L’istruzione è un diritto umano. Ne sono convinti al Geneva Graduate Institute dove è nata una borsa di studio per le studentesse afgane, escluse in patria, dopo l’avvento dei talebani, dalle università locali e anche dalle scuole superiori. La Maria Rosario Lazzati Niada scholarhsip, che consentirà di frequentare due anni di master nel noto ateneo ginevrino, ambisce a formare le future leader dell’Afghanistan, potenziali oppositrici di regimi oscurantisti.
E’ frutto dell’iniziativa di Marco Niada, giornalista e fondatore – con sua moglie, l’insegnante alla cui memoria è stata intitolata la borsa di studio – il fratello di lei, Paolo Lazzati e con Filippo Grandi, poi divenuto commissario dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, delle Comitato Arghosha Faraway Schools,: 15 scuole costruite a partire dal 2005 che hanno istruito 8mila studenti, di cui 5.500 ragazze, dalle elementari fino alla maturità, oltre che offrire corsi di aggiornamento professionale agli insegnanti, e corsi di inglese e alfabetizzazione informatica per neodiplomate.
Come è nata l’idea
Un’idea nata quando Niada, che era stato in Afganistan nel 1968, vi è tornato con la moglie e il figlio tredicenne. Maria Rosario Lazzati voleva festeggiare il suo cinquantesimo compleanno e andarono a trovare Grandi, amico fraterno di lei, che era il responsabile della sede locale dell’Alto commissariato per i diritti umani.
“Dopo la dominazione sovietica e talebana trovammo una situazione teribile, e così decidemmo di fondare la prima scuola, con i nostri soldi e quelli dei nostri amici, nella remota valle di Arghosha, a 3200m di altezza e a 30 km a nord dei laghi di Band e Amir“, spiega Niada. L’incontro con la politica e attivista per i diritti umani afgana Sima Samar, fondatrice della Shuhada Organisation, una Ong che si occupava di istruzione, diede vita a una partnership che aiutò la costruzione di altre scuole. Allora – racconta Niada – le ragazze, pur avendo per la costituzione afgana gli stessi diritti dei maschi, spesso non avevano posto in classe, o dovevano accontentarsi di stare sedute per terra.
Come far studiare le ragazze afghane oggi?
Da quando, nel 2021, i talebani hanno ripreso il potere nel Paese, allontanando le ragazze dalle scuole, persino da quelle di ostetricia, Lazzati e Niada hanno pensato ad altri modi per permettere alle ragazze di studiare, un progetto poi portato avanti nella memoria della moglie, morta nel febbraio 2022. Insegnate di storia e letteratura interessata fin dalla sua tesi, dedicata alla caccia alle streghe, alle battaglie femministe. La borsa di studio sarà disponibile da settembre 2024 e gli organizzatori si augurano di trovare fondi e donazioni per poter ampliare il numero delle studentesse beneficiarie.
“Nessuno può sottostimare la gravità di quello che i talebani stanno facendo subire alla loro gente – ha spiegato Grandi alla conferenza stampa di presentazione del progetto, a Ginevra -. I talebani ci rendono la vita molto difficile, è un dilemma decidere se restare, dovendo trattare con loro, o partire. Ma io, come molte altre persone che lavorano nel campo dei diritti umani, sono convinto che dobbiamo continuare a impegnarci, che sia necessario tenere comunque aperta una forma di dialogo con chi detiene il potere nel Paese, e per questo credo che le donne siano fondamentali, che debbano essere loro a guidare il processo. Credo allora che questa nostra piccola iniziativa sia un passo in quella direzione“.
Le difficoltà che le donne del Paese incontrano per studiare è stata testimoniata da una brillante studiosa della Columbia University di origine afgana, Sonia Ashan Tirmizi, venuta a Ginevra apposta dagli Stati Uniti. Ha raccontato le battaglie per convincere la sua famiglia a farla studiare, poi, ottenuta l’amissione al test per entrare in un’inversità americana dopo aver inviato centinaia di lettere manoscritte, la difficoltà a raggiungere il luogo dell’esame, ore di viaggio su strade piene di buche, e una volta arrivata, l’incapacità a usare il pc, o anche solo a servirsi della biblioteca, non avendone mai avuta una a disposizione. Una volta ammessa, gli ostacoli da affrontare per ottenere un visto da studente.
Ora che le bambine di più di 12 anni non possono più andare a scuola Tirmizi fa parte di un gruppo di studiosi che cerca di offrire corsi via internet, ma è molto difficile in Afganistan avere gli strumenti per seguire i corsi, anche perché internet non funziona bene.
***
La newsletter di Alley Oop
Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.
Per scrivere alla redazione l’indirizzo è: alleyoop@ilsole24ore.com