Re Lear oggi: una tragedia familiare tra potere e amore

Forse tutto è cominciato con “Orgoglio e pregiudizio e zombie” di Seth Grahame-Smith, nel 2009. Un romanzo che, mescolando uno dei capolavori di Jane Austen con elementi horror, ha aperto la strada a una nuova ondata di riscritture letterarie, o retelling, dimostrando come si possa rinnovare un’opera iconica senza tradirne lo spirito originale, anzi, vivificandolo con nuove istanze per tempi nuovi. È ciò che ha fatto Flavia Gasperetti, già saggista e traduttrice, per il suo esordio letterario – “La verità quando arriva è una tempesta” (Bompiani, 2024) – con cui ha scelto di offrirci una riscrittura del Re Lear shakespeariano, intuendo il potenziale tragico rivestito dalla famiglia come crogiolo di frustrazioni relazionali.  Un romanzo che affonda nella tragedia emergendo con dei personaggi cupi e spezzati, forti e fragili allo stesso tempo, complessi ci piace dire oggi, pennellati nel contesto del racconto in sospensione tra il disincanto contemporaneo e i monoliti tragici a cui si ispirano.

Il retelling quasi come un genere letterario

Dal 2009 (ma anche prima, basti pensare a Christa Wolf), molte autrici e alcuni autori hanno scelto di reinterpretare capolavori della letteratura attraverso nuove lenti tematiche e stilistiche, incontrando l’interesse del pubblico per queste narrazioni ibride e innovative. Negli ultimi anni, il fenomeno dei retelling ha conquistato un posto di rilievo nel panorama editoriale. La riscrittura di miti, fiabe e grandi opere letterarie consente alla scrittura di trovare nuove strade espressive, esplorando prospettive e attualizzando storie senza tempo, offrendo ai lettori interpretazioni inedite e stimolanti. Ciò che fanno i retelling è ampliare i confini del testo originale, arricchendolo di nuove sfumature e significati. E d’altra parte se un’opera letteraria ha attraversato la Storia consegnandosi come classico o capolavoro, è proprio perché urla dall’interno con tutte le sue voci una molteplicità di storie, ed è questo a renderla universale.

Una tragedia familiare tra potere e amore

Ciò che fa Gasperetti nel suo libro è esattamente questo: rileggere il Re Lear per scandagliare le dinamiche di potere, amore e rivalità all’interno di un nucleo familiare governato da un padre carismatico e ingombrante. Renata e Gabriella sono le figlie di Learco, un architetto famoso, uomo di talento ma anche di smisurato narcisismo. L’amore per il disegno e la creazione supera, per lui, ogni altro sentimento, rendendo le figlie spettatrici e in competizione per qualcosa che non possono vincere: non c’è spazio per loro nel cuore di un uomo così devoto alla sua arte e a sé stesso. Solo in tarda età, con l’arrivo di Cora, la giovane nuova moglie, Learco sembra aprirsi a una diversa forma d’amore, seppure ancora segnata dall’egoismo e dall’ossessione per il proprio riflesso. Ma l’ingresso di Cora nella famiglia non scioglie il nodo, anzi lo stringe: per Renata e Gabriella si apre una nuova impossibile sfida, un ulteriore confronto con un amore che resta inaccessibile.

La scena in cui le figlie, da bambine, gareggiano nell’esprimere il proprio amore per il padre in occasione del suo compleanno è particolarmente emblematica. La competizione si condensa nelle loro parole durante un brindisi: «Ti amo più della mia testa», «Ti amo due volte all’infinito più di lei», frasi che risuonano come un’eco della tragica gara d’amore del Re Lear, e il rito del brindisi diventerà una tradizione di famiglia, un gesto carico di significati e tensioni latenti. Pesa, nell’ultimo compleanno di Learco, il silenzio di Cora: in lei sembra condensarsi la purezza di Cordelia e il suo risoluto «Love, and be silent».

Un racconto adulto e spietato

Flavia Gasperetti

Di questo esordio di Gasperetti si apprezza anche la cura nei confronti del linguaggio. A partire dai nomi scelti per i personaggi, che chiaramente evocano Lear, Goneril, Regan e Cordelia, ma anche per il modo in cui cesella frasi precise ed evocative, giocando con i simboli contenuti nel testo originario e trasportandoli in un universo narrativo dove l’indagine si sofferma sulla vecchiaia di Lear, sulla sua perdita di lucidità (e dunque di potere). Le relazioni tra padre e figlie, tra sorelle e tra marito e moglie, si sviluppano su più livelli, mantenendo sempre una tensione sottile e crescente.

«Non c’è astuzia, non c’è bugia che il tempo non possa svellere»: una frase che riassume perfettamente il senso di ineluttabilità che attraversa il libro, dove il tempo è un giudice inflessibile e la verità, quando arriva, travolge tutto, come una tempesta.

«Possiamo leggere Lear per quello che ci dice sullo smarrimento e la solitudine della vecchiaia, una vecchiaia tutta maschile e in fragoroso disarmo», ha scritto l’autrice in un recente articolo, «oppure possiamo andare in un’altra direzione e trovarvi rappresentati i problemi del potere – la trasmissione e gli scontri che ne derivano, il conflitto tra le generazioni (negli ultimi anni direi che questa lettura si porta moltissimo: basti pensare a “Succession”). Ai miei occhi è sempre sembrato evidente che il Re Lear parlasse di famiglie».

E proprio sulla famiglia, sulle sue dinamiche complesse e sul peso delle eredità emotive, Flavia Gasperetti costruisce un romanzo adulto e spietato, ma anche delicato, tragico, profondamente umano. Una lettura non per svuotare la mente prima di dormire, ma per riempirla di nuove consapevolezze.

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Autrice: Flavia Gasperetti
Titolo: La verità quando arriva è una tempesta
Editore: Bompiani
Prezzo: 16 euro

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