Con “Becoming Maestre” il talento femminile prende lo spazio che merita nel cinema

«Ma perché si parla sempre di maestri, e mai di maestre?»: è da questo interrogativo che nasce Becoming Maestre, iniziativa di mentoring e accesso al lavoro rivolta al talento femminile italiano nell’audiovisivo. Promossa da Netflix e dall’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Becoming Maestre –  alla sua terza edizione – si propone di formare e premiare ventiquattro giovani talenti femminili nel settore.

Spazio alle meastre, la strada è in salita

«Lo spazio per le maestre mi sembra in crescita in tutti i settori, ma le percentuali rimangono agghiaccianti – racconta ad Alley Oop Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dei David di Donatello –  Dobbiamo assolutamente raggiungere il 50 per cento. L’obiettivo è ancora lontano su tutte le catene, ma ci sono sempre più donne, tra cui registe e autrici, che riescono a imporsi. Non posso dire di vivere in una società che rispetta l’equilibrio di genere perché mi sembra che continui a esserci una resistenza a riguardo nei posti decisionali».

I numeri parlano: come riportano i dati raccolti da Lab Femmes de Cinéma, think tank francese che si occupa di parità e diversità nell’industria cinematografica e audiovisiva, in Italia meno di un regista su sei è donna, rispetto a circa una su tre in Austria, Svezia o Norvegia. L’unico Paese in Europa con un numero di registe donna inferiore all’Italia è la Bulgaria (15% contro il 14%). Mettendo a confronto il numero di lungometraggi prodotti tra il 2018 e il 2023, Lab Femmes de Cinéma evidenzia che, nonostante una nuova legge sul cinema sia stata adottata in Italia nel 2016 e prorogata poi nel 2021 per sostenere finanziariamente e in modo più rilevante le registe, la situazione delle donne nell’industria cinematografica in Italia è migliorata di ben poco.

Invertire la rotta puntando sui giovani talenti

Sono ventiquattro le giovani aspiranti registe, direttrici della fotografia, montatrici, montatrici del suono e foniche di mix che hanno preso parte alla terza edizione di Becoming Maestre.

Al centro della loro formazione, esercitazioni e sessioni di tutoraggio individuale e di gruppo con i mentori della loro categoria: Francesca Archibugi e Ivan Cotroneo per la regia; Daria D’Antonio e Luca Bigazzi per direzione della fotografia; Esmeralda Calabria e Walter Fasano per il montaggio; Daniela Bassani e Francesco Tumminello per il suono.

Tante le masterclass collettive durante cui le partecipanti hanno avuto l’opportunità di ascoltare e interagire con importanti personalità dell’industria audiovisiva italiana quali Enzo Avitabile, Tani Canevari, Sara Casani, Paola Cortellesi, Edoardo De Angelis, Giulia Forgione, Gina Gardini, Luisa Lazzaro, Romana Maggiora Vergano, Francesca Manieri, Laura Muccino, Matteo Rovere, Jasmine Trinca così come con grandi nomi internazionali come Mariela Comitini, assistente di regia per Megalopolis di Francis Ford Coppola; Nina Hartstone, sound editor premio Oscar per “Bohemian Rapsody”; Rachel Aoun, direttrice della fotografia; Michelle Tesoro, editor premio Emmy per “La Regina degli Scacchi”.

Sviluppata nell’ambito del Fondo Netflix per la creatività inclusiva, Becoming Maestre è la prima iniziativa di mentoring di alto livello e accesso al lavoro per una nuova generazione di talenti femminili nel cinema e nella serialità in Italia: quattro le partecipanti premiate per ogni categoria anche se, come ha ribadito durante la premiazione a Roma Tinni Andreatta, vicepresidente per i contenuti italiani di Netflix, «il progetto riesce a diventare un bacino di lavoro per giovani talenti che per circa il 70% lavorano».

Le vincitrici della terza edizione

Le quattro giovani professioniste premiate quest’anno – che riceveranno una proposta di lavoro come assistenti su un film o serie TV italiana in cui Netflix è coinvolta – sono Carlotta Maria Correra (regia), Elisa Regina D’Angeli (montaggio), Irene Grosso (suono) e Maddalena Oberti (direzione della fotografia).

«Becoming Maestre mi ha dato la possibilità di esprimermi con libertà e autenticità, affiancata da mentori d’eccellenza. Un percorso, unico nel suo genere, che permette di mettere a fuoco e sperimentare il proprio sguardo cinematografico imparando l’essenzialità del lavoro collettivo» spiega Correra, vincitrice per la regia. Le fa eco, per la categoria montaggio, la collega D’Angeli: «Ho avuto la grandissima opportunità di conoscere e apprendere da mentori illuminanti, entrare in contatto con così tante colleghe preparatissime e stimolanti, affrontare sfide che sembravano insormontabili».

Fare rete è l’aspetto distintivo del progetto che, come sottolinea Grosso, vincitrice della categoria suono, «permette di confrontarsi con professionisti del settore e soprattutto creare un gruppo affiatato con le altre ragazze con cui spero davvero di lavorare in futuro». Gli impatti virtuosi di un progetto di alta formazione come Becoming Maestre riguardano non solo l’accesso al lavoro, ma anche il modo di lavorare: «E’ stato un percorso che ha impattato molto sulla mia visione dell’industria cinematografica – spiega Oberti, premiata nella categoria direzione della fotografia – In un campo così complesso e competitivo, Becoming Maestre è riuscita a promuovere un’esperienza virtuosa, in cui noi ragazze siamo cresciute aiutandoci le une con le altre, motivandoci e supportandoci a vicenda».

Equilibrio di genere nel cinema

Dopo le prime due edizioni di Becoming Maestre il 60 per cento delle partecipanti dichiara di lavorare in maniera continuativa, mentre l’84 per cento afferma che il progetto ha inciso in maniera significativa nel proseguimento del proprio percorso professionale.

«Questo è il terzo anno di Becoming Maestre ed è molto emozionante sapere che più di settanta ragazze in questi tre anni hanno partecipato a questo progetto che cresce ogni anno dimostrando che il talento femminile dietro la macchina esiste e deve avere l’opportunità di esprimersi» spiega ad Alley Oop Tinni Andreatta, che aggiunge: «I cortometraggi realizzati quest’anno mi hanno molto colpito perché sono liberi, toccano tematiche importanti come gli affetti, l’amore, la morte, la speranza, la diversità. Sono coraggiose queste ragazze: hanno il coraggio e la libertà di raccontare qualcosa di individuale che, insieme agli altri racconti, diventa l’identità della voce di gruppo delle giovani maestre».

Dare spazio al talento delle giovani maestre è il primo passo per abbattere il soffitto di cristallo ancora consistente nell’industria cinematografica, dominata dallo sguardo e dal potere maschile: «Finché non saranno le donne a decidere, soprattutto nei ruoli apicali dell’industria, sarà difficile correggere il gap – sottolinea ad Alley Oop Piera Detassis – Non sono per la contrapposizione ma per l’equilibrio. Invece c’è una voce, quella delle donne, che rimane ancora minoritaria nel cinema. Gli uomini devono prendere coscienza di questo squilibrio e lavorare per chiudere il divario. Non possono fare tutto le donne».

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com