Che cosa succede ai semi (una storia di donne)

Che cosa succede ai semi che il vento sparge senza un senso apparente, buttandone via una buona parte? Alcuni, in modo del tutto casuale, atterrano in un luogo accogliente, e altrettanto casualmente, giorno dopo giorno, restano lì, ricevono nutrimento, sopravvivono, fioriscono.

E’ difficile da comprendere, questo meccanismo di fioritura, per noi che siamo abituati che a ogni cosa debba sempre seguirne un’altra in modo causale, che le azioni per avere un senso devono avere una direzione che le segue e le predetermina sin dalla loro origine. Faccio qualcosa perché accada qualcos’altro. Non è così che si comporta la natura, quando sparge i semi. I semi sono azioni “attive” (quindi non di fruizione passiva) che hanno senso per solo il fatto di esistere: sono azioni che non cercano reazioni, e nemmeno risultati. Non sono produttive, non sono efficienti, non aumentano, non danno ritorni. Per questo è sempre più difficile farle: perché noi siamo abituati a cercare una ragione per fare le cose.

Senza la ragione, sembra venir meno il senso.

Che cosa succede ai semi, anche anni dopo che noi, per un vezzo generativo fine a sé stesso, li abbiamo sparsi? Che, inaspettatamente, fioriscono.

L’8 marzo andrà in scena in contemporanea nei teatri di Napoli, Milano, Torino, Roma e Palermo un reading dal titolo “Callforwomen”, scritto dalla sceneggiatrice Ippolita di Majo e ispirato a un post di Alley Oop: quello che racconta le dimissioni che ho dato “in un giorno di sole”. Il reading coinvolge quattro donne, che si chiamano come le Piccole Donne di L.M. Alcott, e che raccontano ognuna la propria esperienza di difficoltà tra maternità e lavoro. A Napoli, il primo teatro a dare spazio a questa iniziativa nazionale, le attrici saranno Valentina Bellè, Anna Ferzetti, Donatella Finocchiaro e Caterina Guzzanti.

“Ho iniziato a pensare di scrivere qualcosa su questo specifico aspetto della condizione delle donne in Italia perché mi pare un argomento del quale non si parla mai abbastanza e spesso se ne parla male. È invece un problema di primaria importanza che andrebbe affrontato e risolto quanto prima.

Lo spunto è nato dalla lettura di alcuni articoli pubblicati su Alley Oop del Sole24 ore corredati da evidenze numeriche che mi sono parse incredibili, di una violenza notevole e dalla quale non è facile difendersi”.

Ha detto l’autrice.
Che, però, mi ha anche telefonato. La telefonata è arrivata in un giorno di sole, ed è arrivata molto più inaspettata delle dimissioni di cui parla l’articolo, illuminando un periodo buio. E’ stata una telefonata generosa: che cosa ha spinto Ippolita a prendersi la briga di cercarmi per farmi sapere che cosa era successo della mia storia?
Che aveva attecchito, tirandosene dietro molte altre?
Che da un solo appuntamento, questa “chiamata alle donne” sta diventando un evento su scala nazionale, che riempie di significato una data importante, ma controversa?

Che quindi ha senso, proteggere il seme: scrivendo e facendo cose che non hanno un obiettivo ma solo una necessità di essere fatte e dette, e che da qualche parte, forse, un giorno, fioriranno?
E che, quando fioriscono, ti ricordano che ci sono tante cose di cui essere grata?

E poi, questa storia è una storia di donne, e qui sta la sorpresa della potenza del nome dell’opera: “Call for Women”. Alley Oop è nata anche per questo: una chiamata alle donne, un luogo dove dar loro voce, “l’altra metà del sole”.

Ed è anche la voglia di questa epoca: di costruire una sorellanza che ci faccia sentire più forti e meno sole, un nuovo femminismo, generoso e capiente, per raccontare le storie che ancora mancano alla narrazione del mondo. Così, un post diventa una storia sussurrata, che è la storia di tutte noi e che diventa un palco da cui raccontarne infinite altre. Meg che fa coraggio a Beth, che fa spazio ad Amy, che sorregge Jo.

Ippolita che legge Alley, che sogna e realizza “callforwomen”, che mi chiama; e io che l’8 sera sarò a Napoli (dove altro potrei essere?) a festeggiare il fatto di essere donna e di avere una voce, ma non da sola: insieme ad altre donne.

Che cosa succede ai semi, che possono avere una vita brevissima o fiorire, che si perdono o si trovano, che escono da noi senza una volontà precisa, ma solo perché è nella nostra natura spargerli?
Non è poi così importante, sapere che cosa succede ai semi.

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  • Ippolita |

    Le storie di donne possono essere bellissime, la nostra lo è. Grazie Riccarda.
    Ippolita di Majo

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