In quanti romanzi si parla del mondo Stem (science, technology, engineering and maths)? E se la protagonista fosse una donna? Leggendo il nuovo libro dell’autrice Ali Hazelwood, viene da chiedersi come mai, nella maggior parte delle romance novel, il lavoro femminile sia spesso marginalizzato, banalizzato o del tutto assente. “Love on the brain” (Sperling & Kupfer, 2023), è una commedia semplice che parte da un assunto fondamentale: Ali Hazelwood è una professoressa universitaria, neuroscienziata di origini italiane, che ha sfruttato i suoi studi in cognitive science e brain stimulation per dare vita a storie romantiche, e anche un po’ scientifiche, oltre che best seller riconosciuti dal New York Times.
La sua nuova commedia è confezionata per arrivare a un pubblico decisamente giovane, che già dalla copertina illustrata percepisce l’aspetto più caldo e “fiabesco” della trama. La protagonista è la neuroscienziata Bee Königswasser, ossessionata da Maria Skłodowska Curie, Premio Nobel per la fisica e per la chimica nei primi anni del secolo scorso. Sulle orme del suo mito, Bee accetta di guidare un team di lavoro della Nasa ritrovandosi a condividere il comando con l’ingegnere Levi Ward, un ragazzo che sin dai tempi del dottorato l’ha sempre disprezzata, ignorata o fatta sentire fuori posto. Nel rispetto della costruzione romantica, Bee e Levi tirano fuori il meglio delle loro skills lavorative ed emotive, facendo innamorare anche il più scettico del mondo accademico legato alle Stem.
Farsi dominare dalla ragione, e quindi dai meccanismi perfetto del cervello umano, o lasciarsi andare all’altrettanto complicato linguaggio del cuore? In questo caso, la trama si fa messaggio culturale, promuovendo la riduzione del gender gap presente nel settore Stem, e cercando di affascinare le potenziali neuroscienziate di domani. Le donne iscritte ai corsi di laurea Stem sono in aumento, benché la maggioranza di iscritti risulti ancora in prevalenza maschile (secondo gli ultimi dati di Almalaurea, la percentuale di donne sale al 40,9% contro il 59,1% degli uomini).
“Love on the brain” è inoltre costruito nel rispetto della contemporaneità e delle sue dinamiche, ovvero i social e un linguaggio fittizio che procede a ritmo di sitcom americana. Bee ha un account Twitter dove tiene stretti contatti con un ragazzo “virtuale”, anche lui del mondo accademico. Ed è proprio in questo punto che l’autrice approfitta per creare un alert sugli insulti online che spesso gli uomini rivolgono alle donne che intraprendono un percorso scientifico, informatico o ingegneristico.
Alle lettrici “Love on the brain” apparirà come una storia d’amore un po’ diversa dal solito, dove la scienza fa solo da sfondo alla connessione intrigante tra i due protagonisti. Per quelle più curiose o già inserite nel mondo accademico, non potrà sfuggire la terminologia scientifica che l’autrice utilizza per descrivere come si costruisce un complicatissimo casco spaziale. In tutti i casi, la sfida è quella di identificare le varie parti del cervello che fanno da titolo a ogni capitolo: da Amigdala (ricordi dolorosi) a Circonvoluzione angolare (attenzione). Il linguaggio ricercato crea una coerenza strutturale con la neuroscienziata, che traduce le esperienze della sua vita attraverso un approccio analitico e celebrale.
Bee Königswasser è la dimostrazione che sono belle le storie in cui le donne esprimono liberamente l’ambizione nei confronti della carriera e la totale dedizione al proprio settore di competenza. Il processo di immedesimazione è lecito. L’ispirazione è servita.
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Titolo: “Love on the brain”
Autrice: Ali Hazelwood
Traduttrice: Benedetta Gallo
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: 15,90 euro
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