“Da qui a 5 anni vorrei aver vinto parecchie medaglie. Punto a Tokyo 2020 e alle Olimpiadi successive. Ma per farlo devo coltivare la fame di vittoria”. Simona Quadarella ha 21 anni, un palmares di tutto rispetto con 38 medaglie all’attivo e un carattere riservato e sorridente, ma solo per chi non è fra i suoi intimi. In realtà, per vincere quello che ha vinto lei, la determinazione e la grinta devono essere davvero notevoli e traspaiono dalle sue parole, nonostante il tono pacato e lo sguardo sereno. “Vincere è facile ma riconfermarsi è difficile. Bisogna mantenere i piedi per terra e testa bassa. Nello sport a certi livelli è fondamentale l’umiltà e appunto la fame di vincere, che si contiva anche in allenamento” sottolinea a margine dell’evento “Splash into the health”, organizzato da American Pistachio Growers, l’associazione che rappresenta i coltivatori di pistacchio americano. Perché le sportive, sempre di più, stanno diventando le testimonial ideale per le aziende per i valori che rappresentano, come ha dimostrato una ricerca Nielsen.
D’altra parte le loro storie, come quella di Simona Quadarella, sono fatte di impegno, sacrificio, spirito di squadra anche negli sport individuali, rispetto degli avversari, umiltà, voglia di migliorarsi. Solo per citarne alcuni. E passione per ciò che fanno. “La passione per il nuoto, nel mio caso, è nata con mio padre che l’aveva ereditata a sua volta da suo padre. Aveva iniziato mia sorella, che è sempre stato il mio modello, e io ho voluto seguirla. L’obiettivo era batterla e alla fine ci sono riuscita” racconta Simona, che quando parla della sorella ha quell’orgoglio di sorella minore misto a quella voglia di non essere sempre la seconda. “Ho sempre visto Erika come modello, perché era brava a scuola e riusciva nelle cose. Adesso è laureata in ingegneria chimica con 110 e lode e sta facendo un dottorato in Arabia Saudita. I miei sono stati molto fortunati” chiosa con un sorriso e poi aggiunge: “Mi ha sempre tenuto in riga. Da piccole litigavamo spesso, oggi succede davvero di rado. E’ cresciuto anche il nostro rapporto“.
E se Erika Quadarella non si è risparmiata sui libri, Simona non lo fa in vasca. “Faccio due allenamenti al giorno da due ore per 4 giorni alla settimana e un allenamento al giorno da due ore per due volte alla settimana, poi palestra due o tre volte a settimana” spiega la nuotatrice e poi con sguardo più intenso aggiunge: “E’ difficile fare gli allenamenti, tornare a casa, mangiare e poi ritornare in piscina. Per quanto il nuoto sia la mia passione, c’è una componente di fatica e di impegno anche mentale. Bisogna avere una forte determinazione per mantenere la disciplina che richiede lo sport. E quando scendo in vasca, negli assoluti per esempio, devo mantenere la concentrazione per combattere da sola in vasca“. Una concentrazione che il suo allenatore, Christian Minotti, ex atleta ed ex azzurro, le legge sul viso. “Il mio allenatore capisce subito se sono in gara o meno e a fine gara capita che mi dica ‘oggi non c’eri’. E’ la persona con cui mi confronto di più, mentre i miei genitori sono quelli con cui sfogo le mie delusioni, i miei dubbi e i miei nervosismi. Il mio è uno sport individuale, quando scendo in vasca sono da sola, ma ho intorno a me una squadra e in cima ci sono l’allenatore e la mia famiglia“. E la consapevolezza che i risultati in gara non sono solo il frutto di uno sforzo individuale è un altro ingrediente fondamentale per le atlete, come hanno raccontato ad Alley Oop anche la campionessa di Karate Sara Cardin e la campionessa paralimpica di nuoto Monica Boggioni.
Simona è reduce dagli Assoluti di Riccione. Cinque giorni di gare, a inizio aprile, che qualificano ai Campionati Mondiali di Gwangju, in Corea del Sud, dal 21 al 28 luglio. In vasca 685 atleti di 183 società (e alla fine 24 pass per gli italiani per i prossimi Mondiali). E la giovane nuotatrice romana non ha deluso dopo i tre titoli europei la scorsa estate a Glasgow, si è portata a casa la tripletta anche nel mezzofondo italiano: titolo Assoluto nei 400 nell’ultima giornata, dopo quelli degli 800 e 1500 dei giorni precedenti quando ha ottenuto anche l’argento nei 200 alle spalle di Federica Pellegrini. Il crono della romana è 4’06”82, qualche centesimo oltre il limite e tanto basta per farle dire ora: “Agli assoluti Speravo di fare di meglio“, ma guarda oltre. “Adesso a maggio andrò in Arizona, a Flagstaff, per tre settimane. Saremo in altitudine, dove c’è meno ossigeno e gli allenamenti sono più intensi. Il test sarà il Trofeo Sette Colli e poi via per i Mondiali“.
E oltre all’altura, Simona usa allenarsi anche con gli uomini per tirare di più. “Mi alleno con i maschi. Facciamo tutti i campionati italiani assoluti e io nuoto con un ragazzo che fa le mie distanze ma ha 3 anni in meno di me, Luca. E ogni tanto lo batto” racconta SImona soddisfatta, a cui, nella conversazione non cito mai Federica Pellegrini, perché quella sì che è una ‘sorella maggiore’ ingombrante. Però lo fa lei: “Vorrei avere sempre la fame di Federica, che trova sempre nuovi stimoli per misurarsi con se stessa“. E con un altro carattere e un altro atteggiamento, ma con lo stesso passo nelle vittorie, Simona quella fame ce l’ha e la coltiva, perché se è vero che lo sport a certi livelli qualcosa lo toglie soprattutto nell’adolescenza, è anche vero che “Mi ha dato tanto lo sport e mi ha tolto qualcosa per la mia età. Faccio tanti sacrifici e dovrò farne ancora, ma lo sport mi ha dato emozioni inimmaginabili” ammette.
Disciplina sì, ma ogni tanto sgarra anche Simona: “Da qualche anno mi segue una nutrizionista, ma i miei alimenti preferiti sono la pizza, il gelato e i primi piatti romani come la carbonara e la gricia. E i pistacchi mi piacciono – ammette durante il pranzo – perché mio padre è siciliano“. Fisico e mente. “Trovo la concentrazione nelle piccole cose come nella musica che ascolto e nei gesti del riscaldamento pre gara“. E d’altra parte, come dice lei, “non bisogna farsi distrarre da ciò che c’è intorno“, anche delle attese di un Paese che la seguirà dalla tv il prossimo luglio nelle vasche della Corea del Sud.