Questa settimana sono più di 520 mila i maturandi che devono affrontare la prova orale della maturità per arrivare a prendere il diploma, traguardo importante per il curriculum studiorum dei ragazzi italiani ma anche degli insegnanti che hanno accompagnato i loro studenti in un cammino lungo e complicato.
Il ruolo dell’insegnante, spesso dibattuto e giudicato, è tra i più complessi nell’ambito lavorativo italiano perché si incastona in un sistema, tra genitori, alunni e dirigenti, complesso e a volte logorante. Eppure è un ruolo strategico perché ha il compito fondamentale di educare e traghettare al domani le nostre generazioni più giovani.
L’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha recentemente pubblicato un’indagine sul ruolo degli insegnanti nella scuola nei vari Paesi europei coinvolgendo più di 260.000 insegnanti e dirigenti scolastici di 15.000 scuole primarie, inferiori e superiori di 48 paesi. Quello che emerge è che la scuola europea necessità di una rivalutazione del ruolo degli insegnanti in ottica più strategica e più competitiva dal punto di vista della retribuzione per soddisfare la crescente domanda in tutto il mondo di insegnanti di alto profilo.
La costante e frenetica evoluzione delle economie globali, richiede un approccio “Lifelong Learners“, cioè persone disposte a continuare ad apprendere tutta la vita, per cui il contributo degli insegnanti sarà sempre fondamentale. Tuttavia gli insegnanti presenti oggi nelle scuole europee non sembrano essere pronti per sostenere questo cambiamento, perché a loro volta non ricevono adeguata formazione tecnica immediatamente spendibile in classe. Poco più della metà degli insegnanti dei Paesi OCSE partecipanti ha ricevuto una formazione sull’uso della tecnologia ma meno della metà si è sentita ben preparata quando è entrata in classe ad insegnare. Questo porta ad un interessante fenomeno per cui sono i ragazzi ad essere in grado ad utilizzare le tecnologie meglio dei loro Prof.
Un altro tema interessante è quello della carriera: insegnanti si nasce e non si diventa. L’insegnamento è stata la prima scelta di carriera per due insegnanti su tre nei Paesi aderenti all’OCSE, ma solo per il 59% degli insegnanti di sesso maschile, rispetto al 70% delle insegnanti di sesso femminile. Per quanto riguarda la motivazione, l’insegnamento è stata la prima scelta professionale per il 65% degli insegnanti in Italia e per il 67% nei Paesi OCSE. Per quanto riguarda i motivi di questa scelta, almeno il 79% degli insegnanti in Italia cita, come motivazione principale, l’opportunità di influenzare lo sviluppo dei ragazzi o di contribuire alla società. In Italia, gli insegnanti hanno, in media, 49 anni, superiore all’età media degli insegnanti dei Paesi OCSE. Inoltre, il 48% degli insegnanti in Italia ha 50 anni e più (media OCSE 34%). Ciò significa che l’Italia dovrà rinnovare circa un docente su due nel prossimo decennio.
La relazione insegnate-studente risulta essere molto positiva, con il 97% degli insegnanti in Italia che concorda sul fatto che studenti e docenti di solito vanno d’accordo tra loro. E’ proprio su questa leva che dovremmo intervenire perché in molte situazioni sono gli insegnanti a rappresentare un punto di riferimento per i ragazzi italiani. Negli ultimi giorni di scuola pensiamo a come dare fiducia e autonomia agli insegnanti italiani per innovare e instillare una cultura collaborativa in ogni scuola per le classi di oggi e di domani.