Le donne nella storia raccontate con due graphic novel

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La scorsa settimana abbiamo visto Lady Gaga vincere un premio Oscar e regalarci un discorso, commosso e appassionato, sull’importanza della disciplina e del coraggio per raggiungere i propri obiettivi. Negli stessi giorni girava sui social la foto di un libro di scuola elementare, contemporaneissimo, in cui si poteva leggere che la mamma cucina e stira, mentre il papà legge e lavora.

E così, tra contraddizioni, paradossi e pregiudizi, ci accingiamo a festeggiare ancora una volta l’8 marzo. Appurato che le mimose non sostengono la causa femminile, se c’è un modo veramente efficace di festeggiare le donne è celebrandole. Non in quanto donne, ma per il loro agire, per i modi in cui hanno affrontato e attraversato la storia. Meglio ancora se a raccontare questa Storia, parallela alla Storia fatta dagli uomini, viene utilizzato un mezzo pop capace di accattivare e conquistare ogni membro della famiglia: la graphic novel.

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Si tratta del secondo volume pubblicato da Bao che raccoglie le storie di Penelope Bagieu, fumettista francese, best seller in Francia. Il tratto è allo stesso tempo rigoroso e giocoso, così come la narrazione, che attraversa con grazia le epoche storiche e la geografia per raccontare vite più o meno note. Con un certo umorismo, peraltro. La cifra che accomuna queste storie non è tanto l’eroismo, quanto la normalità della diversità. La naturalezza con cui queste protagoniste hanno conquistato il proprio spazio divenendo simboli di emancipazione, impersonando diverse sfaccettature di emancipazione. Dalle più conosciute come Hedy Lamarr, attrice, sex symbol e inventrice che ha anticipato alcune tecnologie divenute fondamentali, a figure come Sonita Alizadeh, rapper afghana, Nelly Bly, emblema della vocazione al giornalismo investigativo, Phoolan Devi, la leggendaria (ma storica) regina dei banditi indiana. Non si tratta solo della sensazionalità di alcune figure che comunque restano troppo spesso dimenticate dai libri di studio, ma anche di vicende meno grandiose, persino tenere, che nondimeno hanno contribuito a modificare il ruolo culturale e sociale della donna. Ma anche solo ad ammorbidirne gli spigoli.

Donne senza paura
Se il primo è una narrazione per episodi, qui invece ci troviamo davanti a un percorso, un viaggio che comincia alla fine dell’Ottocento e arriva fino ai giorni nostri. Le due autrici, norvegesi, individuano nel 1848 e nella cosiddetta Dichiarazione di Seneca Falls l’inizio di un vero e proprio movimento per l’emancipazione femminile. Da qui in poi la storia si snoda attraverso il racconto delle gesta di alcune donne simbolo, donne che hanno contribuito in vari modi a picconare un mattone alla volta il muro di una vera e propria prigione sociale. Oggi diamo per scontate parecchie di queste conquiste, come il diritto di voto, il diritto allo studio, l’accesso agli anticoncezionali. Dimenticando quanto invece siano recenti e quale fosse la realtà in cui vivevano le nostre stesse nonne. Dimenticando quelle donne che sono scese in strada, che hanno partecipato ai convegni degli uomini dietro un paravento, che hanno subito la pena di morte in paesi che non hanno accettato il loro messaggio di libertà e uguaglianza. Suffragette, filosofe, dottoresse, ma anche antischiaviste e abolizioniste, perchè la lotta di una minoranza è la lotta di tutte le minoranze. Fino ad arrivare a Malala, la più giovane e contemporanea di queste donne senza paura. E questa storia termina con una chiamata all’azione. Perchè molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. Certo non tutte possiamo essere senza paura. Ma un pizzico di coraggio, almeno quello, possiamo trovarlo dentro di noi.

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Indomite vol. 2, Pénélope Bagieu, BAO, marzo 2019, €20

Donne senza paura, Marta Breen e Jenny Jordhal, TRE60, febbraio 2019, €14,90