Il Metaverso di Mark Zuckerberg: come cambierà il lavoro

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Il 28 ottobre 2021 Mark Zuckerberg ha annunciato il cambio del nome di Facebook, Meta, rifacendosi all’origine greca della parola: oltre. Contestualmente ha lanciato il Metaverso, un internet senza distinzione tra virtuale e reale, oltre il web.

Il metaverso sarà una piattaforma ancora più coinvolgente: un web in cui vivi e non guardi. La qualità distintiva del metaverso sarà una sensazione di presenza, come se fossi proprio lì con un’altra persona o in un altro luogo. Sentirsi veramente presenti con un’altra persona è l’ultimo sogno della tecnologia sociale. Inoltre Zuckerberg ha dichiarato che nel metaverso sarai in grado di fare quasi tutto ciò che puoi immaginare: riunirti con amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, creare, nonché esperienze completamente nuove che non si adattano davvero a come pensiamo computer o cellulari oggi.

Questa dichiarazione ci ha fatto ricordare Second Life, il mondo virtuale lanciato dalla Linden Lab nel 2003, esploso nel 2006 e quasi sparito negli anni successivi. Uno dei motivi del declino, era stato proprio Facebook che rappresentava un modo più semplice ed accessibile di connettersi con altre persone.

Come cambierà il nostro lavoro?

Anche il mondo del lavoro sarà trasformato da questa piattaforma che si avvarrà anche di strumenti come il visore per la realtà virtuale e quello per la realtà aumentata e chissà quali altre tecnologie. Gli ultimi due anni hanno trasformato l’organizzazione del lavoro al livello mondiale, favorendo scambi virtuali a quelli fisici. Questa modalità non è dispiaciuta sopratutto ai giovani, oggi protagonisti della cosiddetta “Great Resignation” perché coinvolti in un fenomeno di dimissioni volontarie a fronte di lavori più vicini al posto in cui si vuole vivere e in generale in linea con proprie passioni.

Il metaverso permetterà anche meeting virtuali, con ologrammi, in cui l’esperienza da remoto diventa più reale. Le implicazioni sono molteplici: i team internazionali saranno più facili da costruire, le competenze possono essere distribuite su una scala molto più grande del singolo paese, i tool di collaborazione (ex. Trello, Slack, etc) possono essere integrati e potenziati. Anche la formazione avrà una nuova veste: in questo nuovo ambiente, grazie alla realtà aumentata, potremmo immergerci in un’agorà greca, toccare degli oggetti e dialogare anche con i personaggi storici oppure immergerci in una sala operatoria e imparare l’uso di strumenti chirurgici.

Meta stanzierà 150 milioni di dollari per formare creatori e sviluppatori di contenuti formativi in questo ecosistema; non è previsto solo capitale finanziario, ma anche capitale umano: Nick Clegg e Javier Olivan – due top manager di Facebook – avevano già annunciato da tempo l’intenzione di creare dieci mila posti di lavoro in Europa entro i prossimi cinque anni, in quanto il progetto necessita di ingegneri altamente specializzati.

Quello del metaverso sarà un lungo cammino, non lontano dalle polemiche che hanno visto coinvolta l’azienda negli ultimi anni. Ci aspettiamo che le infrastrutture digitali siano sicure, etiche e che possano essere utilizzate con tranquillità da chiunque voglia farlo. E sopratutto possano migliorare il lavoro di tutti.

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