Perché su Twitter seguiamo più gli uomini che le donne?

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Per le donne Twitter, a volte, non è un luogo amico, può rivelarsi un posto tossico. Molte giornaliste, politiche, attiviste ed esperte hanno un account per necessità professionale, altre donne lo usano per raccontare attimi e condividere momenti di vita, ma la loro partecipazione su questo social ha un costo.

Attacchi, minacce, molestie. Le donne hanno imparato a silenziare o a ignorare i tweet in cui sono menzionate, a bloccare i follower molesti. Ma la violenza online contro di loro non si ferma. Secondo uno studio di Amnesty International su circa 14,5 milioni di tweet che menzionano le donne, 1,1 milioni sono abusivi o problematici. Significa un tweet offensivo ogni 30 secondi.

pennNon c’è però solo il problema molestie. Il sessismo su Twitter si perpetua anche in un altro modo. Uno studio, pubblicato pochi giorni fa su JAMA Internal Medicine, ha analizzato come le donne su questo social siano meno influenti rispetto agli uomini. Piattaforme come Twitter dovrebbero offrire a tutti e a tutte in egual misura l’opportunità di promuovere il proprio lavoro e creare reti professionali. In realtà le donne, secondo la ricerca che ha analizzato il campo della medicina e delle professioni sanitarie, hanno un numero inferiore di follower, like e retweet: il 45% in meno di “mi piace”, il 48% in meno dei retweet e la metà dei follower.

I risultati dicono che la disparità di genere si acuisce soprattutto a livello apicale, tra i professori ordinari, ma è presente anche ai livelli più bassi della carriera accademica.
Le donne, poi, rispetto agli uomini, sono più propense a seguire altre donne e ricambiano il follow di chi le segue.

Gli autori di questo studio hanno identificato i partecipanti al meeting dell’AcademyHealth 2018, la più importante riunione di ricercatori scientifici negli Stati Uniti. Hanno lavorato sugli account Twitter di quasi oltre 800 persone appartenenti al mondo della salute. Ma non sono gli unici ad aver riscontrato queste evidenze. Sono numerose le ricerche che hanno parlato del problema “soffitto di cristallo” su Twitter. Secondo uno studio dell’Università dell’Indiana, il gender gap che riguarda il numero di follower aumenta esaminando gli account più seguiti: gli utenti percepiti come uomini hanno un numero di follower e retweet significativamente più elevato rispetto a quelli percepiti come appartenenti al genere femminile.

Le donne su Twitter, quindi, non riescono a far sentire adeguatamente la loro voce. Sono gli uomini a dominare. Continuano a essere considerati più autorevoli, non in base alle loro ricerche e risultati, ma perché appartengono al genere maschile. Le stesse dinamiche che esistono nel mondo reale sembrano esistere anche online. «Quando qualcuno non ha abbastanza informazioni per stimare la competenza o l’esperienza di una persona, come spesso accade su Twitter, è portato a considerare gli uomini più competenti delle donne. Sono seguiti di più per questo motivo» spiega commentando lo studio la professoressa Kim Weeden direttrice del Center for the Study of Inequality della Cornell University, che prosegue: «Altre ricerche hanno scoperto che quando le donne sono considerate competenti sono ritenute anche antipatiche. Questo è un altro aspetto che porta un minor numero di like e follower per le donne rispetto agli uomini».

rachelCreato per dare a ogni voce il potere di avere un impatto sul mondo, Twitter quindi non riesce ad assolvere appieno la sua missione. Ed è proprio sul social dei cinguettii che la comunità scientifica internazionale ha dibattuto sui risultati della ricerca. Il tweet della professoressa Rachel Werner, executive director del Leonard Davis Institute of Health Economics, una delle autrici dello studio, è diventato virale. Tantissime donne, anche al di fuori del settore biomedico, che appartengono al mondo della scienza, hanno concordato. Molti uomini tendono a seguire altri uomini e a menzionarsi fra di loro, escludono così le donne dal dibattito scientifico su Twitter impedendo loro di acquisire visibilità e influenza. Alcune ricercatrici, per questo motivo, in queste ore hanno lanciato l’hashtag #FollowWomen.

C’è però un problema più ampio da affrontare e riguarda la promozione della ricerca delle donne e il riconoscimento del loro contributo al progresso scientifico. I dati non sono confortanti.In tutto il mondo, le donne rappresentano solo il 24% delle persone ascoltate, lette o viste su giornali, televisione e radio in qualità di esperte. Nei tweet, sia come soggetti, fonti o nelle menzioni le donne presenti sono solo il 28%.

Che strategie si possono mettere in atto? Su Twitter seguire consapevolmente le donne nella stessa misura in cui si seguono gli uomini. Un contributo decisivo potrebbero darlo gli influencer. Ma la verità è, che è difficile cambiare i social se non si cambia prima la realtà.

  • Carlo |

    mettete le quote rosa anche sui social, censura n. 2

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