Il futuro dipende da me: Coding girls per le STEAM

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Coding Girls arriva alla nona edizione.  Il programma formativo pensato per allenare le nuove generazioni alle Steam, promuovendo la fiducia nel futuro e nelle proprie capacità, è stato presentato presso lo Young Conference Center dell’Ambasciata USA a Roma. Un progetto ancora fondametale se si guarda ai numeri della presenza femminile in ambito informatico non solo nel mondo del lavoro, ma anche nel percorso scolastico. Numeri che non fanno presagire un cambio di passo nel prossimo futuro, a meno che non si motivi maggiormente bambine e ragazze a intraprendere un percorso di studio in questa direzione e prima ancora non si lavori sugli stereotipi che le tengono lontane dal coding.

La grande cordata educativa
Coding Girls nasce nel 2014 come iniziativa guidata da Fondazione Mondo Digitale e sostenuta dalla missione diplomatica degli Stati Uniti in Italia, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Roma Capitale e Microsoft. Nelle successive edizioni il progetto è cresciuto ed oggi partecipano altre ambasciate, enti, prestigiosi atenei italiani ed aziende, come Eni e Ing Italia, partner del progetto CO.ME “COde&fraME” che coinvolge le scuole di Milano e no-profit come Compagnia di San Paolo grazie alla quale è nata anche un’edizione triennale del programma a Torino.

“Il compito delle Fondazioni è quello di avviare sperimentazioni su piccola scala per capire se possono essere scalabili e portare benefici economici, sociali e culturali a livelli sempre più grandi: lo facciamo per il progresso della società ed il benessere comune.” commenta Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, che aggiunge: “Possiamo osare per poi essere in grado di proporre alle istituzioni pubbliche le soluzioni di successo, per una loro successiva adozione più strutturata a livello locale o nazionale.”

Parità? Forse, ma tra 100 anni
Il divario globale di genere potrà essere chiuso in 99,5 anni, secondo il Global Gender Gap Report 2020, con le tendenze attuali. E l’Italia? È al 76° posto su 153 paesi e al 17° tra i 20 paesi dell’Europa occidentale. Dati che sottolineano quanta strada ancora da percorrere e quanto lavoro ci attende su stereotipi e fattori culturali e sociali. Non a caso solo un terzo delle ragazze scelgono materie scientifiche.

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Fonte dati: Openpolis minireport n.90,2020

“Coding Girls è un progetto che parte dalla formazione per aiutare voi studentesse a intraprendere un percorso diverso da quello che la società tradizionalmente ci ha assegnato”  afferma Monica Lucarelli, assessora alle Pari Opportunità Comune di Roma, che prosegue: “Le pari opportunità sono una questione di tutti e non solo ‘per donne’, perché un Paese che non crede alla crescita di tutti in realtà finisce per non investire nel proprio sviluppo”.

La misura del divario di genere
Investimenti ed impatto economico sono due cardini del cambiamento.Se davvero ci vorranno 99,5 anni per colmare il gap di genere nelle stem, saranno necessari 257 anni invece per raggiungere la parità nell’ambito della partecipazione e delle opportunità economiche nel mondo. Per non parlare dello svantaggio dal punto di vista economico per i Paesi:

Secondo la Commissione UE, ammontano a 370 miliardi di euro l’anno le perdite economiche dovute al gender gap nei livelli di occupazione.

Mentre il PIL mondiale in una condizione di parità, si stima potrebbe crescere fino al 26%,  entro il 2025, secondo le stime McKinsey Global Institute. Siamo ancora sicuri che il divario di genere non sia una priorità?

Una questione di “plasticità celebrale”
Il Cracking the code: Girls’ and women’s education in science, technology, engineering and mathematics (Stem)”, rapporto pubblicato dall’Unesco, indica che la disparità di genere nello studio delle STEM non deriverebbe da abilità innate o fattori biologici, ma dalla plasticità cerebrale, cioè l’abilità del cervello di creare nuove connessioni, che va allenata ed è influenzata dalle esperienze, dalla socializzazione, dai processi di apprendimento e quindi dal contesto culturale e sociale.

I pregiudizi e stereotipi relativi all’accesso alle materie scientifiche, appaiono ancora molto forti nelle ragazze, soprattutto nel momento dell’autovalutazione e scelta accademica e di carriera. E non allenando la plasticità cerebrale, a causa degli estereotipi, le ragazze vengono svantaggiate poi nelle materie scientifiche. Ed è su questi aspetti che vuole lavorare Coding Girls.

Il modello Coding Girls
Team building, learning by doing e train the trainers sono alcune delle metodologie alla base del modello proposto da Coding Girls. Ovvero tutte attività e modalità di lavoro che stimolano l’apprendimento sul campo, la sperimentazione diretta e il mettersi in gioco in singolo e in gruppo, allo scopo di acquistare fiducia nelle proprie capacità nei campi scientifici.

Diverse sono le attività messe in campo da Coding Girls: allenamenti online di coding con le scuole, sessioni di formazione con tutor universitari, “Pitchton” (maratona di elevator pitch) in ogni città e tanti eventi sul territorio. I contenuti della formazione spaziano dal pensiero computazionale, alle fake news e i social media fino alla cybersecurity, andando a toccare gli argomenti più richiesti dai nuovi mestieri digitali ed informatici in cui vi è ancora troppa carenza di presenza femminile.

Le studentesse coinvolte nella formazione sono 15mila e ci auguriamo che questo numero possa crescere ancora ed essere più pervasivo, perché non significherebbe solo una crescita sociale ed economica per il paese, ma anche una rivincita delle ragazze.

Ad esse auguriamo di prendere in mano il proprio futuro e la scelta professionale, libere da pregiudizi autoimposti o “ereditati”.

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