Abbiamo bisogno di ripartire da noi

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Molti pensano siano stati lunghi mesi e ormai quasi un primo anno di lieve prigionia, di privazione sottile o anche violenta di diritti o abitudini acquisite ed elevate a diritti o presunti tali. I più romantici, ancora increduli e spaesati, mentre non si capacitano di come possa essere successo, pensano che il mondo sia sotto un incantesimo. Momentaneamente paralizzato o anche solo congelato dai venti freddi di questi giorni.

In ogni caso, tutti ci sentiamo fermi, immobili, bloccati. Ma questa è solo una delle possibilità. Potrebbe non essere così. “Le cose che ci sembrano uguali e stabili in realtà scorrono in modo impercettibile e si modificano lasciando intravedere qua e là dei segnali. Come in un caleidoscopio, basta il più piccolo movimento e il mondo si trasforma rapidamente”. Non sono io a dirlo, ma Banana Yoshimoto.

Quante volte in questi mesi sono salita nella stanza di Rebecca, la più piccola delle mie tre figlie, per cercare quel caleidoscopio di cartone giallo fluorescente in fondo al cesto dei giocattoli e appoggiarci lo sguardo, disperata e affannata come un sub cerca aria mentre risale rapido in superficie. Lì, immobile, seduta a terra, sul tappeto rosa di pelo ecologico, mi facevo portare lontano. Respiravo piano per non essere scoperta e quasi per fermare il cuore e giocare con lo stupore, ruotavo lentamente il tubo come un abile scassinatore di cassaforte che lascia che l’esperienza e l’orecchio lo portino a meta, e mi lasciavo portare via dalla magia. Lontano. Colori e colori e colori.

E così nei momenti più bui, più faticosi, nelle serate o week end di lavoro infiniti mi sono caricata di bellezza, gioco e sorpresa con quel piccolo tubo di cartone. Ora più che mai ci serve un caleidoscopio. Penso questa sia la magia che ognuno debba trovare nei prossimi mesi dentro di sé, nelle nostre case, nelle nostre città, che non lasciamo da così tanto tempo, e nelle nostre aziende che non sono ancora tornate a vivere e faticano, in agonia o quasi inanimate. In ogni piccola e grande comunità. In ogni nostro mondo. Sia esso in presenza o a distanza.

Siamo tutti stanchi e affaticati e i modi che conoscevamo per ricaricarci non sono sempre lì o non sono più lì. Niente viaggi, niente amici, niente abbracci. E poi la paura. Le nuove abitudini che uccidono i nostri bisogni più istintivi e veri, la nostra socialità. Ma più che mai, ora, in questo febbraio che arriva un anno dopo, serve una marcia nuova.

Non possiamo restare in folle, non possiamo affollare i parcheggi, non possiamo restare immobili vittime di prigionie o incantesimi, abbiamo bisogno di ripartire e di farlo con un ritrovato entusiasmo, una positività che forse non ha ragioni o fondamenta, ma che può inebriare, contaminare, contagiare. Vi chiedete mai quante cose dipendano da noi? Quante cose possano essere diverse a seconda di come le vediamo, le viviamo, le accettiamo.

Come è quella storiella del cane e della stanza degli specchi? Un cane felice entra nella stanza degli specchi e esce pensando che il mondo sia meraviglioso ed esistano cani felici ovunque. Un cane arrabbiato entra nella stessa stanza mentre sta ancora ringhiando e ne esce con un’idea molto diversa. Noi possiamo decidere. Noi possiamo moltiplicare molte cose. Possiamo determinarle, mutarle, indirizzarle.

Siamo un Paese bellissimo, certo abbiamo tutti mille cose di cui lamentarci, ma in realtà non ci manca molto o quasi nulla e tanto, quasi tutto, può dipendere da noi. Da ciascuno di noi insieme agli altri. Proviamo a cercare i caleidoscopi nelle stanze dei bambini, entriamo nelle stanze degli specchi sorridendo gioiosi, non lasciamoci avvelenare dalle lamentele, dalla maleducazione e dall’aggressività. Cambiamo marcia e argomento. Ricordiamoci che basta il più piccolo movimento e il mondo attorno a noi si trasforma, cambia forma e colore e facciamo che nei prossimi mesi ognuno di noi abbia una storia magnifica da raccontare ad Alleyoop. Io prometto che ci proverò.