Siamo a meno di 200 giorni dall’inizio delle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Se mi guardo indietro pensando a quello che abbiamo vissuto, con il posticipo dei Giochi, mi sembra ancora tutto inverosimile, ma oramai cuore e mente sono rivolti verso l’appuntamento maggiormente ambito da ogni sportivo.
I ragazzi una volta assorbito il trauma del posticipo (come forse solo loro potevano fare avendo nella propria vita già affrontato sfide sicuramente più dure) hanno subito ripreso la routine degli allenamenti, fatta di sacrifici e sogni olimpici.
I primi segnali sono stati impressionanti, i record del mondo e continentali ottenuti la scorsa estate nella splendida cornice del Sette Colli di Roma, hanno assunto un valore che va oltre la prestazione cronometrica, sono stati veri e propri segnali di ripartenza. In quelle bracciate vincenti verso i record, oltre la volontà di toccare la piastra il prima possibile questa volta c’era qualcosa in più: si stava concretizzando un concetto che doveva essere ben chiaro, il COVID non ci poteva e non ci avrebbe fermato.
La stagione si è accesa con prestazioni di valore assoluto nelle varie competizioni alle quali hanno partecipato i nostri atleti. A fine mese avremo i Campionati Assoluti Invernali a Lignano Sabbiadoro, proprio un anno dopo l’inizio della pandemia in Italia, ma questa volta ne usciremo con uno spirito diverso, l’incertezza e la paura saranno sostituite da consapevolezza e forza, un’energia che ci porterà fino in terra d’Oriente.
Le Paralimpiadi e le Olimpiadi di Tokyo, saranno gestite come una “bolla”. Siamo consapevoli che non potremo abbracciarci, festeggiare una vittoria, cantare a squarciagola l’inno accompagnati dal battito ritmato delle mani del pubblico. Partiremo con la consapevolezza che non saranno i soliti Giochi. Ci mancherà tutto questo, la magia del Villaggio Olimpico sarà depotenziata nelle sue caratteristiche di condivisione, ma per contro sappiamo che la nostra partecipazione rappresenterà un vero e proprio “Risorgimento” dopo tanta sofferenza.
Le nostre ragazze e i nostri ragazzi, seguiti dai loro allenatori, saranno pronti a portare il tricolore sul pennone più alto, pronti a sentire l’inno di Mameli, pronti a cantarlo nella propria mente e forse non solo…..