La nazionale volley sorde ha vinto l’oro. Ha perso un solo set durante gli scontri del campionato europeo e si è portata a casa la medaglia più prestigiosa. Dopo l’argento alle Olimpiadi dei Sordi di Samsun 2017, un altro risultato eccezionale per la squadra allenata da Alessandra Campedelli.
Naturalemente l’allenatrice è più che soddisfatta del risultato ottenuto, anche perché le russe in finale, sono state surclassate da un 3 a 0 (25-13; 25-19; 25-16): “Questo oro è stato il coronamento di un percorso che dura da tre anni, da quando sono arrivata ho voluto creare una squadra che fosse all’altezza ma anche portatrice di valori e questo ha fatto la differenza: un vero e proprio collettivo dove ognuno ha portato il proprio valore. Abbiamo preso diversi premi individuali persino io come migliore coach: ma tutti sono stati possibili grazie a una squadra, grazie a un capitano che fa un lavoro di grande importanza”.
Gli europei, che si sono svolti al PalaPirastu di Cagliari, sono stati patrocinati dal comune e organizzati dalla Federazione Sport Sordi Italia con Esdo (European Sport Deaf Organization), CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e Fipav (Federazione Italiana Pallavolo. Uno schieramento di istituzioni importanti per dare valore alla competizione, che ha visto primeggiare le azzurre.
Ma qual è il segreto di questa squadra? “La cosa più forte di questa nazionale, è il fatto che sia un esempio di come il mondo della sordità sia variegato a possa convivere, non sempre è facile mettere insieme le varie lingue e le difficoltà comunicative delle stesse giocatrici: c’è chi usa la lingua dei segni, chi la voce eppure ci siamo sempre capite! Siamo state i precursori nel cantare l’inno con la lingua dei segni, ora tutte le squadre segnano. Per noi è un motivo di orgoglio” spiega Campedelli, aggiungendo inoltre: “Non è solo importante la vittoria nello sport, per noi l’obiettivo parallelo è quello di far conoscere la sordità, quali sono le barriere comunicative che ancora esistono.
Se si è accoglienti anche a questo mondo un sordo può fare tutto! La sordità è una disabilità che non si vede quindi è più difficile essere accoglienti e nol siamo riuscite a farci conoscere e a portare questa bandiera: un vero mediatore per la conoscenza di questa disabilità”.
Alessandra Campedelli racconta di come la capitana Ilaria Galbusera abbia segnato l’ultimo punto e ne è fiera, perché “Ilaria oltra a essere una grande atleta ha favorito all’affiatamento della squadra”. Dal canto suo la capitana è orgogliosa della sua squadra: “E’ un’emozione impossibile da spiegare, dodici anni per conquistare questa medaglia d’oro. Un sogno che è diventato realtà! Siamo una bellissima squadra, abbiamo giocato molto bene dall’inizio alla fine, non perdendo neanche una partita. Una squadra e uno staff stupendo, come pezzi di puzzle che si sono incastrati alla perfezione e siamo riusciti a vincere questa medaglia che è una cosa immensa per noi e per tutto il movimento sportivo sordo”.
Ha vinto l’inclusione che Ilaria e le sue compagne cercano di portare nelle scuole e nei loro Champions Camps. A questo punto la strada per i prossimi mondiali è iniziata!