In 7 anni, 86 i giovani premiati su un totale di oltre 200 tesi candidate provenienti da università di tutta Italia, per un montepremi complessivo di circa 230.000€, grazie alle oltre 20 aziende e organizzazioni sostenitrici e ai patrocini del Comune di Milano, della Città Metropolitana di Milano, dell’Università degli Studi di Milano e di Fondazione Cariplo.
Questi i numeri raggiunti dal Premio Valeria Solesin, concorso – ideato da Paola Corna Pellegrini nell’ambito del Forum della Meritocrazia e promosso in partnership con Allianz Partners – che si rivolge a laureande e laureandi, ispirato agli studi della giovane ricercatrice veneziana, tragicamente scomparsa nell’attentato del Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015. Il Premio si pone lo scopo di riconoscere il valore di tesi che ogni anno si distinguono per originalità e rigore scientifico relativamente al il tema de “Il talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell’economia, dell’etica e della meritocrazia nel nostro Paese”.
“Le tesi ricevute quest’anno – commentano Renata Semenza, professoressa associata università degli Studi di Milano, e Silvia Fontana, consigliera Forum della Meritocrazia, rispettivamente presidente e coordinatrice del comitato scientifico del Premio Valeria Solesin – mostrano una grande varietà disciplinare e di temi trattati; uno spettro di argomenti insolitamente ampio e articolato, che va ad arricchire la nostra conoscenza sull’argomento. E tutte le tesi premiate ci raccontano con competenza, intelligenza e sensibilità, delle forti difficoltà incontrate dalle donne nel percorso della parità nei numerosi campi affrontati”.
Le premiate
Al primo e secondo posto si posizionano due tesi eminentemente sociologiche, che usano tecniche di analisi qualitativa/etnografica sul tema del lavoro di cura domestica da parte di donne immigrate, alla luce dell’intersezionalità fra dimensione di genere, etnica/razziale, competenze e professionalità. Entrambe tesi che affiancano al valore scientifico-disciplinare un forte valore etico-morale.
Si tratta dei lavori di Manuela Intini, premiata da Allianz Partners, che concentra la sua analisi nel Sud Italia e di Gaia Celebrin, premiata da State Street, che ha analizzato il territorio di Trento. Entrambi esaminano il ruolo di “agency” di queste lavoratrici, il cui esito dipende dal tipo di progetto migratorio che intendono perseguire e dimostrano quanto rappresentino la risposta privata ai bisogni di assistenza di uno dei paesi con il più marcato invecchiamento della popolazione e di un drastico calo demografico, in assenza di un’adeguata risposta del welfare pubblico.
Nello stesso ambito, si inserisce la tesi di diritto internazionale su migrazione e genere di Elisa Cau (premiata dall’Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione – sezione della Società Italiana di Statistica, in 12esima posizione), che analizza i diritti al ricongiungimento familiare sanciti da una Direttiva Europea, che indaga come si definisce il concetto di “famiglia” e quali sono “i criteri di dipendenza” nelle riunificazioni dei nuclei migranti.
Isabella di Filippo – al quarto posto, premiata da EY – e Gabriella Saveriano – in sesta posizione, premiata da TIM – hanno condotto due tesi in economia e sociologia economica più classiche, basate su metodi statistici quantitativi. La prima affronta l’effetto asimmetrico dell’evento della nascita di un figlio sulle condizioni lavorative dei padri (che paradossalmente ricevono una premialità di paternità) e delle madri, che invece sono penalizzate nel reddito e nel mercato del lavoro (secondo l’ISTAT in Italia le donne con figli guadagnano il 53% in meno delle donne senza figli, dopo quindici anni dalla nascita). La seconda analizza il paradosso delle coppie dove la donna con titolo di studio più elevato guadagna meno del partner meno istruito. Un paradosso tutto italiano, che dimostra quanto poco siano valorizzate le competenze e quanto siano poco eque le valutazioni.
Margherita Farinelli (terzo posto, premiata da Sanofi) e Irene Marta Brusini (in ottava posizione, premiata da Suzuki) si sono distinte nell’ambito della scienza della politica. Farinelli affronta il tema della sotto-rappresentanza femminile nella sfera politica, comparando Italia e Spagna e scegliendo come punto di osservazione gli statuti dei partiti. Brusini analizza, invece, il ruolo dei sistemi elettorali, maggioritario e proporzionale, nel favorire l’eguaglianza di genere, utilizzando il Gender Political Representation Index (GPRI), applicato a tutti i paesi europei.
Una tesi – con un particolare valore umanitario – è quella di Silvia Parente (undicesima posizione, premiata da Winning Women Institute), dedicata alla condizione delle donne in Afghanistan, alla luce dell’evoluzione del diritto internazionale, che dimostra le gravi violazioni dei diritti umani e l’inerzia della Comunità Internazionale.
Nell’ambito giuridico, le tesi di Anna Cocchetti (quinta posizione, premiata da SAS) e Mariangela Tasca (nona posizione, premiata da MM) si focalizzano una sul forte bias culturale che permane nell’accesso e nella presenza di donne in settori di attività maschili, come le Forze Armate (vessazioni sessuali, nonnismo, prevaricazioni), nonostante i progressi normativi e l’introduzione di elementi di etica militare nelle direttive emanate dallo stato; l’altra sul gender pay-gap, sui nuovi orientamenti del diritto antidiscriminatorio e sulle recenti norme sulla trasparenza retributiva, che dovrebbero aiutare ad arginare le diseguaglianze.
Infine, alcune tesi che si distinguono per approfondire temi inusuali: Tonia Stiuso (decima posizione, premiata TRT Trasporti e Territorio) ha esaminato la prospettiva di genere nella pianificazione urbana, attraverso l’analisi delle politiche di miglioramento della sicurezza delle donne nella città di Napoli, utilizzando delle tecniche statistiche innovative per misurare la percezione di sicurezza delle donne.
Lynda Citlalli Lopez (settima posizione, premiata da A&A Studio Legale) ha, invece, lavorato a una tesi di psicologia sul linguaggio utilizzato nei titoli di cinque dei principali quotidiani italiani, nella rappresentazione di donne e uomini politici, da cui risulta una “bonifica illusoria del lessico” che – di fatto – cela sessismo. Infine, una tesi in storia dei processi educativi, quella di Elena Franzetti (tredicesima posizione, premiata dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento), che individua l’orientamento come momento fondativo della parità di genere nel mercato del lavoro, mostrando come la scelta dell’indirizzo di studio e quindi la fase pre-ingresso all’occupazione possa avere un ruolo determinante nel colmare i divari settoriali e professionali.
In sintesi, tutte le tesi premiate portano un importante contributo in termini di prospettiva di genere e di metodologia di ricerca al tema della partecipazione femminile al mondo del lavoro, favorendo il consolidamento di una conoscenza e coscienza collettiva necessarie per un salto di civiltà. Sempre più urgente.
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