alley Oop e Il Sole 24 Ore in collaborazione con Accenture. Per maggiori informazioni è sufficiente cliccare sulla foto qui di seguito.

9550ebd5-cadf-4d7e-b67e-1dc9890111f4