Fecondazione: cresce ricorso a pma, +72,6% trattamenti negli ultimi 10 anni

In un Paese che invecchia e fa sempre meno figli, la procreazione medicalmente assistita (Pma) si sta affermando come una componente strutturale della natalità italiana. Secondo il Rapporto annuale Istat 2025, il ricorso a queste tecniche è in costante aumento, trainato da un mix di fattori biologici, sociali e culturali: l’età sempre più alta delle madri, la maggiore istruzione femminile e la diffusione di modelli familiari più flessibili.

Un fenomeno in espansione

Nel 2022 sono stati 109.755 i trattamenti di Pma effettuati in Italia, a fronte dei 63.585 del 2005, con un aumento del +72,6%. Il dato esclude l’anno 2020, fortemente condizionato dalla pandemia, e mostra un trend crescente e duraturo. Contestualmente, è migliorata anche l’efficacia: il tasso di successo è passato dal 16,3% al 32,9% nello stesso arco temporale. La legislazione italiana di riferimento resta la legge 40 del 2004, che ha subito però numerose modifiche grazie a interventi della Corte costituzionale. Dal 2006, i dati sono raccolti nel Registro nazionale Pma, che monitora le attività dei centri autorizzati.

L’età media delle madri sale

Tra i fattori chiave dell’aumento della Pma c’è l’invecchiamento dell’età riproduttiva femminile. L’età media delle donne che ricorrono alla fecondazione assistita è salita da 34 a 37 anni tra il 2005 e il 2022, due anni in più rispetto alla media europea (35 anni nel 2019). Ancora più significativo è l’aumento della fascia over 40, che oggi rappresenta il 33,9% delle pazienti, contro il 20,7% del 2005 e il 21,9% in Europa (2019).

In parallelo, una modifica normativa ha eliminato l’obbligo di trasferire in utero tutti gli embrioni generati, permettendo di ridurre il numero medio di embrioni impiantati (da 2,3 a 1,3) e abbassando drasticamente la percentuale di parti gemellari (dal 23,2% al 5,9%).

Sempre più nati da Pma

Nel 2023 sono stati oltre 16mila i bambini nati vivi grazie alla fecondazione assistita, in crescita del +33,1% rispetto ai 12mila del 2013. La quota di questi nati sul totale è passata dal 2,4% al 4,3% in dieci anni. Il ricorso alla Pma cresce esponenzialmente dopo i 40 anni e raggiunge il suo picco oltre i 50 anni, quando il 76% dei bambini nati ha origine da trattamenti di fecondazione assistita. Nel 2023, il 38,2% dei nati da Pma aveva una madre over 40, contro il 27,6% nel 2013. In quella fascia d’età, quasi 1 nato su 5 (18,2%) è frutto della Pma. L’età media alla nascita con tecniche assistite è oggi di 38 anni, a fronte dei 32 delle nascite naturali. L’81% dei nati da Pma è primogenito, contro il 49,1% tra i nati totali. Tra i primogeniti, il 7,1% nasce da Pma, che sale al 33,5% per le madri over 40.

Differenze per cittadinanza e istruzione

Il ricorso alla Pma è meno diffuso tra le madri straniere, ma in crescita. In particolare, si osserva un aumento dell’uso delle tecniche oltre i 45 anni anche tra le donne nate all’estero. A incidere, secondo l’Istat, sono fattori culturali, normativi e di accessibilità. Una correlazione forte si registra invece con il livello di istruzione: nel 2023, il 6,2% dei nati da madri laureate è frutto della Pma, a fronte del 2,2% tra le donne con bassa scolarità. Il dato conferma che a una maggiore istruzione femminile corrisponde spesso una posticipazione della maternità, e quindi una maggiore probabilità di ricorso alla fecondazione assistita.

Meno figli, più ansia

Parallelamente, secondo il report FragilItalia “Avere un figlio oggi” realizzato da Legacoop e Ipsos, si sta affermando in Italia una nuova geografia del desiderio di maternità. Il 24% degli italiani desidera un solo figlio (in crescita di 9 punti percentuali) e il 25% dichiara di non volerne affatto. A incidere è anche il vissuto emotivo: la gioia resta l’emozione prevalente (50%), ma è in calo, mentre aumentano preoccupazione (31%, +4 punti) e ansia (23%, +3), specie nel ceto popolare e tra gli under 30.
La Pma non è solo una risposta clinica all’infertilità, ma anche uno specchio sociale. In un Paese che invecchia e in cui fare figli è percepito sempre più come una sfida, l’accesso alla fecondazione assistita racconta le trasformazioni profonde del lavoro, delle relazioni e delle scelte di vita. Con un punto fermo: oggi, in Italia, quasi 1 bambino su 20 nasce grazie alla Pma.

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