E se alla pandemia un giorno le donne dovessero in qualche modo dire grazie? Se il Covid-19 fosse un acceleratore del progresso verso l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile? A leggere le anticipazioni della quarta edizione del Mastercard Index of Women Entrepreneurs (MIWE), il dubbio viene. Perché è vero che da un lato le donne sono una delle categorie più colpite dagli effetti della pandemia globale in corso.
Quasi il 90% delle imprenditrici afferma di aver registrato un impatto negativo sul proprio business. Dall’altro, però, la ricerca promossa da Mastercard delinea uno scenario positivo per il futuro dell’imprenditoria femminile, per almeno 3 ragioni e tutte legate al Covid-19. Il documento si basa su dati disponibili al pubblico di organizzazioni internazionali, tra cui l’OCSE e l’Organizzazione internazionale del lavoro, e stila una classifica globale sul progresso delle donne nel mondo imprenditoriale pre Covid-19 in 58 economie, che rappresentano quasi l’80% della forza lavoro femminile.
Tra i 58 Paesi esaminati a livello globale, l’Italia ricopre il 42° posto in classifica con un punteggio pari a 57,22 – una posizione in crescita (era 47esima nel 2019). Servono sforzi strutturali per superare il divario di genere diffuso in termini di occupazione, inclusione finanziaria e opportunità accademiche, tutti elementi che influiscono sul tasso di affermazione imprenditoriale delle donne nel nostro Paese. Una situazione acuita a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia, che hanno costretto le donne italiane a farsi ancora più carico della gestione familiare.
E allora quali sono le 3 ragioni a cui accennavamo prima per cui questa stessa pandemia potrebbe essere un booster verso l’uguaglianza di genere?
• Il periodo caratterizzato dal Covid-19 favorisce la visibilità di storie di empowerment femminile di successo, capaci di diventare fonte di ispirazione per tutte le donne. La pandemia ha infatti evidenziato la capacità delle donne di prendere il comando in circostanze del tutto straordinarie come dimostrano gli esempi di leader femminili a livello mondiale, quali il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro finlandese Sanna Marin.
• Le donne nel mondo degli affari hanno già dimostrato una spiccata capacità di adattamento. Lo dimostra la rinnovata fiducia con cui stanno affrontando le nuove modalità di lavoro imposte dalla pandemia. Difatti, il 42% di loro è passata al modello di business digitale, mentre il 34% ha individuato nuove opportunità di business post pandemia.
• La pandemia è un forte stimolo per un rapido progresso strutturale. Per citare solo un esempio, prima del Covid-19, la disparità finanziaria di genere era rimasta invariata per quasi un decennio. Tuttavia, la pandemia ha favorito il progresso nel settore, a tal punto, per esempio, da spingere il governo britannico ad aprire nuovi conti bancari per oltre 1,2 milioni di persone in soli 2 giorni, come la richiesta di conti di risparmio per oltre 11 milioni di lavoratori informali in Brasile per ricevere fondi governativi di emergenza.
Una nota importante per chi si stesse chiedendo i risultati del podio. Per la prima volta, è Israele a posizionarsi in cima alla classifica, seguito dagli Stati Uniti stabili in seconda posizione, che si confermano i paesi dotati di condizioni imprenditoriali fortemente favorevoli per le donne. Al terzo posto la Svizzera che registra un risultato sorprendentemente positivo: era undicesima lo scorso anno.
Infine, dal suo 42esimo posto l’Italia ha comunque intrapreso nuove iniziative normative e legislative per introdurre novità nel campo del “parental leave” e nell’ulteriore tutela della maternità sul posto di lavoro. Cresce inoltre rispetto al 2019 (+37,5%) la percezione culturale nel nostro Paese della donna come imprenditrice e figura leader di un’attività imprenditoriale, sintomo di un avanzamento ideale che accompagna quello strutturale dell’Italia nei confronti del mondo lavorativo femminile. Nel cluster europeo l’Italia, sotto questo dato, è seconda solo alla Svizzera e sopra a Polonia e Svezia. Significativo, in questo senso, il miglioramento del supporto alle pmi guidate da donne (+41%) e dell’attività imprenditoriale femminile (+17,3%).
“Periodi di estrema difficoltà come quello che stiamo vivendo sono lo specchio delle vulnerabilità del sistema. Il Coronavirus ha infatti evidenziato la disparità di genere nel mondo del lavoro. Tuttavia, a differenza di qualsiasi altra recessione economica, ha anche spianato la strada in una direzione progressista. La pandemia ci pone quindi davanti a una scelta importante: cogliere gli aspetti positivi di questa situazione per trasformarla in una grande opportunità o rassegnarci a un sistema ormai inefficiente con il rischio di vanificare gli sforzi fatti finora? Questa è la domanda che i decision maker dovrebbero porsi pianificando la strada verso la ripresa economica. Insieme goberni, servizi finanziari e business dovrebbero focalizzarsi su come fornire programmi di supporto, soluzioni e innovazione per dare la possibilità alle donne imprenditrici di andare avanti nella nuova normalità”, ha commentato Sue Kelsey, executive vice president, global consumer products and financial inclusion di Mastercard.