“È triste sapere che al G20 io potrei essere l’unica donna. Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne” e “per raggiungere la parità entro il 2030, abbiamo bisogno dei pagamenti dei congedi parentali, di consolidare l’assistenza per l’infanzia e per gli anziani. Questi sono gli investimenti che dobbiamo fare per una ripresa solida e sostenibile. Con il contributo del W20 riusciremo a gettare la base per rappresentare gli uomini e le donne in maniera equa sia nel lavoro sia nella famiglia“.
La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, intervenendo al W20 di Roma oggi ha tracciato le linee per uno sviluppo europeo più paritario. La presidente ha parlato anche dei rischi sul fronte istruzione a seguito della pandemia, che potrebbe portare 11 milioni di bambini ad abbandonare la scuola, e dell’occupazione femminile. “Troppe di noi si sono sentite dire di scegliere tra l’essere mamma e il lavoro, e io come mamma di sette figli e presidente della Commissione conosco gli ostacoli che le donne fronteggiano, dobbiamo cercare un accesso equo al mercato del lavoro e poter crescere i nostri bambini. Porterò questo impegno al tavolo dei leader al G20 di ottobre“, ha detto von der Leyen. Le donne “hanno bisogno del giusto supporto, dei congedi parentali, dobbiamo offrire di più e assistenza all’infanzia e agli anziani migliori”. “Gli investimenti su assistenza ai bambini e congedi genitoriali” sono quelli di cui “abbiamo bisogno per la ripresa solida e sostenibile“.
I governi varino un piano entro 3 anni
“L’unione delle donne deve essere ottenuta al di là delle differenze e l’unità deve servire anche per migliorare le condizioni delle donne più vulnerabili, più sfruttate, private di diritti e multidiscriminate” ha sottolineato Linda Laura Sabbadini, chair del Women20, durante la giornata di apertura del Summit W20, intervenuta dopo la Head of Delegation del W20 Italy, Elvira Marasco, e la Sherpa del W20, Martina Rogato.
“Il G20 può fare la differenza – prosegue Sabbadini – indicando la strada dell’empowerment femminile e dando spinta ai governi verso l’uguaglianza di genere. Il W20 chiede ai governi di varare un piano entro tre anni per il cambiamento culturale contro gli stereotipi di genere, partendo dai bambini e dall’educazione, fino alla formazione”.
Sul lavoro fatto finora dalla presidenza italiana del G20 Sabbadini ha chiosato: “È stata varata la road map per l’uguaglianza di genere. È ormai dimostrato che la crescita dell’occupazione femminile fa aumentare il PIL e anche la produttività. Contribuiamo a ridisegnare una nuova visione del mondo, puntando sulla strategia educativa e sul cambiamento culturale a tutti i livelli, con la valorizzazione delle competenze femminili in tutti i campi. È una vera scommessa ma le donne possono vincerla, se saranno unite e solidali, e se si uniranno agli uomini che hanno compreso il valore delle loro proposte. I governi devono investire di più sulla cura. Le infrastrutture sociali devono avere la stessa importanza di quelle economiche, dai servizi educativi per l’infanzia ai servizi per gli anziani non autosufficienti per i disabili e per tutte le persone che ne hanno bisogno. Il lavoro di cura non retribuito deve essere redistribuito nella coppia, tramite i congedi di paternità e altre facilitazioni, e deve essere redistribuito nella società tramite i servizi. Bisogna una volta per tutte investire nell’economia della cura”.
L’opportunità del Pnrr in Italia
Il Pnrr ha adottato un approcco trasversale alla questione della parità di genere. Vuol dire che ogni azione dovrebbe tener conto dell’obiettivo di riequilibrare la situazione soprattutto in temini di occupazione femminile, oggi ferma al 47,5%, di parità salariale e di opportunità di carriera. A riguardo il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha sottolineato al Summit W20: “Il tema della parità di genere va affrontato sotto ogni punto di vista. Io ho imparato a organizzare il processo di selezione per evitare discriminazione, nominando 2 donne su 3 posizioni. Questo pregiudizio si riversa nelle parole, ma soprattutto nell’economia. Noi gestiremo 62 miliardi del Pnrr e creeremo uno stimolo per il riequilibrio del settore delle costruzioni, a predominanza maschile. Per combattere questa tendenza abbiamo deciso di dare incentivi speciali. Servono poche decisioni che cambino radicalmente il sistema”.
Sulla stessa lungheza d’onda anche l’intervento del ministro del Lavoro Andrea Orlando: “La battaglia per la parità di genere deve essere di tutti“, aggiungendo come la pandemia ha messo in evidenza la drammatica alternativa per le donne tra il lavoro e la cura sempre più gravante sulle spalle delle donne. Se a questo si aggiunge la differenza salariale ci si rende conto del perché molte donne sono state costrette a uscire dal mercato del lavoro. “Dobbiamo da un lato potenziare le infrastrutture sociali e rendere questa alternativa meno drastica e dall’altra far in modo che il lavoro di cura diventi meno prerogativa di quanto non sia oggi delle donne. Poi bisogna lavorare sul divario salariale perché poi quando si decide in un bilancio familiare chi deve restare a casa rimane chi guadagna meno e più spesso è la donna“.
E l’intervento a ventaglio su più fronti si rende ancor più necessario alla luce degli effetti del Covid. “La pandemia, oltre ad amplificare tutte le disuguaglianze già presenti, ha acceso i fari sulle strategie e sulle energie che possiamo mettere in campo per riequilibrare il mondo, dando finalmente vitalità al protagonismo femminile” ha dichiarato la ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, aggiungendo: “Le donne non sono una minoranza da includere, ma sono persone capaci di portare un’energia necessaria per riattivare il sistema. Serve una visione strategica e comprensiva. Il potere è la possibilità di agire, ed oggi le donne sono pronte ad avere il potere. Stiamo provando ad attuare un cambio strutturale delle politiche sociali attraverso la riforma del Family Act, volta a promuovere l’empowerment femminile, considerata la leva del futuro sui fronti economici e culturali”.
All’evento ha partecipato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, dichiarando: “La battaglia di fondo del W20 è ancora da vincere in ogni parte del mondo, anche in Italia facciamo quotidianamente i conti con queste arretratezze culturali. Per combattere questa pandemia è necessario abbattere qualsiasi tipo di disuguaglianza nel mondo. Il vaccino, infatti, non può esser considerato un privilegio di pochi, ma è un diritto di tutti, anche dei più fragili. Non possono essere le tabelle dei nostri uffici di bilancio a decidere quanto diritto alla salute possiamo garantire, che è un bene inalienabile. Nel Servizio Sanitario Nazionale del futuro bisogna assumere un punto di vista di genere, rafforzando la medicina di genere e riportando al centro l’idea dell’universalità. Tutto ciò può diventare una lente d’ingrandimento attraverso cui analizzare tutto il servizio nazionale”.
Al Summit W20 è poi intervenuta la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberto Casellati: “In un mondo in grande cambiamento, in questa società post pandemica, il tema della parità di genere diventa sempre più fondamentale. Oggi abbiamo l’opportunità di dare slancio alla ripresa economica e sociale del paese, includendo la prospettiva di parità. In 18 paesi del G20 le donne continuano ad essere pagate oltre il 15% in meno degli uomini e solo il 55% delle donne è coinvolto nel mercato del lavoro rispetto al 71% degli uomini, ci sono ancora troppi pregiudizi culturali che impediscono al mondo femminile di esprimere il talento e i meriti. Il lavoro che il vertice porta avanti rappresenta un contributo fondamentale con l’individuazione delle tre priorità strategiche: lavoro, imprenditorialità femminile e digitale. Importanti sono, inoltre, i focus che il W20 ha deciso di dedicare alla violenza sulle donne e bambine, e sulla sostenibilità. Abbiamo bisogno di un’autentica svolta culturale e di politiche attive che cambino radicalmente l’accezione della donna ed il rapporto tra i sessi“.
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