Giocare con le bambole aiuta sviluppare empatia e relazioni sociali

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Vignetta di Federica disegnata da Umberto Romaniello

Oltre ogni stereotipo di genere che vorrebbe le bambole tra le braccia delle bambine e i bambini a giocare con le macchinine, Barbie® e i neuroscienziati dell’Università di Cardiff hanno collaborato a un nuovo studio che dimostra come giocare con le bambole aiuti maschi e femmine a sviluppare elementi fondamentali per la crescita dei bambini: l’empatia e le capacità di elaborazione delle informazioni sociali.

Il gioco, da sempre, aiuta i bambini a crescere, conoscere e socializzare. L’esperienza ludica rappresenta un passaggio fondamentale e irrinunciabile nella loro vita, impossibile da definire come semplice “passatempo” o, peggio ancora, “una perdita di tempo”. I bambini che giocano, iniziano a sviluppare l’empatia, elemento che li aiuterà “a completare l’intero percorso di studi universitari e ad avere un ventaglio di opzioni maggiore dal punto di vista professionale. In particolare, i bambini più empatici possono contrastare meglio fenomeni come il bullismo e farsi promotori della soluzione di eventuali contrasti con gli altri o conflitti interiori” – ha affermato in merito alla ricerca la prof.ssa Maria Rita Parsi psicologa e psicoterapeuta, attuale componente dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus.

Lo studio ha utilizzato per la prima volta il neuroimaging, la tecnologia che permette di studiare come si comporta il cervello in determinate situazioni, per analizzare gli effetti del gioco con le bambole, anche quando si gioca da soli. Attraverso il monitoraggio dell’attività del cervello effettuato su 33 bambini tra i 4 e gli 8 anni che giocavano con una varietà di bambole Barbie, è stato rilevato che il solco temporale superiore (pSTS), ovvero una regione del cervello associata all’elaborazione delle informazioni sociali come l’empatia, si attivasse anche quando i bambini giocavano da soli. I benefici del gioco individuale con le bambole si sono dimostrati gli stessi sia per i bambini che per le bambine.

La dott.ssa Sarah Gerson del Centro di scienze per lo sviluppo umano dell’Università di Cardiff spiega: “Questi dati sono una vera rivelazione. Attiviamo quest’area del cervello quando pensiamo ad altre persone, ed in particolare a ciò che pensano o che provano. Le bambole incoraggiano i bambini a creare i loro piccoli mondi immaginari, a differenza di quanto facciano i giochi di risoluzione dei problemi o le costruzioni.”

Per lo studio sono stati usati sia bambole e playset Barbie diversi sia tablet che prevedevano giochi che permettessero ai bambini di sperimentare un gioco aperto e creativo, piuttosto che basato su regole o obiettivi, al fine di fargli vivere un’esperienza simile al gioco con le bambole.

I dati dello studio hanno rivelato che quando i bambini giocavano con le bambole da soli, il loro pSTS si attivava proprio come nel gioco in compagnia. Mentre lasciando giocare i bambini per conto proprio sul tablet, la suddetta zona cerebrale mostrava un’attivazione di gran lunga inferiore, sebbene i giochi prevedessero un elemento creativo rilevante.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Human Neuroscience con il titolo “Analisi dei benefici del gioco con le bambole attraverso la neuroscienza” e per comprenderne l’importanza, Barbie ha commissionato in modo indipendente un sondaggio globale su oltre 15.000 genitori di bambini in 22 paesi. In Italia i risultati hanno mostrato che il 58% dei genitori considera l’empatia una capacità relazionale fondamentale per i propri figli, ma solo il 17% ha dichiarato di sapere che il gioco con le bambole potesse aiutare i bambini a coltivarla.

Maurizio Cutrino, direttore di Assogiocattoli, associazione nazionale di riferimento per il settore giocattolo, sottolinea a riguardo: “L’importante studio realizzato dimostra e conferma quanto Assogiocattoli sostiene da sempre. Giocare è quanto di più istintivo esista al mondo e questo progetto lo esprime in maniera chiara e diretta, dimostrando una volta in più il contributo del gioco nello sviluppo e nella formazione psico-fisica del bambino. Il gioco è: soluzione creativa dei problemi, empatia, comportamento partecipativo, pensiero logico, relazione con altri individui e molto altro”.

Il 1° ottobre Barbie ha inaugurato una piattaforma online dedicata ai genitori, agli educatori e, ovviamente, ai bambini per favorire le loro capacità di elaborazione delle informazioni sociali. La piattaforma è stata realizzata in collaborazione con la dott.ssa Michele Borba, esperta di empatia, scrittrice e psicologa dell’educazione.