Covid, come rinascere dall’esperienza del lutto e del dolore

Esiste un dolore che frantuma più degli altri. Il lutto da Covid ha lasciato nelle vite la sensazione della scarsità, il rimpianto dell’ultima carezza mai data. Abbiamo cercato di dimenticare, ma la memoria è un ospite ingombrante, come hanno testimoniato la chiusura dell’inchiesta della Procura di Bergamo per epidemia colposa con 19 indagati e la Giornata della commemorazione delle vittime del virus, il 18 marzo scorso.

“Possiamo affidare il dolore patito a un gesto di audace e coraggiosa speranza, guardando ostinatamente a un futuro di solidarietà anche quando tutto sembra andare in un’altra direzione”. È il messaggio cui si affida la chiusura del libro “Lo strappo sospeso”, scritto dalla giornalista Valentina Calzavara e pubblicato da Tab Edizioni (collana “L’uomo qualunque”): una cassetta degli attrezzi per curare la ferita di chi è stato colpito dal lutto da Covid.

Poiché la circostanza di questa perdita è diversa da tutte le altre  ̶  con quasi 190mila vittime solo in Italia  ̶  si è presentata come una tragedia collettiva di portata epocale. Cancellare dalla memoria ciò che è stato non aiuta a superarlo fino in fondo. L’autrice parte da questa consapevolezza, sonda i singoli individui e le comunità colpite. Cosa si prova? Quali possono essere le vie di uscita? Come una guida rivolta a chi ha sofferto la perdita in ogni sua forma, diretta o indiretta, è proposto un insieme di storie di chi, nei contesti familiari e professionali, ha vissuto il lutto da Covid. Emerge un viaggio senza censure nell’animo umano, tra le cicatrici inferte dall’epidemia, accompagnato dalla risposta in chiave propositiva di un gruppo di esperti capaci di suggerire una rotta per provare a rinascere.

La conoscenza del dolore 

Il libro si avvia nella cronaca quotidiana dei lutti raccontati durante le molteplici irruzioni del coronavirus in Italia, ma poi allarga il campo di osservazione e diventa un viaggio nelle esistenze. Nel “dopo” della vita dei sopravvissuti che sono i familiari, gli amici, i conoscenti dei caduti del Covid.

“Ogni testimonianza è un racconto in cui specchiarsi, per similitudine o per antitesi, l’occasione per riconoscere il proprio dolore in quello degli altri”, sottolinea l’autrice. “Spartirne la zavorra, ancorarsi a una tristezza condivisa, provare a contaminarsi con un sorriso abbozzato, rivolgere un cenno partecipe di solidarietà emotiva. Ecco che la parola diventa un analgesico. La scrittura, un rituale di passaggio”.

I contributori che intervengono fanno “da specchio” alle testimonianze del lutto, usano la forza della parola e della competenza, stimolate dalla formula dell’intervista declinata in narrazione, per riflettere sul vissuto e indicare i punti cardinali di una possibile rinascita, le strade da percorrere per convertire il potere distruttivo del dolore in energia capace di emanare qualcosa di nuovo e salvifico.

Analizzando il dolore di Stefania, rimasta vedova dopo che il marito è stato intrappolato nel contagio, il tanatologo Lorenzo Bolzonello raccomanda di cercare la forza costruttiva come contrappunto alla potenza distruttiva. Oltre alla gratitudine per ciò che resta anche quando chi amiamo non c’è più.

La psicologa Maria Rita Parsi parla del silenzio del vuoto che il virus ha seminato nella comunità: un grumo di solitudini e incomprensioni, l’incapacità delle relazioni. Il suo consiglio è attingere da cultura e conoscenza per elaborare il trauma della contemporaneità e combattere l’angoscia della morte.

L’antropologo Marco Aime, di fronte alla reazione rabbiosa per lo strazio del virus sconosciuto, invita a scoprire la resilienza nella cultura della consapevolezza, nella relazione pacifica con gli esseri umani. La bioeticista Luisella Battaglia interviene sulla solitudine della coppia. Tina in isolamento e il marito Angelo in ospedale: questo è il discrimine della loro esistenza.

Il trauma della perdita di un familiare rivive nella storia di Francesca, che diventa vedova a causa del Covid. La sua condizione è descritta dal filosofo Massimiliano Valeri e nell’immagine di un iceberg  dallo psicologo David Lazzari per testimoniare l’impatto della pandemia sulle esistenze.

La psicoterapeuta Vera Slepoj scandaglia la colpa del contagio di un’altra persona. La criminologa Roberta Sacchi indaga il rapporto con “gli altri” e lo smarrimento di essersi trovati dentro una scena del crimine con le persone costrette a morire da sole.

Lo psicologo Pasquale Borsellino racconta di come il virus ha modificato la composizione della popolazione nel nostro Paese, dal punto di vista del corpo. Il sociologo Domenico De Masi narra l’impatto del Covid nel gruppo di mutuo aiuto che ha radunato le vedove. Ed è stato forte l’effetto emotivo per chi, come il medico Antonella Vezzani, si è occupato della cura, prendendo consapevolezza della fragilità del sistema sanitario.

Il silenzio della pandemia simboleggiato dall’assenza di persone nelle strade entra nel mondo della parola. Significa penetrare nell’esperienza dell’ascolto degli altri e sapere maneggiare con cura il dolore, nella testimonianza della giornalista Annalena Benini. Sul rapporto con la fede la teologa Lucia Vantini riflette sul permesso ai sacerdoti di recitare la preghiera al capezzale dei malati di Covid.

A impreziosire l’opera un messaggio di Papa Francesco che esprime il suo apprezzamento per il lavoro e la sensibilità della giornalista. La prefazione è a cura della scrittrice Lidia Ravera: “La morte è diventata, negli anni della pandemia, una frase, una comunicazione di servizio, non una realtà” … “Poi, qualche mese fa, s’è deciso che è tutto finito. Tornano i turisti nelle città, riparte l’economia. Si enfatizza la buona nuova, perché il mercato lo richiede. E arriviamo all’oggi”… “NON si riesce a ottenere un po’ di silenzio”.

Nessun momento, anche il più drammatico, è inutile se può essere raccontato. “Nessun dolore è definitivo se può essere liberato dal senso di angoscia – sostiene l’autrice – Solo così potrà rovesciarsi nel suo contrario. I morti ci mancano e sarà così per sempre ma se si continuerà a dire di loro non li avremo mai definitivamente perduti”.

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Titolo: “Lo strappo sospeso”
Autrice: Valentina Calzavara
Editore: Tab Edizioni, 2022
Prezzo: 26 euro

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