Una ragazzina di 12 anni immobilizzata con la forza e costretta a subire violenza da due 15enni, scena ripresa con lo smartphone e diffusa via cellulare dagli aggressori. Una giovane di 17 anni che si suicida dopo essere stata vittima di violenza di gruppo due anni prima. Una ragazza stuprata la notte di Capodanno e che poi tenta di uccidersi. Una tredicenne aggredita con una forbice da due coetanee.
Sono solo gli ultimi casi di cronaca che mostrano le violenze nei confronti di minorenni, compiute da minorenni. Abusi e aggressioni in crescita, segnali di una tendenza in atto da anni che la pandemia ha amplificato. “C’è un violenza diffusa tra questi ragazzi, giovani fuori controllo che superano i propri limiti all’ennesima potenza, a causa anche dell’uso spropositato di droga e alcol”, sottolinea il direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina.
“Un fenomeno trasversale: l’adolescente che compie la violenza dopo torna a essere il classico bravo ragazzo che tutti conoscevano – spiega Ciro Cascone, procuratore capo del tribunale dei minorenni di Milano – Il giovane che in contesti di gruppo arriva facilmente a consumare la violenza sessuale, con la stessa facilità ne prende le distanze, con una incapacità di avere consapevolezza delle proprie azioni e di essere empatico con la vittima, di rendersi conto della sofferenza altrui”. Il rischio di ripetere le violenze è quindi molto elevato.
I numeri
I dati della Direzione centrale della polizia criminale mostrano nei primi dieci mesi del 2022 un incremento di oltre il 14% dei minori denunciati o arrestati rispetto allo stesso periodo del 2019, quindi pre pandemia e violenze sessuali in salita del 15,7% rispetto ai primi dieci mesi del 2021. Nei sei mesi, nel periodo gennaio – giugno 2022, le violenze sessuali con vittime minorenni sono salite del 9% su base annua, con una diminuzione della percentuale di vittime tra i 15 e i 17 anni, mentre le violenze di gruppo sono scese del 27%. Il 90% circa delle vittime di violenza sessuale sono donne e bambine.
Il procuratore Cascone conferma che i dati nazionali trovano riscontro anche nel distretto di Milano, con un aumento di questa tipologia dei reati: in un anno i fascicoli noti sono passati dai 120 del periodo gennaio – giugno 2021 ai 171 di gennaio – giugno 2022, con un incremento quindi di oltre il 40%. L’età si colloca tra la pre adolescenza e l’adolescenza, dai 13-14 ai 17-18 anni: “La rabbia dei ragazzi si è tradotta in un incremento dei reati tra minorenni, nello specifico reati di violenza sessuale e il covid ha amplificato problemi già esistenti”, ribadisce Cascone.
Il superamento dei limiti
Il tema è molto delicato e riguarda i ragazzi e il loro comportamento, nel senso che “il superamento normale dei limiti che caratterizza il comportamento dell’adolescente ha avuto un effetto esorbitante, per due ragioni: la pandemia, ma anche la scarsa attenzione da parte di scuola e famiglia, che a causa di restrizioni e lockdown non sono state in grado di rispondere alle esigenze dei giovani”, precisa il prefetto Messina, secondo il quale però non si tratta di un disagio sociale crescente.
Anche Cascone nota un incremento di queste condotte: “I ragazzi credono che tutto sia possibile, che sia tutto facile e lecito. Alla base vi è una incapacità di gestione delle relazioni umane, con un approccio sbagliato e disfunzionale: giovani con una fortissima fragilità, incapaci di provare empatia”.
Tra i motivi vi è sicuramente la diffusione del virtuale e di internet, utilizzo che senza una adeguata educazione provoca un allentamento dei freni inibitori e l’annullamento della capacità di provare empatia.
La difficile prevenzione
Vi sono due elementi che sicuramente incidono sull’incremento delle violenze: l’utilizzo di alcol e di droga anche da parte dei giovanissimi. “Da una parte, controllare sul territorio la vendita di alcolici a minorenni è molto difficile, dall’altra assistiamo al ricorso a sostanze stupefacenti con principi attivi fortissimi rispetto al passato, con ragazzi orientati al policonsumo: erba, cocaina, viagra, eroina e alcol”, dichiara Messina.
Per questo motivo mettere in atto azioni di contrasto e prevenzione è veramente complesso. “Tutto ciò ha favorito una condizione in cui il superamento limiti da parte degli adolescenti è diventato patologico e non ha nulla a che vedere con la violenza tra bande o con la criminalità organizzata. È una difficile condizione dal punto di vista sociale”.
Le soluzioni
Secondo il direttore centrale dell’Anticrimine, la prevenzione in questi casi deve essere orizzontale. “Non basta, ad esempio, combattere la mala movida, bisogna incidere sulle situazioni di potenziale rischio che possono gestire la scuola e la famiglia. Se lavoriamo tutti nella stessa direzione abbassiamo il livello di pericolosità”. Altro discorso riguarda i gruppi che hanno una struttura criminale consolidata e che vanno affrontati come organizzazioni criminali, ma sono una parte minima.
“La situazione può diventare preoccupante se non si affronta in maniera sinergica. Bisogna lavorare insieme, creare dei tavoli, Fare rete tra forze dell’ordine, magistrati, operatori sociali, gestori degli esercizi pubblici, scuola, psicologi, medici e così via”, aggiunge il prefetto.
Altro punto cruciale: informare, fare educazione sessuale intesa come educazione affettiva ai rapporti umani. “I giovani, i bambini devono essere educati al rispetto e l’empatia già in tenera età, dopo rischia di essere troppo tardi. Serve un’educazione specifica nelle scuole a partire dai piccoli, oggi spesso manca il rispetto della persona, in particolare delle donne e delle ragazze”, conclude Cascone.
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