Raccolta del farmaco, mezzo milione di italiani non può acquistare medicine

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Prende il via oggi la Giornata di Raccolta del Farmaco che durerà fino a lunedì prossimo 15 febbraio. Una settimana in cui sarà possibile donare un medicinale a chi ne ha bisogno, andando direttamente in farmacia. E ce ne sono tanti ad averne bisogno. Per la precisione, nel 2020 sono state 434mila le persone (173.000 di esse hanno rinunciato a curarsi perché – impauriti dal Covid – non hanno chiesto aiuto agli enti assistenziali) che hanno avuto bisogno di medicinali ma non hanno potuto acquistarli per ragioni economiche e non è difficile capirne le ragioni. Chi era povero, o in una situazione di fragilità, è stato ulteriormente messo alla prova dalla pandemia che ha innescato la crisi economica che stiamo tutti affrontando: in tanti hanno visto ridursi il proprio reddito o  – peggio ancora – hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere la propria attività.

Ma proprio per questo l’iniziativa della GRF – che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – non si ferma, in piena pandemia. Con ben 17mila farmacisti, titolari e non, e 5mila farmacie ad aver aderito, e oltre 20mila volontari fuori dalle farmacie per invitare a donare, la copertura su tutto il territorio nazionale è garantita in questo momento più che mai. I farmaci da banco acquistati e donati (541.175 nel 2020, pari a 4.072.346 euro) saranno consegnati a oltre 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura delle persone indigenti, offrendo loro, gratuitamente, cure e medicinali. Ma anche queste ultime sono state colpite dalle difficoltà e dalla crisi derivante dalla pandemia da Covid-19: il 40,6% ha sospeso alcuni servizi. Il 5,9% ha chiuso e non ha ancora riaperto. Gli indigenti, quindi, sono stati ulteriormente penalizzati: chi è povero può spendere per le medicine solo 6,38 euro al mese, a fronte dei 28,18 euro di chi non lo è (fonte: 8° Rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico).

«Siamo di fronte ad una situazione particolarmente drammatica quanto inedita. Alcuni farmacisti ci hanno riferito che nelle farmacie negli ultimi mesi c’è stata una minore affluenza – ha spiegato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus nato nel 2000 – e questo sicuramente per diverse ragioni. Di solito, ci si reca in farmacia per necessità, quindi se si registra meno affluenza è perché c’è meno gente che ha bisogno, anche perché l’uso dei presidi sanitari ha ridotto, ad esempio, il contagio dell’influenza stagionale. Ma ciò avviene anche perché c’è meno gente che se lo può permettere e ha rinunciato a curarsi. Siamo perciò molto preoccupati da questa situazione – aggiunge – la pandemia è stata uno stress test anche per il sistema della carità e della solidarietà».

Dalla spesa in farmacia si possono capire tante cose di ciò che sta accadendo alla popolazione italiana. Sono stati soprattutto antidolorifici e antipiretici i primi farmaci a esser meno richiesti, e ciò sorprende perché accade anche quando si tratta di bambini. Immaginate una mamma che non può acquistare l’antipiretico che non è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale o la persona anziana che non si possa permettere un antidolorifico per il mal di denti. Bisogna registrare anche che la spesa è stata destinata soprattutto ai farmaci per il tratto alimentare, per le malattie metaboliche, per il sistema muscolo-scheletrico e per l’apparato respiratorio. Inoltre, c’è l’aumento della richiesta di farmaci per disturbi di altra natura, quali ansia, depressione e patologie neuropsichiatriche. E con questo stress sociale che stiamo vivendo non si certamente fatica a crederlo.

«In farmacia veniamo a contatto, tutti i giorni, con queste tristi realtà. Durante la Giornata di Raccolta del Farmaco le farmacie confermano la propria vicinanza ai cittadini e l’impegno costante al miglioramento della vita collettiva»  ha affermato Marco Cossolo, presidente di Federfarma Nazionale.

«Nonostante le grandi difficoltà, e l’incertezza rispetto alla possibile ed eventuale presenza dei nostri volontari, abbiamo deciso che la Giornata di Raccolta del Farmaco andava fatta. Perché ce n’è bisogno come mai prima d’ora. Il nostro Paese, per non cedere allo sconforto e poter tornare a guardare al futuro con speranza, ha bisogno di un moto collettivo di umanità e di grandi esempi di carità – rimarca Daniotti – la Giornata di Raccolta del Farmaco è uno di questi esempi, come Papa Francesco, ricevendo Banco Farmaceutico in udienza il 19 settembre 2020, ha voluto sottolineare, affermando: “Grazie di quello che fate. La Giornata di Raccolta del Farmaco è un esempio importante di come la generosità e la condivisione dei beni possono migliorare la nostra società”. Per questo, invitiamo chiunque possa permetterselo ad andare in farmacia – ad andarci appositamente, magari – per donare un medicinale per chi non può permetterselo».