Serie Tv, al festival di Milano premiata “Anna” scritta e diretta da Niccolò Ammaniti

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E le serie TV una festa non se la meritano? Ancora di più dopo i lunghi lockdown trascorsi in casa nell’ultimo anno e mezzo, durante i quali anche i più restii hanno scoperto il piacere del binge watching. Serie TV sempre più sofisticate, non tanto e non solo dal punto di vista dello sguardo e degli effetti speciali, ma soprattutto per quanto riguarda l’aspetto narrativo: dalle distopie di Black Mirror, al realismo dal sapore di reality di Modern Family, per citare due titoli vecchi e molto conosciuti, il caleidoscopio delle possibilità è pressoché infinito. E utile per giunta.

Da sempre il cinema e le immagini influenzano gli strati culturali della società, e tanto più lo fanno le serie tv, che con quel meccanismo di immersione totale di stagione in stagione stimolano l’immaginazione verso possibilità nuove e l’esplorazione di punti di vista differenti da quello dominante. Non bastasse questo, la scienza ha dimostrato che quando film o serie tv provocano forti emozioni, contribuiscono a stimolare i centri del piacere, innalzare la soglia del dolore e favorire la coesione sociale. Ecco perché celebrare le serie TV con un festival dedicato, ovvero FeST, svoltosi alla Triennale di Milano il 24-25-26 settembre 2021.

La direttrice artistica è Marina Pierri, critica televisiva, docente e autrice di “Eroine”, libro dedicato ai personaggi femminili delle serie tv (di cui abbiamo parlato con lei in un AlleyTalks). In un momento di transizione in cui gli eventi in presenza sono ancora pochi e il pubblico è ancora pesantemente contingentato, realizzare tre giorni di eventi con un gran numero di ospiti è stata una sfida non indifferente. Racconta Pierri ad Alley Oop: “Un’emozione tornare in presenza, ancora durante la pandemia: grandi difficoltà però enormi emozioni. In questi tre giorni ci siamo incontrati dal vivo con persone con cui abbiamo stretto legami negli ultimi due anni, anni che sono stati complessi ma hanno creato tele relazionali molto profonde. Il Festival è stato un catalizzatore per riportarci tutti in presenza”. 

FeST 2021 era alla sua terza edizione, cominciato nel 2018 con in più l’esperienza dello streaming nel maggio 2020 con Go Fest. Il tema di quest’anno era Crafting Worlds, per «porre l’accento sulla costruzione artigianale di mondi narrativi capaci di rappresentare – direttamente o indirettamente, attraverso la fantasia o plasmando la realtà – il mondo in cui abitiamo ogni giorno», spiega Marina Pierri. 

E il Festival si è concluso con i “Serial Award”, i premi dedicati alle serie TV italiane e assegnati da una giuria di esperti ed esponenti del settore. Premi dalle nomination originali e dalla forte componente emozionale, che danno l’idea anche della diversità dei parametri di giudizio che accompagnano la visione delle serie TV rispetto ad altre forme visive. Come il Premio Best Kiss, assegnato ai protagonisti di We are who we are (serie Sky Original, coproduzione Sky-HBO) o il Premio Cattiveria “Ha fatto anche cose buone” assegnato a Giacomo Ferrara per il personaggio di Spadino in Suburra (prodotta da Cattleya per Netflix).

A questi si aggiungono tre premi speciali (Crafting Worlds, Crossing Borders e Rising Star) assegnati direttamente dalla direzione di FeST, e il Premio della Gggente – powered by NeN, votato online dal pubblico, assegnato a Il Commissario Ricciardi (prodotta da Clemart per Rai).

Le serie più premiate sono due: anzitutto L’amica Geniale, (Produzione HBO-RAI FICTION) che si guadagna il Premio alla Serie Scripted dell’anno; il Premio migliore interprete protagonista a Gaia Girace e Margherita Mazzucco; il Premio regia ad Alice Rohrwacher e il Premio speciale Crossing borders a Saverio Costanzo per il lavoro convincente di trasposizione dal libro allo schermo “facendone un’opera capace di valicare le frontiere culturali e linguistiche”. 

Molti anche i riconoscimenti per Anna (Serie Sky Original scritta e diretta da Niccolò Ammaniti). Tra questi, il Premio speciale Crafting worlds “per avere costruito un universo narrativo che rappresenta – direttamente o indirettamente, attraverso la fantasia o plasmando la realtà – il mondo in cui abitiamo ogni giorno”. A Giulia Dragotto è andato il Premio speciale Rising Star per la sua interpretazione del personaggio di Anna; a Francesca Manieri e Niccolò Ammaniti il Premio Writers’ room per la migliore sceneggiatura, e ancora il Premio Look & Feel a scenografia, costumi, trucco e parrucco. 

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Una serie di grande impatto, Anna, capace di dare una sferzata alla nostra idea dell’infanzia, al di là della distopia, per creare un nuovo rapporto educativo con i nostri bambini e i nostri ragazzi. Tratta da un romanzo scritto nel 2015 suona quasi profetica, per il pretesto che dà l’avvio alla narrazione: un virus tremendo e letale, chiamato la Rossa, ha spazzato via gli adulti di tutto il mondo, lasciando i bambini orfani senza tutele e regole. Un “Signore delle mosche” contemporaneo e senza moralismi, visionario e disturbante, ma anche intensamente poetico.

Spiega Marina Pierri: “Anna è unica nella serialità italiana, una serie molto coraggiosa, perché parla di infanzia in una maniera che non abbiamo mai visto. Sono stata molto orgogliosa di vedere le interpreti e la sceneggiatrice sul palco con noi. Anna era giusta come serie tv nel nostro festival, che quest’anno spero più che mai sia stato un punto di incontro anche per chi fruisce di queste serie, affinchè sia sempre più possibile costruire e ricostruire comunità, attorno a questi titoli che ci fanno paura e ci fanno sognare”. 

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