Città Sommersa: una figlia, un padre e l’Italia degli anni di piombo

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Città Sommersa tiene ben unite tre storie, tre livelli di racconto: quella di Marta (Barone), che dopo la morte del padre, Lorenzo Barone, inizia a ricostruire la sua vita  e giovinezza in parte misteriosa e ad un certo punto sileziosa; la storia di L.B., ragazzo del Sud arrivato a Torino per militare al fianco di quegli operai immigrati trattati come bestie; e la storia degli anni di piombo, di quella sinistra extraparlamentare estrema, pericolosamente attrattiva e fanatica, che trasformò la rivendicazione sociale in una sanguinosa lotta armata.

Grazie a questa stratificazione narrativa e temporale, leggere questo libro è leggere una storia personale e nazionale in una volta sola. Inseguendo L.B. negli anni della militanza affiorano e si imparano nomi importanti e dolorosi come quello di Roberto Crescenzio, il ragazzo bruciato nell’attentato dell’Angelo Azzurro di Torino; o quello di Albertino Benvicini, bambino vittima degli ospedali psichiatrici, il ragazzo dai capelli fini che scrisse nel ’78 quel bellissimo “fate la storia senza di me” dissociandosi da una lotta politica diventata buia e violenta.

Evento dopo evento, queste pagine rappresentano in sè anche un’opportunità importante:  quella di vedere come  “essere antisistema” non sia un argomento e strumento politico nuovo, ma (portato all’estremo) principio e causa, più di quarant’anni fa, della deriva armata di una certa sinistra extraparlamentare italiana.

La scrittura è intima eppure lontana, tenera, ma timorosa, come tentasse di mantenere una distanza di sicurezza tra sé e la sofferenza di avvicinarsi alla vita di un padre, Lorenzo Barone, che fu anche quella di un militante degli anni ’70, L.B., che abbandonò una politica divorata dalle pallottole, rimanendone comunque segnato per sempre.

Il talento di Marta Barone in questo esordio letterario candidato al Premio Strega 2020, è proprio quello di riuscire a cambiare colore al racconto senza mai farlo separare nelle sue parti. Di percorrere la sua storia dentro la storia di un padre, che è anche un uomo, che è anche la storia di un pezzo di Italia e di una generazione.