Cara Alley, chiediamo al presidente Draghi indicazioni sul futuro del lavoro

Close-up back view of child holding up a toy paper airplane looking to lake in denim dress. Small girl looking in the future. Girl enjoying lake view.

Egregio Presidente Draghi,
è di pochi giorni fa la notizia, passata un po’ sotto traccia, che il Ministro del Lavoro
Orlando ha presentato il GOL, piano Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori.
Leggiamo che verrà finanziato con 4,9 miliardi di euro e che potrebbe avere un
effetto straordinario sul futuro di tante persone. Anche la pronuncia dell’acronimo
evoca successo calcistico, dinamismo e speranza. Si legge che il 75% del fondo sarà
destinato soprattutto alle donne, per coprire il divario tra occupazione maschile e
femminile, e saranno interessati anche lavoratori over 55, disabili e giovani under 30.
4,9 miliardi di euro sono una cifra straordinaria e dalle dichiarazioni del Ministro si
evince che potranno essere rafforzati i centri per l’impiego, migliorate le politiche
attive del lavoro, aiutate le persone a cercare e difendere il lavoro e le imprese a
riqualificare la mano d’opera, con un grande miglioramento della competitività del
paese e della tenuta sociale. Questo piano dovrebbe raggiungere 3 milioni di persone
entro il 2025, di cui 800mila dovranno accedere alla formazione, per il 40% dei casi
digitale.

Il nostro piccolo gruppo di donne, nei mesi passati, ha atteso con impazienza gli
sviluppi relativi alle politiche del lavoro e, proprio su questo tema, avevamo già
preparato una piccola riflessione da condividere con Lei, perché non vedevamo
traccia di azioni incisive, tese ad affrontare seriamente la disoccupazione.
Quindi, Presidente, immagini la nostra gioia nel leggere che il GOL sarà presto
operativo. Ci siamo dette che il problema era risolto e che, grazie a quella montagna
di denaro, finalmente, anche le persone con più di cinquant’anni, ma lontane anni
luce dal traguardo pensionistico voluto dal governo Monti, avrebbero trovato
soluzioni alle loro angosce.

Così, abbiamo cercato di comprendere, al di là dei titoli, i contenuti. Purtroppo la
pagina del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nello sforzo di fare sintesi,
offre sul GOL informazioni scarne, con una foto notizia relativa alla videoconferenza
con le parti sociali datata 8 settembre 2021. Alle informazioni a nostre mani, si
aggiunge che ai 4,4 miliardi di euro, già parte della Missione 5 del Pnrr, andranno
sommate altre risorse a disposizione dei capitoli di spesa delle Regioni e del bilancio
nazionale, e che verranno assunti 11.600 operatori nei Centri per l’impiego. Tutta la
riforma risponde ad un obbiettivo concordato con la Commissione Europea nel
Pnrr che condiziona l’erogazione dei fondi.

Su altre testate leggiamo parole straniere, da Lei, Presidente, tanto aborrite, come
upskilling (aggiornamento) reskilling (riqualificazione) e capiamo che il fulcro di
tutta l’operazione Gol saranno i centri per l’impiego stessi, il loro rafforzamento, e la
formazione che arriverà a 300 ore. Il Sole 24 Ore chiarisce che al piano verranno
ammessi “i beneficiari di Naspi e Dis-coll, del reddito di cittadinanza, i lavoratori
fragili o vulnerabili, (Neet, meno di 30 anni, disabili, donne in condizioni di
svantaggio, over 55) i disoccupati senza sostegno al reddito, e i cosiddetti working
poor (in condizione di precarietà)

In sostanza il GOL dovrebbe, nelle intenzioni del governo, abbracciare tutte le fasce
dei senza lavoro, compresi quelli che il lavoro rischiano di perderlo. Tuttavia, nella
genericità dei comunicati, noi non riusciamo a mettere a fuoco le modalità con le
quali il governo intende agire, a parte assumere più di undicimila operatori nei centri
per l’impiego e somministrare ore ed ore di formazione ai disoccupati. Non vediamo
una connessione tra domanda ed offerta ma, in generale, l’azione politica sembra
latitare proprio là dove ce ne sarebbe più bisogno: un salario equo e la presa d’atto
che moltissimi sono i settori carenti di risorse ed ai quali il governo dovrebbe
guardare.

Pensiamo, banalmente, al sociale, al settore culturale, al settore amministrativo, al
territorio che ha bisogno di una seria mappatura del dissesto idrogeologico. Tutti
ambiti nei quali si potrebbero rapidamente formare ed inserire figure intermedie che
potrebbero far fronte ai vuoti di servizio dovuti all’assenza di risorse. Ma nel Gol
nulla è scritto. Come non si comprende in che modo i Centri per l’Impiego, seppur
potenziati, potranno competere con le numerose agenzie interinali che operano nel
paese e forniscono mano d’opera a prezzi competitivi.

Si avverte, in generale, quello che manca alla politica da molti anni: un’idea di
società. E senza un’idea precisa di società non si raggiunge nessun obbiettivo.
L’assenza di una visione di società è evidente da come sono state allocate le risorse
del Pnrr stesso che vede la missione 5.Inclusione e Coesione e la missione 6.Sanità
fanalini di coda di un piano che predilige la digitalizzazione.

Inoltre sappiamo che i 200 miliardi del Pnrr sono strettamente collegati alle riforme
che l’Europa si aspetta dall’Italia (giustizia, pa, fisco) e il suo governo si ritrova a
rispondere a due padroni: la Commissione Europea, da una parte, la politica italiana,
con i suoi flussi elettorali, dall’altra. Abbiamo il timore che l’errore sia stato dar
ascolto ad entrambi: con l’Europa non si è voluto o potuto argomentare sulla
destinazione dei fondi, con la politica si è dovuto e si dovrà mediare attraverso le
varie Cabine di Regia per l’attuazione del Pnrr. Ovviamente si parla di bandi che
verranno finanziati grazie ai fondi.

Nel frattempo, poiché non riusciamo a mettere a fuoco una visione politica, le
chiediamo: quanto dovranno attendere le disoccupate e i disoccupati di questo Paese
per un riforma seria che li metta in condizione di trovare un’occupazione con un
salario reale in grado di far fronte alle spese della vita quotidiana? Che collocazione
immagina per chi dovrà attendere diversi anni prima di accedere alla pensione, ma è
considerato oggettivamente fuori dal mercato del lavoro?

Lo sblocco dei licenziamenti non farà che aumentare la pletora di chi è senza lavoro.
Intanto accadono cose inaudite come la devastazione della Cgil a Roma.
Ecco, Presidente Draghi, ci aspettiamo di sapere da Lei, con parole semplici, quali
sono i passi del suo governo per dare lavoro a chi non ne ha.

Grazie per averci lette.
Noi restiamo in attesa.

Elena Giustiniani
Raffaella Gambardella
Paola Mendola
Alisia Poggio
Giovanna Profumo
Cristina Ruffoni
Silvia Suriano

  • Giorgia |

    penso sia importante dare voce a questa ‘emergenza, non essere silenti e soprattutto avere coraggio di esporsi e fare rete in attesa, di spera, di risposte e piani concreti

  • Giovanni Agrippino |

    Anch’io aspetto senza un lavoro, ho 55 anni e ho 2 figli, fateci sapere…
    Grazie

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