In finanza i progressi per le donne sono lenti, la strada è ancora lunga

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L’8 marzo saremo bombardati di annunci su ciò che viene fatto per promuovere l’uguaglianza di genere negli affari, nella politica, nell’istruzione e nella salute. Nonostante ciò, il World Economic Forum stima che occorreranno altri 62 “giorni della donna” prima di raggiungere la parità di genere nell’Europa Occidentale e 165 in Nord America. Si tratta di una questione di grande rilievo per quanto mi riguarda”.

3Siamo all’ultimo piano del palazzo di Zurich a Milano. Dalle vetrate si vede tutta la città. Un’occasione di incontro per ledonne che in città lavorano nella finanza e sono ai vertici delle aziende o siedono in un cda. A parlare è Amanda Blanc, ceo di Zurich EMEA, che ci racconta come si vive la differenza di genere nel resto d’Europa, guardandolo dal punto di vista di una compagnia assicurativa: “Dati recenti mostrano incoraggianti progressi nel settore assicurativo; ad esempio in UK è aumentata del 5% la rappresentanza femminile in posizioni dirigenziali. Tuttavia, i progressi a livello di consiglio sono lenti e solo un membro su cinque di un consiglio di amministrazione è composto da donne. Come settore, abbiamo una lunga strada da percorrere e dobbiamo compiere progressi significativi“.

Amanda Blanc ha quasi 30 anni di esperienza nel mondo assicurativo, all’interno del quale ha ricoperto diversi ruoli di senior executive. Oggi è chief executive officer di Zurich per l’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), con responsabilità a livello globale per le partnership bancarie. E’ inoltre membro del comitato esecutivo del Gruppo Zurich. In precedenza è stata ceo di AXA UK & Ireland dal 2016 al 2018 e, ancora prima, ceo di AXA Insurance, Commercial Lines a partire dal 2011. Insomma, un esperienza nel settore di lunga data.

1Tornando al tema del suo intervento, certo il comparto assicurativo non è l’unico a dover fare molta strada in quanto a presenza femminile. In generale i dati sul mondo finanziario non sono certo incoraggianti. Negli Stati Uniti, ad esempio, le donne rappresentano circa il 50% della forza lavoro dei servizi finanziari. Eppure, salendo nelle posizioni della C-suite, la presenza si assottiglia al 20%. In Italia la situazione non è molto diversa: secondo uno studio First Cisl sui maggiori cinque istituti italiani, che pesano per due terzi dei 300mila bancari italiani, a inizio 2017 le donne sono 84mila (pari al 47%) su 181mila, ma guadagnano ancora il 10% in meno e solo lo 0,5% diventa dirigente.

Eppure non mancano gli studi che dimostrano come una maggiore diversificazione nei board, porti di fatto a migliori risultati finanziari per le aziende. Non ultimo, ad esempio, lo studio di Consob che ha legato a un miglioramento della redditività una presenza di donne nei board superiore a una singola. “C’è un evidente incentivo finanziario per le imprese a migliorare la rappresentanza delle donne a tutti i livelli; è ben noto che l’aumento della diversità di genere migliora la redditività. Un rapporto McKinsey del 2018 ha rilevato che le aziende nel primo quartile per la diversità di genere nei loro team esecutivi hanno il 21% in più di probabilità di generare una redditività superiore alla media rispetto alle società del quarto quartile” sottolinea la manager di Zurich, che prosegue: “La diversità di genere ha anche implicazioni interessanti per la produttività di un’azienda. Un rapporto dell’MSCI ha rilevato che le aziende con prevalenti quadri maschili e le pratiche di gestione dei talenti considerate carenti, hanno visto una crescita della produttività dei dipendenti che è scesa di 1,2 punti percentuali rispetto alle medie del settore”.

Ma qual è la situazione delle donne all’interno del mondo Zurich? “Sono orgogliosa di far parte di una squadra estremamente forte e diversificata; le donne guidano il 65% del nostro P&L in tutta Zurich, il nostro Consiglio comprende il 44% di donne e il nostro comitato esecutivo è per il 36% composto da donne” commenta Blanc, precisando poi: “Le politiche di lavoro flessibili sono un altro modo in cui ritengo che le aziende possano fare davvero la differenza. In UK il 54% delle donne con figli lascia il lavoro per cercare un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata e per coloro che rimangono, il 72% si sente in conflitto nella loro capacità di bilanciare la famiglia con la carriera.”

E in Italia? Con il 50% di donne che compongono la popolazione aziendale e 9 dei 16 ruoli chiave dell’azienda (57%), a diretto riporto dell’amministratore delegato, ricoperti da donne, Zurich è un’azienda nella quale la presenza e la leadership al femminile trovano reale compimento. Il gruppo è attento anche sul fronte retribuzioni e compensi: nNell’ultimo anno premi e avanzamenti hanno riguardato il mondo delle donne per il 55%. Non solo: in Zurich Italia il Gender pay gap è inferiore al 5% (contro una media nazionale del 12% circa), ma la società si propone di eliminare del tutto il gender gap in termini salariali interno all’azienda nell’arco di breve tempo.

A questo si aggiungono le iniziative in tema di work life balance: oggi è possibile per tutti i 1200 dipendenti lavorare da remoto fino a due volte la settimana, che diventano tre per future o neo mamme. L’utilizzo di questa formula è molto elevato (più dell’80% della popolazione aziendale ha aderito lo smartworking), al pari del livello di soddisfazione: il numero dei dipendenti, che sente di avere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, raggiunge un dato pari a 95%, secondo le rilevazioni diffuse dalla stessa azienda.