W20 Brazil, servono lavoro di qualità e più donne nei processi di pace

Potenziare il lavoro femminile in quantità e qualità. Incentivare e indagare l’economia della cura per far emergere il valore delle attività non retribuite svolte dalle donne. Rafforzare la presenza e il ruolo femminile ai tavoli per la risoluzione dei drammatici conflitti che stanno infiammando il pianeta. Saranno questi i principali dossier al centro del summit del Women20, meglio noto come W20 – il gruppo ufficiale del G20 dedicato alle politiche per la parità di genere e l’emancipazione delle donne, che conta oltre cento delegate provenienti da 19 Paesi e dall’Unione europea – in programma a Rio de Janeiro dal 27 settembre al 2 ottobre, prima del G20 del 18-19 novembre.

A illustrare le priorità sono state il 24 settembre a Roma, nella sala stampa della Camera, le deputate Chiara Braga (Pd) e Cristina Rossello (Forza Italia), Linda Laura Sabbadini ed Elvira Marasco del W20 Italia, la capo delegazione del W20 Brasile, Adriana Carvalho, la people, culture and organization vice president Tim Brasil, Maria Antonietta Russo, e la vice presidente comunicazione istituzionale e sostenibilità di Tim, Maria Enrica Danese. In videcollegamento anche l’ambasciatore d’Italia in Brasile, Alessandro Cortese, che ha sottolineato le sinergie tra i due Paesi e gli sforzi condivisi per l’empowerment femminile, adesso rilanciati dal presidente Lula che ha ripristinato il ministero per le Donne che aveva istituito nel 2003 durante la sua prima presidenza.

Le deputate: servono coraggio, ambizione e unità

Alla comunità internazionale, secondo la capogruppo dem Braga, servono più che mai «coraggio e ambizione». Troppe e troppo complesse le sfide globali in atto, tra guerre, carestie spesso legate alla crisi climatica, strascichi del post Covid. «Siamo chiamati a rendere con azioni concrete e non procrastinabili il pianeta più umano, più inclusivo e meno inquinato.

Solo una battaglia seria contro la povertà e il cambiamento climatico, che peraltro coincide con la cura “della casa comune” e delle persone, assicura una reale ripresa economica inclusiva e sostenibile sia ambientalmente che socialmente». Rossello ha ricordato l’importanza di agire unite, indipendentemente dalle appartenenze politiche. Unione che, quando si è trattato di approvare leggi importanti per le donne come la Golfo-Mosca sulla rappresentanza nei Cda, in Parlamento ha premiato.

«Le donne non sono una coperta corta che si tira da una parte o dall’altra in base alle convenienze dei partiti», ha sottolineato la deputata azzurra, componente della commissione Politiche Ue. «Ora dobbiamo concentrare le nostre energie e trovare coesione sui temi economici, dall’accesso al credito al lavoro, dipendente e autonomo».

Misurare il valore del lavoro non retribuito delle donne

«Andiamo a Rio, dalle amiche del W20 brasiliano, con spirito molto positivo. Ricordate lo slogan della Conferenza delle donne di Pechino? “Guardate il mondo con occhi di donna. Noi andiamo con l’intenzione di agire perché il mondo assuma occhi di donna», ha sottolineato Sabbadini, già chair del W20 Italia del 2021, che ha prodotto una “road map” per assicurare quantità e qualità del lavoro femminile. «Adesso vogliamo strategie per raggiungere l’obiettivo, anche perché l’attuazione degli statement contenuti delle Dichiarazioni finali è diventata più delicata in un momento così difficile a livello internazionale, un momento criticissimo dal punto di vista delle guerre, degli attacchi alle democrazie, del terrorismo».

Sabbadini ha evidenziato l’urgenza che il G20 si ponga l’obiettivo di ampliare la presenza femminile ai tavoli per la risoluzione dei conflitti («Le donne costruiscono ponti, non muri») e ha riepilogato gli altri punti qualificanti della piattaforma del W20: l’impegno per lo sviluppo dell’economia della cura («Non è possibile che sulle donne si carichi il peso del lavoro familiare»), il contrasto globale alla violenza, in un’ottica di prevenzione e non solo di punizione, la battaglia contro gli stereotipi nell’educazione, per favorire la presenza delle donne nei settori Stem e nelle professioni scientifiche e tecnologiche («Gli interventi per ora si concentrano alla fine delle scuole superiori, ma lì ormai i giochi sono fatti. Bisogna agire sin dalla scuola primaria») e per promuovere la medicina di genere.

Su tutto, un invito: l’esortazione ai leader del G20 perché gli istituti nazionali di statistica misurino i fenomeni in ottica di genere. «Non tutti gli Stati hanno ricerche che stimino la parte sommersa della violenza contro le donne e non ovunque viene calcolato il contributo delle donne, con il loro lavoro non retribuito, alla ricchezza del Paese. Dobbiamo misurarlo stabilmente. Le brasiliane ne sono convinte e l’Italia le appoggia con forza».

Non si può costruire un futuro migliore senza le donne

Per Marasco, presidente AW20 e fondatrice della delegazione italiana del Women 20, «uno dei grandi assi nella manica del W20 è che ne fanno parte donne con competenze straordinarie: non sempre è facile mettere d’accordo persone provenienti da culture diverse, ma la voglia di fare bene ci accomuna. Il W20 è uno striumento formidabile, che consente anche un efficace monitoraggio dei progetti sui territori». I Paesi membri delle Nazioni Unite – ha richiamato Marasco – si sono impegnati a disegnare «un futuro migliore» per l’umanità colpita dalle guerre, dalla povertà e dal riscaldamento globale e «non si può costruire un futuro migliore senza le donne!». Fondamentale è partire dall’assunto basilare: «Tutte dovrebbero avere un lavoro dignitoso».

Lavoro: gli incentivi non bastano, serve cambiare la cultura

Un tema, quello del lavoro, caro a Tim, come ha ribadito Danese: «Le donne sono ancora in svantaggio rispetto agli uomini, penalizzate da pregiudizi che ostacolano il cambiamento. Partire direttamente dalla fine, facendo diventare normale il fatto che siano in prima linea, è un modo per superare i bias che ancora caratterizzano il mercato del lavoro. In Tim abbiamo sposato questo approccio sia all’interno dell’azienda, a partire dai Consigli di amministrazione, sia facendoci portatori di questi valori nella società».

Oltre a un piano aziendale ad hoc, che ricorre a tutti gli strumenti a disposizione – le leve organizzative, il sistema di incentivazione, la politica di remunerazione, il gruppo fa anche cultura con la campagna di comunicazione dal claim “La parità non può aspettare”. «Non c’è parità senza dignità», ha spiegato Russo di Tim Brasil: «Per questo la lotta contro la violenza sulle donne, violenza di qualsiasi genere (fisica, psicologica, economica), è il prerequisito imprescindibile per una società più giusta». Lo dicono all’unisono imprese e società civile. E chiedono ai Governi delle principali economie del mondo di fare la propria parte.

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