In Olanda l’8 giugno sarà il primo giorno di ritorno totale a scuola.
Dopo qualche settimana “a metà”, i bambini dai 4 a 12 anni si rivedranno con tutti i loro compagni fino alla fine dell’anno scolastico che per la regione dove vivo, è il 17 luglio. E si riprende anche perché sono bassi i numeri di contagi, registrati in questa fase di passaggio, tra il personale docente, testato ormai al pari di medici e infermieri. In definitiva, continuano a dire gli studi, i bambini sotto i 12 anni rappresentano una categoria meno a rischio, senza contare poi che oggi la situazione sanitaria nazionale è più sotto controllo, tanto da permettere la riapertura (a numero limitato) di musei, cinema, ristoranti e bar.
Nell’ultimo mese ogni alunno ha diviso la sua settimana alternando le lezioni in classe e il programma di studio a casa, coi genitori, quindi, parzialmente coinvolti nella supervisione. Da lunedì si ritorna al ritmo di prima della chiusura di marzo, mantenendo molte delle regole di distanziamento, e comunque, come da sempre, senza mascherina né guanti.
Ogni scuola fin qui ha adottato sue specifiche modalità per garantire una ripresa sicura, ma più o meno le pratiche di gestione si sono assomigliate, nel rispetto delle direttive nazionali: pochi alunni in classe, distanziamento all’ingresso e all’uscita, genitori invitati a lasciare in fretta gli spazi attorno alle strutture per non creare raggruppamento.
Già durante il periodo di home schooling, poi, i bambini erano stati tenuti al corrente della situazione con i toni adatti per la fascia di età e, al primo rientro, informati sul perché del distanziamento tra i banchi, sul significato dello stare separati in aula e sull’importanza di lavarsi le mani più spesso o tossire nel gomito. Si è cercato di creare così piccoli cittadini un po’ più consapevoli e rispettosi della regola del “metro e mezzo”, l’arma qui più utilizzata nel cercare di contrastare la pandemia, al fianco delle chiusure di qualsiasi attività di aggregazione.
Anche gli ordini di istruzione superiore ripartono. Gli studenti fino ai 18 anni sono tornati da poco a frequentare le scuole tra lezioni in streaming e alcune giornate in classi piccolissime dove recarsi, il più possibile, in bicicletta o a piedi. Non poi troppo un sacrificio, in realtà, vista la primavera più soleggiata e secca mai registrata da queste parti e la consuetudine olandese, ormai proverbiale, di pedalare anche in pieno inverno o sotto la pioggia battente. Si va a scuola, quindi, senza mezzi pubblici che pure hanno ripreso le loro corse, ma con capienza limitata e, tra i pochi luoghi nei Paesi Bassi, sui quali è obbligatorio indossare le mascherine.
Nell’aria e per le strade si respira un’evidente sensazione di (riscoperta?) leggerezza, affiancata però della presenza costante della nuova misura – il metro e mezzo, appunto – della quotidianità sociale: la ricordano i cartelloni stradali, le vetrofanie dei negozi e gli adesivi sulle vie dei centri pedonali. Il rischio è che ce ne si scordi, nell’euforia della ripartenza.