I libri non sono soltanto asce «per rompere il mare ghiacciato che è dentro di noi», come diceva Franz Kafka. I libri sono mappe per orientarsi: permettono, lo ricordava Umberto Eco, di vivere moltissime vite in una sola. Sono medicine per l’anima, antidoti contro il veleno della semplificazione, custodi di memoria e agenti d’innovazione. Non ci aspetta un nuovo anno semplice, tra guerre, nuove minacce, grandi incognite. Un buon serbatoio di libri è quel che ci serve. Ecco qualche suggerimento di lettura per affrontarlo con cognizione di causa: se non pronti, almeno consapevoli.
La libertà e i suoi nemici
Si intitola “Libertà. Memorie 1954-2021” (Rizzoli) l’autobiografia di Angela Merkel, la cancelliera che ha guidato la Germania dal 2005 al 2021. Il libro, scritto con Beate Baumann, sua consigliera dal 1992, comincia dalla nascita di Merkel ad Amburgo e ripercorre le tappe che la hanno portata al timone del Governo tedesco, prima donna, e prima donna dell’Est, a rivestire la carica più importante dopo la riunificazione. Una carrellata di quasi settant’anni attraverso le decisioni che hanno fatto la storia, tra Berlino e Bruxelles, ma anche un’appassionata riflessione sulla leadership e sui limiti e le opportunità dell’azione politica nel mondo globalizzato. La scelta del titolo non è casuale: richiama, come scrive l’autrice, la storia «delle mie due vite»: «La prima fino al 1990 sotto una dittatura e la seconda, dal 1990, in una democrazia». Dedicato a chi non sa più riconoscere le differenze.
La responsabilità verso la Terra e l’umanità
Arriva l’11 febbraio in Italia per NN, con la traduzione di Gioia Guerzoni, il romanzo “Orbital” di Samantha Harvey, vincitore del Booker Prize 2024: sei astronauti provenienti dagli Stati Uniti, dalla Russia, dall’Italia, dalla Gran Bretagna e dal Giappone stanno compiendo l’ultima missione a bordo della Stazione spaziale internazionale prima che venga smantellata. Svolgono i loro compiti quotidiani, studiano la Terra, ricevono notizie dalle esistenze da cui lassù sono esclusi, meditano sul senso della vita e sull’importanza delle relazioni. Un libro breve – 136 pagine, «quasi senza trama», come ha scritto il New York Times – ma unico e prezioso: celebra il valore dell’essere umano e del nostro pianeta nell’epoca dell’intelligenza artificiale. Dedicato a chi non si rassegna.
Trump, Musk e l’ipnocrazia
Perché un tycoon 78enne, noto per la sua retorica misogina e gli attacchi razzisti, condannato per aggressione sessuale, viene rieletto alla presidenza degli Stati Uniti d’America? Come è possibile che un multimiliardario i cui affari vanno dall’auto elettrica allo spazio, passando per i social network, diventi una sorta di presidente ombra e codiriga il nuovo Dipartimento Usa per l’Efficienza governativa? Donald Trump ed Elon Musk sono i casi di studio presi in esame dal filosofo e teorico dei media Janwei Xun nel suo libro d’esordio “Ipnocrazia”, in uscita con Tlon il 15 gennaio nella traduzione di Andrea Colamedici. Un saggio che rivela come il nuovo potere agisca non tramite l’oppressione, ma attraverso le storie che consumiamo e a cui scegliamo di credere. Ecco perché si affermano gli «architetti del desiderio», capaci di confezionare narrazioni ipnotiche e manipolare le coscienze con tecniche ipnotiche di massa. Dedicato a chi vuole restare vigile.
Millennials, odissea nel lavoro
Cassie ha poco più di trent’anni, è arrivata a San Francisco dalla provincia e lavora come creativa nell’ufficio marketing di una start-up specializzata nella profilazione dei dati per stimolare gli utenti a fare acquisti online. Tutto sembra nuovo, luccicante e seducente, come le tecnologie e l’intelligenza artificiale comandano, ma sotto la patina sfavillante di pixel e titoli altisonanti, brand e icone, si nasconde un’umanità dolente, segnata da vecchie disuguaglianze e sempreverdi ingiustizie. Tra orari di lavoro massacranti, discriminazioni sessiste, amori liquidi, appartamenti minuscoli e carissimi, Cassie vede i suoi sogni trasformarsi in incubi. Con “Qui non c’è niente per te, ricordi?” (La Nuova Frontiera, traduzione di Lorenzo Medici) Sarah Rose Etter racconta il tardo-capitalismo delle illusioni. Dedicato a chi è giovane e già stufo.
Maschiocrazia e come combatterla
La viscosità del potere monogenere è altissima. Lo sanno Emanuela Griglié e Guido Romeo, autori di “Maschiocrazia. Perché il potere ha un genere solo (e come cambiare)”, edito da Codice Edizioni con la prefazione di Marta Cartabia. Un viaggio che non nega i progressi e riconosce nell’Italia di Meloni e Schlein un laboratorio a cui prestare attenzione, ma che al tempo stesso analizza le (troppe) resistenze al cambiamento. Perché il potere femminile è ancora lontano dall’essere consolidato e strutturato in una rete influente e capillare, e perché tutti – sì, anche le donne e i ragazzi più o meno fluidi della GenZ – siamo molto più maschilisti e conservatori di quanto siamo disposti ad ammettere.
Attraverso dati, ricerche scientifiche, aneddoti e interviste a Monia Azzalini, Mauro Barisione, Tiziana Casciaro, Luciana Castellina, Nicoletta Cavazza, Grazia Di Maggio, Alice Eagly, Rado Fonda, Vera Gheno, Kaja Kallas, Maria Cristina Marchetti, Roberta Metsola, Alessandro Nai, Yoshikuni Ono, Claudia Padovani e Agnese Pini, il saggio racconta la rivoluzione in corso e indica le strade per non soffocarla. Dedicato agli ottimisti: una società paritaria è possibile.
Raccontare Alda Merini ai più piccoli
«Sono un’ape furibonda», disse di sé Alda Merini. E in dialogo con un’ape la immaginano Ave Comin, ex insegnante di lettere tra le maggiori esperte della vita e dell’opera della poetessa milanese, e Virna Chessari, docente palermitana appassionata di poesia, nel libro per ragazzi “Cieli di Primavera. Viaggio nel mondo di Alda Merini” (Navarra editore) magnificamente illustrato dall’architetta Mariateresa Oldrati. Come l’ape regina si nutre di pappa reale, così Merini non può non nutrirsi di versi e immaginazione, sembre in bilico tra la normalità del vivere comune e la follia del genio, tra i doveri della famiglia e l’audacia della fantasia, tra le catene e la piena libertà.
Nel racconto non mancano le tappe più dolorose dell’esistenza di Merini, come i ricoveri in manicomio, né le persone cardine: il marito Ettore Carniti da cui ebbe le sue quattro figlie, l’amico Giorgio Manganelli, il secondo marito Michele Pierri. Dedicato a chi ama la poesia e le donne indomite.
Disabilità, la forza di Graz per l’inclusione
Graziella Anesi è stata studentessa autodidatta, spirito libero cresciuto tra Baselga di Pinè, il Trentino e il mondo, politica combattente, imprenditrice, pioniera di un diverso modo di guardare e includere le persone con disabilità, che ha seguito attraverso la cooperativa sociale HandiCrea di cui è stata fondatrice e presidente. Nata con una malattia rarissima, le avevano dato tre anni di vita. Ne ha vissuti 67, in pienezza, seppure in carrozzina, spendendosi per rappresentare chi, come diceva lei, «vive rasoterra» facendo fatica per tutti i semplici gesti quotidiani.
Della sua esistenza e del suo impegno, attraverso le testimonianze di chi la ha conosciuta, parla “Graz. Ritratto a più voci di Graziella Anesi”, il libro corale curato da Paolo Ghezzi ed edito da Erikson. Scomparsa il 24 gennaio 2023, è stata ricordata a Trento con l’istituzione del tavolo Città di Trento – Graziella Anesi, che si occupa di promozione della cultura dell’accessibilità e delle pari opportunità. La pittrice e amica di mille avventure Clara Lunardelli la ricorda così: «Per oltre venticinque anni siamo state l’una a fianco dell’altra, a ridere. Ridere sbigottite di come ci “aveva messe” la vita. E guardavamo, sedute sempre, chi passava camminando e si diceva tormentato dalla vita. Talvolta ci sembrava perfino di essere privilegiate. Una sfiga sorridente la nostra, per molto tempo». Dedicato a chi sogna un mondo più giusto.
L’Alzheimer spiegato a bambine e bambini
«Mia nonna sapeva e poteva fare tutto», dice Ema. Montare le tende in campeggio, fare escursioni in montagna, andare in bicicletta, nuotare nell’acqua altissima, costruire nascondigli segreti e casette per gli insetti, inventare giocattoli con i vasetti dello yogurt, organizzare spettacoli di burattini in giardino, leggere fumetti e scrivere storie. Poi, all’improvviso, «un giorno non poté più». Colpa dell’Alzheimer, che si è mangiato la memoria di Zrinka, facendole dimenticare eventi, nomi e persone, persino la sua adorata nipote.
Con “Mia nonna non sa chi sono io” (Storie Cucite), Iva Bezinović Haydon con le sue parole e Hana Tintor con le illustrazioni danno vita a una storia delicata e utilissima, tradotta dal croato da Ginevra Pugliese. Una storia mai drammatica, che riesce a cogliere gli aspetti umoristici della tragedia della malattia. Dedicato a chi vuole avvicinare i bambini al tema dell’invecchiamento, del ricordo e dell’amore eterno.
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