Raccontare l’imprenditoria femminile a teatro: “Un altro lunedì” è uno spettacolo corale che ha debuttato nella giornata simbolica del 1 maggio, portando in scena i racconti professionali e personali di 12 imprenditrici raccolti sul territorio bergamasco. Sono oltre 20.000 le imprese a conduzione femminile secondo il Comitato imprenditoria della Camera di Commercio di Bergamo, e la selezione compiuta per realizzare questo spettacolo aveva l’arduo compito di disegnare presente e futuro dell’imprenditorialità, narrando quel che accade ora e quello che può accadere nel mondo del lavoro, quando le donne esprimono il loro potenziale e la loro capacità di visione del futuro, la loro competenza, umanità, intelligenza.
Com’è nato il progetto
“Quando Chiara Magri (ideatrice del progetto) mi ha chiamata dicendomi che voleva fare uno spettacolo sul lavoro, per parlare di donne, ma cercandole nel presente e non nel passato, ho detto subito di sì” racconta Laura Curino, attrice, regista e autrice tra le più note nel mondo del teatro di narrazione, che ha curato la drammaturgia e la regia di questo spettacolo e ne ha seguito tutte le fasi della produzione.
Continua Curino: “Io ho una passione per le storie di lavoro. Un po’ perchè vengo da Torino dove la fabbrica è quotidianità, e anche perchè ho una precisa coscienza che esiste una forma di poesia nel creare qualcosa, nel modo in cui le persone si approcciano al fare. Ho lavorato tanto sull’homo faber, e penso che se tra le divinità dell’Olimpo c’è anche Vulcano, vuol dire che anche nell’attività del creare e del fare umano c’è qualcosa di divino“.
Storie di quotidiana acrobatica per signore
In scena per questo spettacolo si alternano le sfide, le difficoltà, i tranelli del destino, i ribaltamenti, i colpi di scena nelle vite di queste donne, e il sottotitolo è “storie di quotidiana acrobatica per signore”. Sono 12 le imprenditrici narrate, in un range generazionale che va dai 30 agli 83 anni, mentre i settori in cui operano vanno dall’interior and industrial design al tessile, dalla cultura alla chimica.
“È chiaro che lo spettacolo è per il pubblico – prosegue Curino – ma raccontiamo queste donne anche con loro e per loro, affinchè ci sia una forma di riconoscimento. È importante che siano presenti tra il pubblico, perchè non si tratta solo di celebrazione, ma anche di sostegno, di riflessione su di sè. La cosa importante di questo progetto è non solo raccontare le loro storie, ma anche raccontarle a loro stesse“.
Alle volte la loro posizione nel tempo e nella storia è profondamente consapevole, come spiega benissimo una delle imprenditrici nel corso dello spettacolo: “È stato come scalare una parete rocciosa: si attaccano i ganci, si mettono i moschettoni e le cinture di sicurezza per non cadere e si fa quel che si deve in nome di chi è venuto prima di noi. Questo è quello che mi sosteneva e mi sostiene“. Ecco allora che lo spettacolo diventa anche un momento di autocoscienza, per comprendere meglio il proprio agire, le motivazioni che lo muovono, la connessione con l’ecosistema imprenditoriale e le similitudini con altri modelli e visioni.
I percorsi nattarivi di Laura Curino
Uno degli spettacoli più famosi di Laura Curino è “Camillo Olivetti alle radici di un sogno”, una storia di anticonformismo imprenditoriale, ma anche di valori umani e civili. E questi due percorsi narrativi hanno in fondo qualcosa in comune: “Quello che mi ha colpito di più quando ho iniziato a studiare Olivetti, è che dentro a quell’azienda c’era sì un pensiero industriale, ma anche una visione che conteneva etica, cultura, urbanistica. Un pensiero ‘altro’ rispetto a quello predominante imprenditoriale che si era andato affermando nell’era industriale, e che era un pensiero a predominanza maschile. In questo senso la visione di Olivetti può essere definita femminile, in quanto completamente alternativa alla precedente. Un’alternativa alla gerarchia, allo sfruttamento, all’insalubrità dell’ambiente di lavoro. Nelle aziende che ho visto per questo spettacolo c’è una modalità molto simile. Anche se non sempre consapevole“.
Risuona l’eco del libro di Silvia Zanella “Il futuro del lavoro è femmina”, che raccontava proprio come si stia lentamente passando da un modello del controllo e dell’efficienza verso un’attenzione alla qualità del processo e delle relazioni, da un modello di accentramento delle informazioni alla circolazione e condivisione. In questo senso osservare e conoscere quelle competenze e caratteristiche che la letteratura manageriale attribuisce alla sfera femminile, vuol dire essere al passo di una nuova fase post industriale che si sta generando dalla crisi post-pandemica.
Gli obiettivi del progetto
Tra gli obiettivi del progetto, anche quello di raccontare il territorio, le persone e i fatti esemplari della produttività. Ognuna delle 12 imprenditrici intervistate, è rispecchiata in 12 opere dell’Accademia Carrara di Bergamo o meglio in 12 dettagli delle tele, per creare un dialogo tra arti, tra storie, tra comunità. E in questo valorizzare l’esperienza altrui, un aspetto difficile del lavoro teatrale, voluto dalla regia, imponeva alle attrici in scena di farsi da parte. Un gesto generoso per un’attrice, lasciare che le acrobazie appartengano alla persona che parla di sè, anzichè renderla un personaggio. Per dare ancora più valore alle storie e alle vite narrate.
Con uno sguardo così limpido e consapevole, il teatro si mostra in tutta la forza del suo valore civile. La capacità non solo di farsi specchio della società, ma anche di modellarla, di colorarla, è spiegata con queste parole da Laura Curino: “Tutto il teatro è civile. Alcuni spettacoli lo sono dichiaratamente. Ma il teatro è civile in sè, come luogo di scambio e di ascolto tra pubblico e attori. Si può rimproverare al teatro di essere anacronistico, di essere di nicchia, ma è un paradigma di umanità. Contiene informazioni essenziali per definirci come umanità. Non è un caso che i giovani vogliano fare teatro, molto più che andarci. È una scuola di umanità.”
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Un altro lunedì
Drammaturgia e regia Laura Curino
In scena Chiara Magri e Giulia Manzini
Scenografia Lucio Diana
Il progetto è stato sviluppato all’interno di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”, da Tartaruga APS con il sostegno di Cariplo – Fondazione delle Comunità Bergamasche e del Comune di Bergamo, il contributo della Camera di Commercio di Bergamo e di CNA Bergamo, Fondazione Zaninoni, Consorzio HServizi, Sinergia spa.
Prossime date in programma:
Sabato 3 giugno ore 21 Teatro Trieste Via XI Febbraio 11 Zogno
Mercoledì 28 giugno ore 21,15 Sala della Comunità Via San Martino 55 Carvico
Giovedì 29 giugno ore 21,15 Teatro Tenda Villa Giacinto Gambirasio Via Italia 58 Seriate
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