Anziani, solo il 32% ritiene che i propri diritti siano rispettati

Solo tre anziani su 10 in Italia pensano che i loro diritti siano rispettati. La fotografia che emerge dall’indagine “I diritti degli anziani”, condotta dall’associazione 50&Più in collaborazione con l’Istituto di ricerca Format Research e basata su un campione rappresentativo di over 64, è alquanto desolante per un Paese che è in rapido invecchiamento. I dati nel dettaglio indicano che soltanto il 32,3% degli anziani pensa che in Italia i diritti vengano rispettati: pensionati, disabili, donne, non autosufficienti e persone affette da patologie e giovani sono – in questo ordine – le categorie più svantaggiate.

Quali diritti reclamano?

Ma cosa chiedono gli anziani? Oltre il 95,8% del campione ritiene che sia un diritto delle persone anziane ricevere adeguata protezione in caso di fragilità; l’89,3% che sia un diritto avere accesso al proprio conto e ai propri fondi economici e il 96% che sia un diritto poter usufruire dell’assistenza domiciliare.
Dal report emerge anche la consapevolezza che le persone anziane, che per il 90%  dedica gran parte del proprio tempo alla famiglia, hanno dei loro doveri. Tra questi quello di tenersi informati (affermato dal 74,9% del campione), fare prevenzione (71,5%) e partecipare alla vita pubblica e sociale (65%), elencati tra gli obblighi maggiormente percepiti.

Novità del Ddl anziani

L’Italia è il secondo Paese più anziano al mondo dopo il Giappone eppure in tema di normativa arriviamo in ritardo rispetto a Germania (1995), Francia (2002) e Spagna (2006), che si erano già dotate di una legge. Il via libera del Consiglio dei ministri una settimana fa a un disegno di legge che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane va a sanare in parte questo ritardo.
Le deleghe prevedono una riforma volta ad attuare le norme della legge di bilancio 2022 e a realizzare uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti. La riforma introduce l’«assegno unico per gli anziani», graduato sulla base del bisogno assistenziale ed erogabile a scelta del beneficiario sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona.
Il provvedimento muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a questa semplificazione e all’istituzione dei “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un progetto assistenziale individualizzato“, che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.

Ddl, prossimi passi

La riforma riguarda oltre 10 milioni di persone tra anziani interessati, familiari impegnati ad assisterli e operatori coinvolti. Il testo varato è a grandi linee lo stesso che approvato come ultimo atto dal governo Draghi. Le risorse previste dal ddl in esame non bastano, lamentano dagli ambienti dell’associazionismo e delle istituzioni che si occupano del tema. Sarà importante, quindi, capire quali sarenno gli stanziamenti e quali le coperture per le misure previste dal Ddl. Così come saranno fondamentali i decreti attuativi.

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