La Sicilia per l’Italia. Per dire con una canzone che c’è vita oltre la pandemia

Mentre la pandemia è ancora là fuori, mentre cominciano a distribuirsi tra operatori e operatrici sanitarie le prime dosi del vaccino prodotto da Pfizer e il Paese si interroga perfino sul contenuto delle fiale, ha preso forma dalla volontà di alcuni artisti una raccolta fondi. Deve servire a dimostrare com’è la solidarietà quando si fa concreta.

Il progetto si chiama Sicilia Per L’Italia e ha prodotto una canzone di Natale con dentro nomi di primo piano, come Carmen Consoli, Roy Paci, Nino Frassica, Rosario Fiorello, Mario Biondi, Mario Venuti, Suor Cristina, Giovanni Caccamo, Deborah Iurato, Loredana Errore, Mario Incudine, Ivan Segreto, Giuseppe Anastasi, Roberta Finocchiaro, Silvia Salemi, Miele, Carlo Muratori, Daria Biancardi, Lidia Schillaci, Daniela Giambra, Picciotto, Patrizia Laquidara, Rosario Di Bella, Shakalab, Tony Canto, Vincenzo Spampinato, Caterina Anastasi E Manola Micalizzi Dei Babil On Suite e, ancora, il Coro Interscolastico Vincenzo Bellini Di Catania e Massimo Youth Orchestra, Orchestra Giovanile Del Teatro Massimo Di Palermo.

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A parlare senza nascondere l’entusiasmo è Roy Paci, trombettista, compositore e cantante che per anni ha unito teatro e musica sperimentale in tutto il mondo. Alley Oop lo ha raggiunto proprio all’inizio di questo nuovo anno. “Mi ha coinvolto un caro amico, Pippo Kaballà, che del brano Viene Natale (Se stiamo lontani staremo vicini) ha scritto il testo, insieme alla moglie Vincenzina Cirillo e Lello Analfino. Ci eravamo lasciati dopo l’esperienza di C.I.A.T.U. – acronimo che sta per Collettivo Indipendente Artisti della Trinacria Uniti e che in dialetto è termine che significa fiato, soffio e che perciò per i siciliani evoca la vita stessa – Dopo quel progetto che avevo realizzato a Palermo con Libera, per ricordare Falcone e la strage di Capaci, ci siamo ritrovati con lo stesso gruppo, adesso”.

Non è certo la prima volta che gli artisti mettono insieme le proprie voci quando c’è bisogno di un segno, la canzone scritta per il terremoto dell’Aquila ne è un esempio. Questo progetto, come già quello palermitano, dimostra chiaramente che troppo spesso a separare un artista da un altro ci sono solo falsi confini, perché la musica può avere forme diverse, ma mai barriere – ci dice – C’è una cosa che mi piace fare presente, prima di altre rispetto a questa esperienza. Ed è che in un momento difficile per tutti, in cui ciascuno di noi ha mille motivi per lamentarsi, gli operatori dello spettacolo, dai tecnici ai musicisti, che stanno affrontando una gravissima crisi economica hanno dato al mondo una fortissima prova di resistenza. Ecco, ci dicono che nonostante tutto la speranza del cuore non si spegne”.

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E subito l’artista che è originario di Augusta ci invita a riconsiderare anche un altro aspetto di questo progetto: la sua Sicilia che è oggi motore di una grande voglia di riscatto. “Dobbiamo smontare lo stereotipo di lupara e mandolino, la nostra terra è da sempre luogo di congiunzioni magiche. I siciliani hanno dimostrato ancora una volta di portare dentro l’esperienza del dono, un’eredità dei nostri predecessori che abbiamo nel DNA. È la certezza che ci si possa aprire e donare con generosità anche quando le difficoltà non risparmiano nessuno, o forse proprio in quel momento”. Torna indietro con la memoria alla crianza, a quando dalle sue parti si usava mettere a tavola un pezzetto di pane in più i meno fortunati. Roy Paci risceglie l’isola dopo quasi trent’anni. “Mi sono trasferito a Palermo e ci ho riportato Etnagigante, tutto il mio impegno nella formazione per la produzione musicale che prova a stimolare un meccanismo virtuoso che parta proprio da qui”. Abbattere luoghi comuni e falsi miti, dunque, e ripartire dal sud.

Dentro al progetto solidale Sicilia Per L’Italia ci sono mondi, storie e sensibilità differenti.
Non era facile accettare che questo Natale, non fosse un Natale come gli altri. Si stava cercando un modo toccante per comunicare di restare distanti, proprio nel momento in cui ci si ritrova tutti insieme per affermare la propria vicinanza, e abbiamo pensato ad una canzone, che senza retorica, ma con grande emozione potesse portare il messaggio”, Kaballà racconta così l’idea di partenza, voluta dall’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana e dalla Fondazione Giglio di Cefalù.

Quale sia lo spirito è chiaro, ma il messaggio finale? “La consapevolezza che rispettando le regole e facendo sacrifici affettivi, si possa domani superare questo terribile momento che ha provocato tante perdite e messo a dura prova il mondo intero. “Viene Natale” è solo una canzone che cerca di scaldare il cuore in attesa del “vero miracolo” che farà la scienza. Ma anche la musica, a volte, può dare speranza”.

Mentre la crisi che ha colpito il Paese non ha risparmiato nessuno, dunque, il brano è un modo per segnare il passaggio da questo Natale ai prossimi.

È modo per cantare ma anche per pregare, così la vede Carlo Muratori, un po’ cantastorie un po’ cantautore che ha portato da Siracusa la musica tradizionale e la sua cultura nel mondo. “Cantare è pregare due volte. Quando le parole hanno esaurito la loro funzione, quando la gravità del momento sovrasta le solite enunciazioni del luogo comune, allora rimangono i silenzi e un composto ma tenace mormorio dell’animo che qualcuno chiama Preghiera. Religiosa o laica che sia”.

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Dall’isola in un certo senso parte anche Loredana Errore che Alley ha incontrato poco dopo l’uscita del suo ultimo lavoro che si intitola proprio C’è vita.
Dal debutto avvenuto nel 2010 ad Amici di Maria De Filippi la cantante – che è rumena di nascita e italiana d’adozione – non solo è oggi una voce nota al grande pubblico ma è un esempio di donna con una bellissima storia di resilienza. La tenacia le ha permesso di tornare a cantare dopo un gravissimo incidente stradale accaduto nel 2013 ad Agrigento, la sua città. “Sì, è un momento di rinascita. E, questo progetto, è un po’ come fosse sceso dal cielo, mi è arrivato come un dono, un’opportunità, come una bella sorpresa o un colpo al cuore. Registrate insieme a colleghi di questo calibro, artisti che amo molto come Carmen Consoli, è stato per me emozionante”.

Proprio la cantantessa catanese di quel progetto coglie l’idea della musica come abbraccio, parla di “una carezza senza tempo, un balsamo per il cuore, un conforto, una voce amica che parte dalla Sicilia”. Che cosa le lascerà questa esperienza, Loredana lo sa bene e ce lo dice subito “Mi resta una grande gratificazione, sapere di avere aiutato con la musica le molte famiglie in lutto, quelle che hanno perso energie oltre che affetti carissimi, in un momento così difficile per ognuno di noi”.

Le note e il cuore, sembra ci sia lo stesso filo rosso che l’ha portata a uscire a novembre con C’è vita. “È una casualità importante o forse una casualità non lo è del tutto, c’è – è vero – come lo stesso disegno, un unico registro che è sentimentale e passionale e che vuole spazzare via ogni ombra di negatività”.

Il video di Viene Natale che ha la regia di Giacomo Triglia è dunque innanzitutto un invito a tenere comportamenti consapevoli durante le feste, ma dietro c’è la solidarietà.

I proventi saranno devoluti ai familiari degli operatori sanitari deceduti per il Covid-19. Finora i medici morti per aver combattuto il virus sono oltre duecentosettanta.

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Si potrà donare con un’offerta libera indirizzata a un IBAN attivato per l’occasione, IT78Y0521643260000000091315, oppure attraverso la piattaforma digitale Gofundme.