“Comprendere cosa sia davvero l’essere umano, quale sia la motivazione che lo spinge a definirsi in un certo modo, a porsi in relazione con gli altri, ad avere un’idea del senso della propria vita, è fondamentale per vivere consapevolmente il processo della trasformazione digitale e delle innovazioni tecnologiche che sembrano poterci sostituire in tutte le nostre funzioni”.
Cristiana Capotondi, presidente di Andrea Pezzi Foundation, presenta con queste parole la prima edizione di APF Prize, realizzata con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Brera diretta da Chiara Spenuso. Il contest ha visto giovani fotografi impegnati in una riflessione su “il maschile e il femminile”, indagati come dimensioni identitarie che appartengono a ogni essere umano, come archetipi che prescindono dalle distinzioni di genere.
“Con APF Prize vogliamo sostenere l’arte, intesa come capacità di richiamare l’attenzione sulla necessità di uno sviluppo antropocentrico. Ogni anno proporremo particolari temi che definiscono l’identità umana e che gli artisti saranno chiamati ad interpretare” spiega Capotondi, in occasione della premiazione, che ha visto 9 fotografie finaliste del concorso giudicate da una giuria, composta oltre che dalla presidente della fondazione da Claudio Composti, Denis Curti, Renata Ferri, Cosmo Laera.
“Trovare istituzioni illuminate che diano spazio all’arte e alla fotografia è sempre un miracolo. Sono oasi di bellezza e di cultura” ha commentato Claudio Composti, fondatore ed art director di mc2gallery a Milano, specializzata in fotografia, e della piattaforma online Periscope Photoscouting per la valorizzazione di giovani artisti fotografi, italiani e internazionali.
I premiati
Primo premio: Lorenzo Schena con l’opera Sole e Luna
L’opera di Lorenzo Schena affronta il tema prescelto con la potenza degli archetipi. Usa in modo intelligente e suggestivo la sequenza compositiva e la luce, dal crepuscolo alla notte, intesa come cambio di stato e passaggio tra il singolo individuo e la fusione di due corpi in uno. Il fondersi in una imprecisata identità, rafforzata dall’uso sapiente del mosso, confonde i lineamenti e i corpi, annullando il maschile e il femminile, tradendo con sapiente efficacia il senso del titolo, Sole e Luna, che identificano di per sé gli archetipi del maschile e del femminile.
Secondo premio: Gabriele Barbagallo e Sofia Salerno con l’opera Principi Fondamentali
Con quest’opera Gabriele Barbagallo e Sofia Salerno sono riusciti in modo creativo e accattivante a lasciare un dubbio sulla natura stessa del soggetto, che diventa altro da sé, esaltando quella contaminazione di genere ibrida che dà vita ad un essere dal potente impatto visivo, centrando pienamente il tema proposto.
Terzo premio: Noemi Comi con l’opera U-96
Con la sua opera Noemi Comi trova una narrazione visiva complessa e attenta, con un’estetica accattivante e riflessiva. Partendo dalle origini della sua infanzia ci parla di cliché di genere, culturali e ricordi personali, che portano la narrazione fotografica ad un livello ulteriore al semplice scatto.