Cristiana Capotondi e Alessandro Benetton a confronto su calcio femminile, leadership e formazione

almanaccoIl calcio femminile da ieri ha una possibilità in più di andare verso il professionismo. La commissione Bilancio del Senato ha dato via libera all’emendamento alla manovra che spiana la strada al professionismo nello sport per le donne dal momento che prevede un incentivo per le società le cui federazioni decidono di passare al professionismo, attraverso uno sgravio contributivo per tre anni al 100% fino a un tetto di 8000 euro. Una norma che ha trovato un’accoglienza positiva nei club calcistici di Serie A femminile, ma che vale per tutte le discipline.

Alle decisioni del legislatore si accompagna un cambiamento culturale tangibile, anche solo per la presenza negli stadi di calcio in occasione delle partite del campionato femminile, ad esempio, oppure per l’audience che gare e partite hanno in tv. Di ieri, poi, la notizia che per la prima volta una donna compare sulla copertina dell’Almanacco Panini 2020. Si tratta della capitana della Nazionale e della Juventus Sara Gama, ritratta in maglia azzurra,  che divide questo ‘onore’ con Federico Chiesa.

E allo sviluppo del calcio giovanile e femminile è dedicata l’attività di Cristiana Capotondi, vicepresidente di Lega Pro, che in un’intervista con Alessandro Benetton, fondatore di 21 Investimenti e autore-protagonista della serie di interviste Changemakers, parla di futuro del movimento femminile del calcio, di stile di leadership delle donne, di formazione per i giovani attraverso lo sport in un confronto di idee e in un clima di scambio di visione del futuro.

capotondi-benetton

Alessandro Benetton, che ha firmato la prefazione all’ebook “Donne di Sport 2019“, ritiene che sia ingiusto che alle donne nel mondo del calcio non sia riconosciuto il professionismo (che non è automatico con l’emendamento approvato ieri, ma resta a discrezione della Federazione di riferimento).

“Il tema ha a che fare con il mercato. Il percorso che la donna sta intraprendendo va nella direzione del professionismo” osserva Capotondi, aggiungendo: “Se si va verso il professionismo in un momento in cui il mercato non è pronto si blocca lo sviluppo del sistema del calcio femminile. Quindi bisogna dare una mano a queste ragazze, che sono assolutamente già professioniste ed è l’afflato giusto quello di andare in quella direzione. Poi però bisogna fare i conti con il mercato. La Serie A italiana, che è una delle maggiori a livello mondiale, in realtà perde. Dal punto di vista economico dobbiamo tenere bene in considerazione che tipo di futuro diamo al calcio femminile italiano se oggi puntiamo sul professionismo senza accompagnare le donne verso un percorso che si stabilisce fra la lega calcio e il governo”.

La vicepresidente di Lega Pro ricorda inoltre che per ogni euro investito nel calcio c’è un ritorno di 17 volte: “E’ un territorio sul quale investire perché ci consente di avere indietro delle economie importanti, ma anche perché un luogo di parlare con i giovani. Una squadra di calcio, che fa formazione, non lo fa solo dal punto di vista calcistico, noi facciamo formazione dell’essere umano”.

Oggi, secondo Capotondi, siamo entrati in una seconda fase. Le donne occupano diversi ruoli di rilievo, dalla politica ai consigli di amministrazione, è arrivato il momento che lo stile femminile arrivi al potere: “Se la donna arriva al potere e propone uno stile maschile sarà sempre più vincente un uomo, perché ce l’ha nelle gambe. Invece la donna deve portare il proprio stile con la capacità di ascolto, di accoglienza, di mettere insieme le parte. Non siamo più in un’epoca di divisione, bisogna mettere insieme. Anche perché è così divisa la società che l’unico modo di portare concretezza e per cercare costruire progetti è quello di mettere insieme le parti e trovare un punto ragionevole”.