Violenza contro le donne, nasce ‘Una nessuna centomila’ per cambiare la cultura

Partirà un progetto, a settembre, di educazione all’affettività in una scuola media di Napoli, della durata di un anno. Saranno devoluti fondi, raccolti attraverso spettacoli e concerti, direttamente ai centri anti violenza che ne hanno bisogno, senza chiedere un progetto specifico. Saranno sostenute le associazioni che si occupano già di educazione all’affettività. Sono solo alcuni dei progetti di ‘Una Nessuna Centomila’, la fondazione presentata alla Casa Internazionale delle donne di Roma e fondata da quattro personaggi che, in campi diversi, lottano per la parità di genere: la cantante Fiorella Mannoia, la sceneggiatrice e documentarista Giulia Minoli, l’attivista e politica italiana Celeste Costantino e la sociologa e attivista dei centri anti-violenza Lella Palladino.

La violenza sulle donne, ormai è assodato, non nasce (se non in casi residuali) da un raptus, o da un momento di follia, ma affonda le radici in un problema sostanzialmente culturale che vede la donna in una condizione di subalternità. Se vogliamo cambiare la cultura, occorre dunque usare gli strumenti della cultura, dall’arte al teatro alla musica all’istruzione nelle scuole, per veicolare un nuovo linguaggio, prevenire la violenza, superare gli stereotipi  che viviamo e respiriamo fin da bambine e bambini.  I protagonisti dell’arte e della cultura, nel progetto della fondazione, non sono semplici testimonial, ma veicolano in prima persona una nuova cultura di parità.

Da Campovolo per i diritti delle donne

L’iniziativa, presentata ieri (3 luglio) alla Casa internazionale delle donne, è partita dall’omonimo concerto all’Arena di Campovolo che riunì l’11 giugno dell’anno scorso le voci della musica italiana a sostegno dei diritti delle donne e della gender equality. Oggi, dunque, Una Nessuna Centomila diventa la Fondazione italiana per il contrasto alla violenza sulle donne. L’obiettivo è promuovere la prevenzione sostenendo l’educazione all’affettività nelle scuole e il superamento di stereotipi e pregiudizi culturali che legittimano la violenza, e supportare i centri antiviolenza e case rifugio.

Il nome, per il concerto come per l’associazione, che parafrasa il romanzo di Pirandello, è stato scelto perché ‘Una’ simboleggia la frase “Ni una Màs”, grido di dolore e ribellione delle donne messicane che denunciarono per la prima volta nel mondo il reato di femminicidio; “Nessuna” perché ‘nessuna donna merita di essere violentata’, non importa com’è vestita, non importa se ha bevuto, non importa se ha detto sì e poi ha cambiato idea; ‘Centomila’ perché “infiniti, moltissimi, innumerevoli» sono le donne e gli uomini che contrastano la violenza sulle donne”.

Dall’esperienza di Campovolo, alla quale hanno preso parte, oltre a Fiorella Mannoia,  Emma Marrone, Elisa, Gianna Nannini, Giorgia, Alessandra Amoroso e Laura Pausini, e che ha rappresentato una delle maggiori operazioni di fundraising sociale nella storia della musica italiana, si è voluto lanciare un modello di intervento culturale. Nel 2022, l’intero ricavato ottenuto dagli oltre 100.000 biglietti venduti ha permesso, infatti, di destinare a sette centri antiviolenza italiani (nelle città di Reggio Calabria, Latina, Potenza, Casal di Principe, Conversano, Palermo e Olbia) una donazione di oltre 200.000 euro ciascuno.

Fiorella Mannoia: l’impegno di chi fa cultura

Il successo del concerto ha, dunque, spinto le fondatrici a realizzare un progetto strutturale. «Il concerto di Campovolo – ha dichiarato la cantante Fiorella Mannoia, presidente onoraria di Una Nessuna Centomila – è stato un primo risultato straordinario, non solo per i benefici materiali, ma anche per il patrimonio culturale che porta con sé. ‘Uscire dal silenzio’ non è un invito da fare solo alle donne vittime di violenza, ma è soprattutto un incoraggiamento rivolto a tutta la cultura italiana. Perché la violenza è un problema culturale ed è fondamentale che chi fa cultura in Italia si faccia portatrice e portatore di un percorso per eliminare la violenza contro le donne.

Per questo abbiamo deciso di dare vita alla Fondazione Una Nessuna Centomila. Vogliamo allargare il coinvolgimento di chi può contribuire al cambiamento, con l’ambizione di moltiplicare i momenti di solidarietà e diffusione del racconto del fenomeno».

Giulia Minoli: il linguaggio dell’arte contribuisca al cambiamento

L’arte, dunque, diventa nel progetto della Fondazione strumento sociale del cambiamento. «In Italia si conta un femminicidio ogni 3 giorni. Secondo l’Istat, una donna su tre non ha autonomia economica, il 37% delle donne in Italia non ha un conto corrente intestato, oltre 67% del lavoro di cura è a carico delle donne. In questo quadro desolante in cui la risposta istituzionale continua ad essere inefficace, noi proviamo a fare la nostra parte e per questo – spiega la presidente Giulia Minoli – nasce la Fondazione. Ci impegneremo, come già avviene a livello internazionale, per far sì che il linguaggio universale dell’arte, dalla musica al teatro al cinema e alle mostre, possa contribuire al cambiamento culturale necessario e per sostenere i centri antiviolenza, i percorsi di empowerment delle donne ad essi collegati e i progetti nelle scuole sull’educazione all’affettività».

Lella Palladino: “Sostenere i percorsi di autonomia”

Il ruolo dei centri antiviolenza nel contrasto alla piaga che miete un femminicidio ogni tre giorni, è testimoniato da Lella Palladino. «Ogni volta che c’è un femminicidio si levano voci indignate e si annunciano inasprimenti delle pene. Intanto si dimentica che a fronte di circa 120 donne che ogni anno continuano a perdere la vita per mano di un uomo, ce ne sono decine di migliaia che rinascono a una nuova vita nei tanti centri antiviolenza e nelle case rifugio accompagnate con abnegazione e passione politica da migliaia di operatrici.

La Fondazione Una Nessuna Centomila nasce per essere concretamente, e creativamente, al loro fianco. Vogliamo farlo non solo accompagnando le tante organizzazioni di donne che gestiscono i centri antiviolenza oltre la precarietà e fragilità economica cui sono costrette da istituzioni che continuano a non investire risorse adeguate, ma anche facendo conoscere e valorizzando il lavoro altamente specializzato delle operatrici, senza le quali i centri antiviolenza non esisterebbero. Infine vogliamo sostenere i percorsi di autonomia e reinserimento lavorativo delle donne che hanno subito violenza, perché l’indipendenza economica è fondamentale per sottrarsi a relazioni violente”. 

Celeste Costantino: “Sosteniamo l’educazione all’affettività nelle scuole”

La presenza nelle scuole della Fondazione è uno degli elementi più caratterizzanti. «Una Nessuna Centomila nasce per occuparsi di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne. Lavoreremo per diffondere e sostenere l’educazione all’affettività nelle scuole. E sosterremo i centri antiviolenza e le case rifugio per accompagnare sempre più donne e ragazze nel percorso di superamento della violenza”, afferma la vice presidente Celeste Costantino.

Tutte noi  – aggiunge – concordiamo che la violenza maschile contro le donne ha una radice culturale. E tuttavia troppo spesso non ci si interroga su chi fa la cultura. Nel nostro Paese la cultura è per la maggior parte appannaggio degli uomini. Una circostanza che determina un’assenza enorme nello sguardo e che non permette di compiere i passi necessari a costruire relazioni tra i sessi rispettose dei diritti e della libertà delle donne. È proprio questa la ragione per cui Una Nessuna Centomila ha deciso di coinvolgere direttamente le donne e gli uomini che fanno cultura in Italia. Non come semplici testimonial della Fondazione, ma come protagonisti attivi nella costruzione di un’idea di società in cui non ci sia più spazio per la violenza».

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  • Maria teresa Aprile |

    Manifesto gratitudine ed ammirazione per il vostro impegno! Voglio comunicare la mia disponibilita’, qualora riteneste utile, a dare la mia testimonianza.
    Vivo ad Arona, mi muovo agevolmente su milano e dintorni.
    Ho pubblicato per europa edizioni ” nonostante tutto”.qualcunodice che potrebbe essere incoraggiante per le donne…..spero vogliate interpellarmi, potessi dare il mio piccolo contributo, ne sarei contenta.

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