Premio Strega, la danza del dolore di Ada d’Adamo

“Io, lui e tu nel mezzo, al centro esatto del nostro amore. Un amore d’aria”.
Da qui comincia il gioco di parole con cui inizia e finisce “Come d’aria” (Elliot), un romanzo sul dolore di Ada d’Adamo. La scrittrice abruzzese scomparsa due giorni dopo essere entrata nella dozzina dello Strega, risultata poi vincitrice del Premio, sapeva che “è necessario raccontare il dolore per sottrarsi al suo dominio”, come recita il verso che accompagna il prologo firmato da Rita Chiaron, medico internista e saggista letteraria.

Il dolore di avere messo al mondo una “meravigliosa figlia imperfetta” nata con una malformazione cerebrale, cui si è aggiunto quello di avere una malattia difficile da guarire.

“Sei Daria. Sei D’aria. L’apostrofo ti trasforma in sostanza lieve e impalpabile” è l’incipit del romanzo. Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, la cui scoperta della malattia sulla soglia dei cinquant’anni diventa un’occasione per rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: le fatiche quotidiane, la rabbia, i segreti, ma anche la tenerezza della vicinanza e dell’affetto.

Ada D’Adamo era una ballerina. Ha scritto saggi sulla danza, ha lavorato per il teatro, poi per l’editoria. Dividendo i suoi molti impegni di lavoro con le ore da dedicare a Daria, la figlia disabile. Quando ha saputo di essersi ammalata di un tumore e di doversi sottoporre a cure molto pesanti la sua paura principale è stata quella di perdere il contatto fisico con Daria. Ha cominciato a scrivere in un diario pagine di dolore, fatica, disperazione, incomprensione da parte degli altri, ma anche forza di volontà e amore.

Senza inutile eroismo, è lo stesso dramma che vivono le famiglie che lottano per avere la fisioterapia per i figli disabili, una semplice visita medica, un posto in una scuola che sia inclusiva con chi è affetto da gravi patologie.

La storia di Daria, le sue paure di madre, la diagnosi mancata e l’errore medico, Ada d’Adamo le aveva raccontate anni fa in una lettera a Corrado Augias sulle pagine di Repubblica. “Gentile Augias, un bravissimo medico non è stato in grado di leggere una ecografia che mia figlia sarebbe nata con una grave malformazione cerebrale. Oggi la mia bimba, poco più di due anni, è persona pluridisabile, invalida al cento per cento. Frequentando i reparti di neuropsichiatria infantile e i centri di riabilitazione incontro quotidianamente centinaia di bambini nati prematuri”. 

ll libro è dedicato al compagno Alfredo, “spalle larghe, mani di roccia”. È lui che ha realizzato l’illustrazione di copertina intitolata “Sospensione”, in cui compaiono abbracciate una figlia con la propria madre, unite nel dolore.

Ada d’Adamo ha trascorso molto tempo a osservare il corpo e le sue declinazioni sulla scena contemporanea. “Come d’aria” è un romanzo percorso dalla scrittura e dalla danza, che durante la malattia ha cercato di ritrovare nel corpo. “Adesso non sogno più di salti e giri e spaccate. Quando mi sdraio a terra chiudo gli occhi e, nel buio, cerco il corpo col sentire. Ascolto lo scricchiolio dell’articolazione, mando calore al muscolo, visualizzo la vertebra che tocca il pavimento e quella che resta staccata da terra. Provo a riempire d’aria quello spazio, a respirarci dentro, consapevole dei miei pochi, poveri mezzi”.

“Come d’aria” narra l’amore di una madre per la figlia in forma di lettera, prima del loro doloroso addio, della loro separazione. Si esprime nella poesia “Questo immenso non sapere” di Chandra Livia Candiani, riportata nel romanzo:

“Come amare sapendo che la separazione ci aspetta?
Come essere pienamente e saper sparire? Non lo so.

Sono leggi della vita, le sue imperscrutabili coreografie, danze per non vedenti, un soffio leggero ci sfiora la faccia e le mani pur non vedendo sappiamo: la danza continua”

La letteratura è una medicina capace di aiutare una vita che conosce il dolore. Spesso la malattia separa, allontana e distrugge. Qualche volta genera, allaccia, moltiplica l’amore. Fino alla frase che chiude il romanzo: Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada. Sarò D’aria …”.

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Titolo: “Come d’aria”
Autrice: Ada d’Adamo
Editore: elliot
Prezzo: 15 euro

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